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Thinnest Crescent Moon

 

 

 

 

 

 

 

 

https://pgj-photo.pagesperso-orange.fr/mg-pace-ciel.htm

https://earthsky.org/todays-image/photos-young-moon-mercury-venus-may-2020/?fbclid=IwAR0eNqeMg4CJlkKIzGwD79kxlk7aR3IeiXa1ciMDehSbLhb28HbpStZXlGI

 

Thinnest Crescent Moon

All quarter moons of 2022

Nel 2022 mi sono dedicata alla raccolta dei quarti di Luna: primo quarto e ultimo quarto.

Ho cercato di riprendere la Luna, più prossima ad una illuminazione del 50%, quando il terminatore fosse stato perpendicolare all’orizzonte e ciò accadeva sempre poco prima o poco dopo il tramonto del Sole (per il primo quarto) e poco prima o poco dopo l’alba (ultimo quarto).

In 2022 I devoted myself to collecting quarter moons: first quarter and last quarter.

I tried photographing the Moon, closer to 50% illumination, when the terminator was perpendicular to the horizon and it was always just before or after sunset (for first quarter) and just before or after sunrise (last quarter).

 

A quarter of the moon of 2021/2022 and the terminator perpendicular to the horizon

All’interno del mese sinodico o mese lunare, la fase del primo quarto si verifica nel giorno 7 e la fase dell’ultimo quarto nel giorno 22

La luna al primo e ultimo quarto ha la caratteristica che sorge o tramonta a mezzanotte o a mezzogiorno e che ci tiene compagnia in cielo per metà giornata.

La Luna al Primo Quarto sorge a mezzogiorno e tramonta a mezzanotte, la Luna all’ultimo quarto sorge a mezzanotte e tramonta a mezzogiorno.

Al primo quarto nell’emisfero boreale , la metà destra della Luna è illuminata, mentre la metà sinistra è illuminata nell’emisfero australe . Vicino all’equatore , la parte superiore è luminosa dopo il sorgere della luna e la parte inferiore è luminosa prima del tramonto della luna.

Within the synodic month or lunar month, the first quarter phase occurs on day 7 and the last quarter phase on day 22.
 
The first and last quarter moon has the characteristic that it rises or sets at midnight or noon and keeps us company in the sky for half the day.
 
It is called a quarter of the Moon because, in addition to having covered ¼ of its orbit, the illuminated part we are observing corresponds to half the face of the Moon exposed towards the Earth but to ¼ of the whole Moon.
 
During the last quarter the terminator moves showing the sunset on the lunar surface
During the first quarter the terminator moves showing the sunrise on the lunar surface
 
I also find that the area of the craters near the terminator is very rich for observations and perhaps also for this reason this phase was chosen as the first astronomical photographic shot.

 

All quarter moon of 2022

 

 

Alcune particolarità del quarto di Luna:

  • Si chiama quarto di Luna perché, oltre ad aver percorso ¼ della sua orbita, la parte illuminata che stiamo osservando corrisponde a metà faccia della Luna esposta verso la Terra ma a ¼ di tutta la Luna.
  • Durante l’ultimo quarto il terminatore si muove mostrando il tramonto sulla superficie lunare.
  • Durante il primo quarto il terminatore si muove mostrando l’alba sulla superficie lunare
  • Il 2022 è stato anche un anno importante per la missione Artemis1 e il giorno della partenza è avvenuto il 16 Novembre quando la Luna era all’ultimo quarto.
  • Il mese di Novembre ha anche contenuto 3 fasi di quarto di Luna: l’1st, il 16th e il 30th
  • Nel primo quarto di Luna, lungo il terminatore, si possono osservare delle pareidolie: Lunar x e lunar V (la Luna del 9 febbraio mostra una migliore visione)

https://apod.nasa.gov/apod/ap180301.html

  • La mezza luna ha una particolare importanza nella navigazione, sia a terra che in mare, in quanto consente di determinare la posizione del punto cardinale nord o sud. Per la navigazione a terra, ad esempio, la mezza luna può essere usata per determinare la direzione del nord geografico, poiché l’arco della mezza luna si estende da est a ovest, con l’orizzonte che taglia la mezza luna in modo perpendicolare alla sua direzione. Guardando verso la mezza luna e trovando il punto medio tra i due estremi luminosi, si può individuare la direzione nord-sud. Inoltre, per la navigazione in mare, la mezza luna può essere utilizzata per determinare la latitudine della nave. Quando la Luna è al suo punto più alto nel cielo notturno, il suo arco appare orizzontale e taglia il meridiano locale in modo perpendicolare. Misurando l’angolo tra la mezza luna e l’orizzonte, si può calcolare la latitudine della nave.
  • La mezza luna può anche essere utilizzata per stimare l’ora locale. Sapendo che la mezza luna si trova a metà del suo percorso tra il sorgere e il tramonto del Sole, si può stimare l’ora locale guardando la posizione della mezza luna nel cielo.

In passato, quando le tecniche di navigazione erano meno sofisticate, la mezza luna era uno strumento molto utile per i navigatori, che si affidavano alle stelle e ai pianeti per orientarsi nel cielo notturno e per calcolare la propria posizione sulla Terra o in mare. Oggi, con l’avvento di tecnologie come il GPS, la mezza luna non è più l’unica fonte di orientamento per i navigatori, ma rimane comunque un’importante risorsa per la navigazione tradizionale e per gli appassionati di astronomia.

Some peculiarities of the quarter moon:

1) It is called a quarter of the Moon because, in addition to having covered ¼ of its orbit, the illuminated part we are observing corresponds to half the face of the Moon exposed towards the Earth but to ¼ of the whole Moon.

2) During the last quarter the terminator moves showing the sunset on the lunar surface.

During the first quarter the terminator moves showing the sunrise on the lunar surface

3) The area of the craters near the terminator is very rich for observations and perhaps also for this reason this phase was chosen as the first astronomical photographic shot.

4) The first astronomical photography dates back to March 23, 1840 and takes up the Moon in the last quarter. It was taken by the astronomer Draper https://commons.wikimedia.org/wiki/File:John_W_Draper-The_first_Moon_Photograph_1840.jpg

5) 2022 was also an important year for the Artemis1 mission and the day of departure took place on November 16th when the Moon was in the last quarter.

6) The month of November also contained 3 quarter moon phases: the 1st, 16th and 30th

7) In the first quarter of the Moon, along the terminator, pareidolias can be observed: Lunar x and lunar V (the Moon of February 9 shows a better vision)

https://apod.nasa.gov/apod/ap180301.html

8) The half moon has a particular importance in navigation, both on land and at sea, as it allows to determine the position of the north or south cardinal point. For navigation on land, for example, the half moon can be used to determine the direction of true north, as the crescent’s arc extends from east to west, with the horizon cutting through the crescent perpendicular to its direction. Looking towards the half moon and finding the midpoint between the two extremes of light, the north-south direction can be identified. Also, for navigation at sea, the half moon can be used to determine the ship’s latitude. When the Moon is at its highest point in the night sky, its arc appears horizontal and cuts the local meridian perpendicularly. By measuring the angle between the crescent and the horizon, the ship’s latitude can be calculated.

9) The half moon can also be used to estimate local time. Knowing that the crescent is halfway between sunrise and sunset, local time can be estimated by looking at the crescent’s position in the sky.

 

 

Un po’ di statistica:

Il quarto di luna più vicino dell’anno 2022: 25/03/22 distance: 370136 km

Il quarto di luna più lontano dell’anno 2022: 17/10/22 distance: 404280 km

Il quarto di luna fotografato più vicino al 50% di luminosità è stato il 19/8

Il quarto di Luna fotografato che ha raggiunto l’altitudine massima nel momento dello scatto: 18/9/22 h: +79°58’38”

Il quarto di Luna fotografato che ha raggiunto l’altitudine minima nel momento dello scatto: 24/2/22 h: +23°12’56”

Azimut massimo: 16/12/22 – 212°12’41”

Azimut minimo: 9/1/22 – 148°24’51”

 

A little statistic:

Closest quarter moon of the year 2022: 03/25/22 Distance: 370136 km

Farthest quarter moon of the year 2022: 10/17/22 Distance: 404280 km

The quarter moon photographed closest to 50% brightness was 8/19

The quarter moon photographed that reached the maximum altitude at the moment of the shot: 18/9/22 h: +79°58’38”

The quarter moon photographed which reached the minimum altitude at the moment of the shot: 2/24/22 h: +23°12’56”

Maximum azimuth at the time of shooting: 16/12/22 – 212°12’41”

Minimum azimuth at the time of shooting: 9/1/22 – 148°24’51’’

 

 

A conclusione del 2022, raccolte tutte le Lune, con l’aiuto di Stellarium ho posizionato i quarti di luna dove erano presenti nel cielo nel momento dello scatto, ovvero, quando il terminatore sarebbe stato posizionato perpendicolare rispetto all’orizzonte e parallelo al meridiano del sud.

 

The Moons were all photographed with a telephoto lens and at the end of 2022 I chose to position them, with respect to the southern meridian, at the point where they were at the moment I took the shot (i.e., rigorously, when the terminator would have been perpendicular)
 
I chose as background one of the locations from where I filmed most of the moons, or rather the field near my house, in the Modica countryside.

Questo è il risultato ottenuto con Stellarium:

 

Questa è la ricostruzione che ho fatto su un paesaggio della campagna modicana:

 

Tutte le immagini delle Lune sono state riprese con una camera Nikon D7100 e un Sigma 600mm

 

 

 

All quarter moons of 2022

A quarter of the moon of 2021/2022 and the terminator perpendicular to the horizon

Questa immagine mostra il primo e l’ultimo quarto di Luna ripresi in un momento particolare: quando il terminatore (la linea che separa la parte in ombra della Luna dalla parte illuminata) si sarebbe posizionato perpendicolare rispetto alla linea dell’orizzonte.
Si tratta dell’ultimo quarto di Luna ripreso il 27 dicembre del 2021 e del primo quarto di Luna ripreso il 9 gennaio 2022.
In entrambi i casi, il Sole era sopra l’orizzonte quando il terminatore si è posizionato perpendicolare:
per la Luna dell’ultimo quarto il terminatore perpendicolare è avvenuto alle ore 7:30, circa 18 minuti dopo l’alba.
per la Luna al primo quarto è avvenuto alle ore 4:45, circa 18 minuti prima del tramonto.
Le due mezze lune hanno dimensioni differenti e le lunghezze dei terminatori non combaciano perfettamente perché quella del 9 gennaio si trovava vicino all’apogeo (punto più lontano dalla Terra) e quella del 27 dicembre si trovava vicino al perigeo (punto più vicino alla Terra).
In this image, the Moons were taken at the exact moment in which, at my latitude, the terminator was positioned perpendicular to the horizon line.
They are the Moon in the last quarter of December 27, 2021 and the Moon in the first quarter of January 9, 2022.
In both cases, the quarter of the Moon with the terminator perpendicular to the horizon, occurred when the Sun was above the horizon:
the Moon in the last quarter at 7:30 am, or about 18 minutes after sunrise
the Moon in the first quarter at 4:45 pm, which is about 18 minutes before sunset.
The Moon in the last quarter appears larger because it was closer to the earth than the first quarter moon.
A quarter of the moon of 2021/2022 and the terminator perpendicular to the horizon

Multicolors flash and Superior Mirage

On the 24th april 2023, I witnessed a particular sunset from Pantelleria island:
1) a greenflash has formed where you can also see punctiform colors such as blue, yellow and red.

Andrew T. Young says: “These effects are always produced in sunsets with strong inversions, and that inversions
commonly have waves on them. So if there are two or more systems of waves on a given inversion, but traveling in different directions, it’s common to see the colors produced by one set of waves broken up by the superposed waves in other systems. Only a little modulation of one set of waves by another is enough to make these flickering and rapidly changing colors at the last moment, when only the edge of the Sun is visible as a thin, flattened line — or, often, two lines close together with changing colors.”

2) in the solar disk, a superior mirage was projected on the Tunisia mountains

 

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Some data:

– Shooting location: https://goo.gl/maps/CWvvDcMAmpYJDwik9

– Height: 775 meters (approximately)

– The sun set at about 7:54 pm at 286.9°
– From my position, at 286°.9, you can see the Tunisian mountains of Jebel Rheurmane located at a distance of 98 km.

https://goo.gl/maps/n5WJAKHo1gkvYxHj6

 

 

 

 

Other Pictures:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Multicolors flash and Superior Mirage

Photosynthesis of an Eclipse

Una nuova visione dell’eclissi.

L’obiettivo era quello di mostrare l’intera area del Sole che è stata oscurata durante l’intero fenomeno.

Sono state quindi selezionate 7 fasi salienti, che comprendono i momenti prossimi al primo e all’ultimo contatto, nonché la fase di massimo oscuramento.

Le immagini del Sole sono state impilate e allineate usando le macchie solari come riferimento.

L’area “a scacchiera” indica l’insieme di tutti i contorni lunari durante le varie fasi dell’eclissi e quindi mostra l’intero spostamento della luna davanti al sole.

All’interno dell’immagine si possono riconoscere gli archi che delimitano i singoli scatti e la foto didascalica mostra i tempi di ciascuno.

La “scacchiera” ha varie sfumature di colore che evidenziano le zone di maggiore e minore presenza della Luna durante il suo passaggio davanti al Sole.

Le aree nere sono quelle che hanno avuto più copertura dalla Luna

 

Fotocamera: Nikon D750 + astrosolar+ Sigma 600mm + moltiplicatore di focale; 1200 mm; ISO 100; f/13; 1/60 sec.

Elaborazione: utilizzo Photoshop. Ho caricato i 7 file come livelli, li ho selezionati e ho applicato il metodo di fusione su tutti loro: “luce soffusa”.

Giorno: 25/10/22

Location: Ragusa (Sicily -ITA) https://goo.gl/maps/cFoiSBieYnVmVdGk8. 36°55’01.8″N 14°42’58.0″E

 

Ringrazio Paolo Colona di “Accademia delle Stelle” per avermi aiutata a rendere questo lavoro più didattico.

 

Here is a new vision of the eclipse.

The goal was to show the entire area of the Sun that was obscured during the entire phenomenon.

7 salient phases were therefore selected, which include the moments close to the first and last contact, as well as the phase of maximum darkening.

The images of the Sun were stacked and aligned using sunspots as a reference.

The “checkerboard” area indicates the set of all the lunar contours during the various phases of the eclipse and therefore shows the entire displacement of the moon in front of the sun.

Inside the image you can recognize the arcs that delimit the individual shots and the didactic photo shows the times of each.

The “chessboard” has various shades of color that highlight the areas of greatest and least presence of the Moon during its passage in front of the Sun.

The black areas are those that have had the most coverage by the Moon

Camera:Nikon D750 + astrosolar+ Sigma 600mm + teleconverter; 1200mm; ISO 100; f/13; 1/60 sec.

Processing: I use Photoshop. I loaded the 7 files as layers, selected them and applied the blending mode on all of them: “soft light”.

Day: 25/10/22

Location: Ragusa (Sicily -ITA) https://goo.gl/maps/cFoiSBieYnVmVdGk8. 36°55’01.8″N 14°42’58.0″E

 

Lo stesso lavoro è stato fatto per l’ultima l’eclissi parziale di Luna.

Durante l’eclissi lunare, non abbiamo un corpo che passa davanti al nostro satellite (come accade per il sole che è oscurato direttamente dal corpo della Luna) ma è l’ombra della nostra terra ad oscurare la luna. Quindi, davanti alla Luna vediamo passare l’ombra del nostro pianeta sul disco lunare e l’ombra, prodotta dalla terra ha un raggio più ampio rispetto all’ombra che proietta la Luna su di noi, per questo le eclissi di Sole sono visibili solo in alcuni punti della terra dove si vede il Sole mentre l’eclissi di luna sono visibili in tutti i punti della terra dove è visibile la Luna.

 

Photosynthesis of an Eclipse

La rotazione della Stella Polare durante le notti dei solstizi e degli equinozi

La Stella Polare, anche conosciuta come Polaris, non corrisponde esattamente al prolungamento dell’asse terrestre e quindi  Polo Nord celeste, ma è molto vicina (0,7°).

La posizione della Stella Polare nel cielo notturno è leggermente spostata rispetto al vero polo nord.

Tuttavia, è ancora abbastanza vicina al polo nord per essere utilizzata come punto di riferimento affidabile per la navigazione  e per determinare la direzione nord durante la notte. La sua posizione relativamente fissa nel cielo stellato la rende una stella guida utile per coloro che si trovano nelle regioni settentrionali dell’emisfero settentrionale.

A causa della precessione dell’asse terrestre, la posizione della Stella Polare nel cielo cambia lentamente.

Tuttavia, al momento attuale e nei prossimi secoli, la Stella Polare è ancora una buona stella guida per trovare la direzione nord e tra altri 13.000 anni  la nuova “Stella Polare” sarà Vega.

Perché è stata scelta proprio la Polare?

Perché la Stella polare è la stella più luminosa in prossimità del Polo Nord celeste e quindi, per necessità di orientamento, la prima visibile al crepuscolo in quella direzione.

Attraverso la tecnica fotografica denominata “startrails”, ovvero traccia delle stelle, ho impresso con la macchina fotografica il movimento apparente delle stelle attorno al Nord.

 

 

 

In questa veduta ad ampio campo, si notano tutte le stelle circumpolari che ruotano (apparentemente) nell’arco di circa 4 ore, attorno al Polo Nord Celeste.

Queste stelle, alle latitudini italiane, non tramontano mai ma restano sempre presenti in cielo ed alcune visibili a partire dal crepuscolo serale fino a quello mattutino.

La Stella Polare, come tutte le altre stelle, non è fissa ma compie anche lei, in un giorno, un giro completo attorno all’asse terrestre.

Noi, fotografando la stella Polare tutta la notte, possiamo catturare solo un arco di questo tragitto che si completa poi nelle ore diurne, quando la Polare non è visibile.

Le notti dei Solstizi e degli Equinozi ho seguito la traccia della polare per ricavarne gli archi che quindi variano in base alla lunghezza delle rispettive notti del:

24/25 dicembre 2022 (Solstizio primaverile)

19/20 settembre 2023 (equinozio d’autunno)

19/20 giugno 2023 (Solstizio d’estate)

16/17 marzo (Equilux)

 

La differenza di arco più evidente è quella tra la notte del solstizio d’estate e quella del solstizio d’inverno che ho messo a confronto nel video seguente:

 

 

 

 

Ho disegnato un quadrato attorno al cerchio completo che costituirebbe la polare e il risultato finale è un’illusione ottica: l’illusione di Ehrenstein
L’illusione costituita da un quadrato posto all’interno di cerchi concentrici. Questa particolare illusione è stata ampiamente esaminata da Walter Ehrenstein. Nonostante i lati del quadrato siano diritti, sembrano curvarsi verso l’interno. Questa distorsione si verifica perché i cerchi concentrici creano un’illusione di prospettiva. Il cervello interpreta l’immagine come dotata di profondità, risultando in una percezione modificata del quadrato rosso.

 

 

L’immagine sottostante è invece il lavoro completo con anche la traccia dell’Equinozio di Autunno e l’Equilux di Primavera

My latitude: 36°51’56.4″N 14°47’42.9”E https://goo.gl/maps/ESq5fCbJizTZkC1D6 Modica (Sicily/ITA)

Used equipment: Nikon d7100 + 600mm; (intervalometer 27); F6.3 ISO100; t/25

 

Tutte le riprese sono iniziate quando la Stella Polare è apparsa in cielo e quindi dall’ora del Crepuscolo Nautico serale e durate  fino all’ora del Crepuscolo Nautico mattutino.

 

WINTER SOLSTICE:

Sunset at 4:48 pm

Nautical evening twilight occurs at 5:49 pm

Morning nautical twilight occurs at 6:08 am

sunrise occurs at 7:10 am.

The total duration of the night is 14h21m/ the duration of the day: 9h:38m

The polar therefore, for the winter solstice, was taken from 5:49 pm to 6:08 am or 12h and 19m

 

SUMMER SOLSTICE:

 

Sunset at 7:22pm

Evening Nautical Twilight: 8:32pm

Morning Nautical Twilight 3:32

Sunrise at 4:41 am

Duration night: 9h18m

Duration day: 14h41m

The polar therefore, for the summer solstice, was taken from 8:32 pm to 3:32 am or for 7 hours

 

 

AUTUMN EQUINOX:

 

Sunset at 5:55 pm

Nautical evening twilight occurs at 6:51 pm

Morning nautical twilight occurs at 4:53 am

Sunrise occurs at 5:23 am.

The total duration of the night is 11h45m/ the duration of the day: 12h:12m

 

 

Spring EQUILUX:

Sunset at 6:08 pm

Nautical evening twilight occurs at 7:04 pm

Morning nautical twilight occurs at 5:13 am

Sunrise occurs at 6:09 am.

The total duration of the night is 12h02m/ the duration of the day: 12h:00m

 

 

 

 

 

 

La differenza tra Equinozio ed Equilux

L’equinozio di primavera (e d’autunno) si verifica quando il Sole attraversa l’equatore celeste. In questi momenti il giorno e la notte dovrebbero teoricamente avere la stessa durata, ma in realtà non è proprio così.

Il motivo è che il sole non è un punto ma ha una dimensione e un diametro che misura 32′. Ciò significa che bisogna tenere in considerazione anche il tempo atteso dal momento in cui il lembo inferiore del Sole tocca l’orizzonte a quando il lembo superiore del Sole tocca l’orizzonte e questo tempo non è nemmeno mai preciso perché la luce solare si piega quando entra nell’atmosfera terrestre.

Il che fa sì che i raggi del sole siano visti pochi minuti prima che appaiano effettivamente all’orizzonte e pochi minuti dopo che è tramontato. Questo fenomeno è noto come rifrazione atmosferica.

Forma e dimensione del disco solare

Per questo motivo l’Equilux, il momento in cui il giorno e la notte hanno effettivamente la stessa durata, si verifica pochi giorni prima dell’equinozio di primavera.
La notte dell’Equilux di Primavera e della ripresa della polare corrispondeva appunto al 16/17 Marzo

L’Equilux può variare leggermente a seconda della latitudine e della posizione geografica e, alla mia latitudine, avviene solitamente qualche giorno prima dell’equinozio.

L’Equilux in prossimità dell’Equinozio di autunno 2023 si verifica invece tra la notte del 26 e 27 settembre.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La rotazione della Stella Polare durante le notti dei solstizi e degli equinozi

Il Polo Nord Celeste in 24 ore durante il Solstizio d’Inverno

L’immagine ritrae un primo piano sul Polo Nord Celeste (segnato di rosso) e ripreso per 24 ore.

Il periodo scelto è quello che va dal crepuscolo serale del 12 dicembre al crepuscolo serale del 13 dicembre.

La scelta è stata dettata da due condizioni:

  • era la notte più prossima al solstizio invernale senza luna
  • le previsioni meteorologiche di queste due giornate garantivano un cielo senza nuvole per l’intera durata degli scatti.

L’immagine finale evidenzia, nella parte notturna, la rotazione apparente della Stella Polare rispetto al Polo Nord Celeste.

La Polare non è la stella più vicina al Nord, ma la più luminosa in prossimità del PNC, diventando visibile, ad occhio nudo, durante il crepuscolo nautico. La persistenza della Stella Polare in prossimità del Polo Nord Celeste è stata storicamente sfruttata dai navigatori per orientarsi durante i viaggi notturni.

L’immagine offre spunti per alcune riflessioni: durante il Solstizio d’Inverno, il Sole sorge e tramonta nel punto più lontano dal Polo Nord Celeste. A mezzogiorno, nonostante l’apparenza di un cielo più limpido, il Sole si trova nel punto più lontano da nord nel suo percorso quotidiano, risultando in cieli blu scuro in direzione del Polo Nord Celeste. La variazione degli archi diurni e notturni, in base alle latitudini terrestri, aggiunge ulteriori elementi di considerazione. Potrebbe aiutare nella comprensione della rotazione terrestre, dell’inclinazione dell’asse e di altri fenomeni celesti correlati.

 

 

Dati, strumenti ed elaborazione

Per catturare il Polo Nord Celeste insieme alla Stella Polare, ho utilizzato un teleobiettivo da 600mm. Scattando ogni 5 minuti per 24 ore, ho lasciato la macchina fotografica immobile, garantendo continuità nel processo. La priorità AV e fissare il bilanciamento del bianco sono stati impostati per ottenere un passaggio coerente di luce e colore.

Camera: Nikon D7150, 600mm; f 6,3 ISO 100

Durante l’elaborazione, ho estratto uno scatto ogni ora per creare uno star trails notturno. Inoltre, ho ritagliato segmenti del cielo diurno ogni ora, evidenziando il passaggio graduale dei colori durante la giornata. Per i crepuscoli, ho estratto spicchi ogni 10 minuti, mostrando la transizione dal giorno alla notte e evidenziando la persistenza della Stella Polare rispetto alle altre stelle durante questo periodo.

 

Posizione degli scatti:36°51’56.4″N 14°47’42.9″E

Solstizio inverno: il sole sorge a 120° (119°) dal nord e tramonta a 120° (141°) dal nord

Solstizio estate: il sole sorge a 60° dal nord da e tramonta a 60° (300°) dal nord

13 dicembre

Tramonto ore 16:44

Nautico ore 17:45

Alba ore: 7:03

Nautica: 6:02

Giorno: da Alba nautica a Tramonto nautico: 11:43

Notte: da Tramonto Nautico ad Alba nautica: 12:17

Lunghezza giorno: 9:40 minuti

Lunghezza notte: 14:19 minuti da ora tramonto Sole a ora alba Sole

 

21 dicembre

Tramonto ore: 16:48

Nautico: 17:49

Alba ore: 7:10

Nautica: 6:08

Lunghezza giorno: 9:38

Lunghezza notte: 14:21

Giorno: da Alba nautica a Tramonto nautico: 11:42

Notte: da Tramonto Nautico ad Alba nautica: 12:19

 

Vedi anche

La rotazione della Stella Polare durante le notti dei solstizi e degli equinozi

 

 

Théâtre optique

Il Polo Nord Celeste in 24 ore durante il Solstizio d’Inverno

Gegenshein

Un fenomeno che stiamo perdendo

Nel punto antisolare e quindi a 180° dal Sole, intorno la mezzanotte nelle notti buie in tardo autunno, è possibile osservare un fenomeno sempre più raro: il Gegenshein o Counterglow

Si tratta di un debole bagliore, in pieno cielo buio, dato dalla luce solare retrodiffusa dalla polvere interplanetaria.

Purtroppo, condizione necessaria per l’osservazione, è trovare un luogo estremamente buio.

E’ davvero difficile ai giorni nostri e se continuiamo ad illuminare le nostri notti senza badare a sprechi e a tipi di illuminazione più sostenibile, questo fenomeno non sarà più osservabile, verrà cancellato.

 

 

Per catturarlo, nell’emisfero boreale, ho atteso il momento migliore, ovvero quando il punto antisolare si sarebbe distanziato dal bagliore della Via Lattea e si sarebbe alzato in cielo in una notte buia e senza Luna.

Il 31 ottobre, mi son diretta verso una zona molto buia tra le montagne dei Nebrodi in Sicilia.

Ho portato con me un misuratore di SQM per verificare, nel caso fossi riuscita ad osservare il fenomeno ad occhio nudo, quanto buio possa tornare utile per l’osservazione.

Ho atteso che il primo quarto di Luna tramontasse (alle ore 10:20 pm), la misurazione alle 10:45 dava un SQM di 21,19, ho alzato lo sguardo ed ho individuato per primo il bagliore della la Via Lattea.

Ho poi spostato lo sguardo sopra la costellazione del Toro ed ho percepito un lievissimo bagliore la cui identificazione migliorava se non lo osservavo in maniera diretta.

 

Ho provato un grande stupore nel riconoscere quel bagliore, tante volte guardo il cielo e riconosco costellazioni, pianeti…quella sera c’era qualcosa in più da osservare e fotografare.

Ho quindi fatto degli scatti astroinseguiti di 2 minuti ed ho poi elaborato l’immagine senza forzare nulla. Ho voluto lasciare il bagliore debole così come ricordo di averla osservato.

Altri oggetti in questo cielo sono illuminati dal Sole: osserviamo Giove, che da poco è stato proprio in corrispondenza del punto antisolare e quindi in opposizione e poi si vede Marte.

 

Gegenshein

Caterpillar: Volcanic Vortex Rings

Gli anelli di gas vulcanici sono un fenomeno piuttosto spettacolare e relativamente raro legato all’attività vulcanica. Si formano quando un vulcano emette gas in modo tale da creare un vortice circolare, simile a un anello di fumo.

 

 

 

Il video mostra alcuni dei passaggi che portano alla formazione degli anelli :

  1. Emissione di Gas: Il fenomeno inizia con l’emissione di gas da una fessura o un’apertura relativamente stretta nella crosta del vulcano. Questi gas possono includere vapore acqueo, anidride carbonica, zolfo, e altri composti volatili presenti nel magma.
  1. Temperatura e Pressione: L’emissione di gas avviene spesso con un certo grado di violenza, a causa delle alte pressioni nel sottosuolo e delle differenze di temperatura tra il gas caldo e l’aria circostante più fredda. Quando questi gas caldi e pressurizzati fuoriescono rapidamente nell’atmosfera, possono innescare la formazione di vortici se le condizioni sono giuste.
  1. Formazione del Vortice: Perché si formi un anello di gas, il gas deve essere espulso in modo tale che il flusso d’aria attorno all’apertura del vulcano crei un vortice. Questo può avvenire se il gas fuoriesce in modo pulsato o se esistono condizioni aerodinamiche particolari attorno all’apertura. Il vortice, essendo un anello di aria che ruota rapidamente, trascina con sé il gas e le particelle di cenere, formando visivamente l’anello di fumo.
  1. Stabilità dell’Anello: Gli anelli di gas vulcanici possono mantenersi stabili e visibili per diversi minuti, viaggiando per chilometri nell’atmosfera prima di dissolversi. La loro stabilità dipende dalla coerenza del vortice e dalle condizioni atmosferiche, come la velocità del vento e l’umidità dell’aria.

 

La formazione di anelli di gas è più comune in alcuni vulcani rispetto ad altri, a seconda della forma delle aperture eruttive e delle caratteristiche delle emissioni di gas. Questo fenomeno è stato osservato in vulcani come l’Etna in Italia e lo Stromboli, dove le condizioni particolari favoriscono la formazione di questi impressionanti anelli.

Oltre alla geometria dell’apertura vulcanica e alle caratteristiche del flusso di gas, un altro fattore che può influenzare la formazione degli anelli di gas sono le onde acustiche generate dai boati vulcanici. Durante le esplosioni all’interno del vulcano si producono potenti onde acustiche generate da rapidi cambiamenti di pressione nell’aria. Queste onde interagiscono con il gas espulso attraverso le fessure del vulcano, inducendo pulsazioni nel flusso di gas. Queste pulsazioni possono aiutare a formare e stabilizzare un vortice circolare di gas e cenere, che si manifesta visivamente come un anello di fumo, appunto. Le onde acustiche, quindi, non solo contribuiscono alla modulazione del flusso di gas, ma possono anche stabilizzare il vortice una volta formatosi, permettendo agli anelli di rimanere coesi e visibili mentre si allontanano dalla fonte.

Questi fenomeni, noti come “volcanic vortex“, sono ancora oggetto di studio a causa della loro rarità e sono stati riprodotti in laboratorio proprio per comprenderli meglio. Tra gli esperti che si dedicano a questi studi figurano numerosi scienziati italiani, tra cui Fabio Pulvirenti, membro senior del NASA’s Jet Propulsion Laboratory.

Boris Behncke, vulcanologo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Catania ha osservato recentemente su Facebook come nessun vulcano sulla Terra produca tanti anelli di vapore quanto l’Etna. “Dalla piccola bocca che si è aperta il 2 aprile sull’orlo nord-orientale del Cratere di Sud-Est, sono usciti sbuffi di gas incandescente. Il mattino dopo era evidente che questi sbuffi stavano producendo una quantità impressionante di anelli di vapore e da allora questa attività sta andando avanti, avendo emesso già centinaia se non migliaia di questi graziosi anelli.”

È probabile che le emissioni di queste ore abbiano dato agli scienziati occasioni più spettacolari e suggestive delle simulazioni in laboratorio.

Per noi fotografi rimangono spettacoli unici e di straordinaria perfezione.

Analemma o Anello e l’ombra proiettata sul vulcano

Un “analemma” di vapore sopra il cratere dell’Etna? Si tratta di una percezione data dalla prospettiva: infatti, l’ombra proiettata sul vulcano rivela la sua forma circolare.

Anche l’analemma del sole viene percepito come una figura bidimensionale che rappresenta il movimento del sole durante l’anno visto da un osservatore terrestre, ma in realtà è un’ellisse.

 

 

L’anello e la Luna

Congiunzione Luna Marte e Saturno

Anelli notturni del 7 Agosto 2023

Anelli in primo piano

Altre immagini e video

 

ARTICOLI E STAMPA

ANSA

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO

IL SOLE 24 ORE

https://www.lasiciliaweb.it/2024/04/letna-e-i-suoi-anelli-che-foto/

 

https://www.spaceweather.com/archive.php?view=1&day=11&month=04&year=2024

 

Gli anelli di gas sull’Etna “firmati” da Marcella Pace: per la Nasa immagini spettacolari

 

 

Caterpillar: Volcanic Vortex Rings

Superior Mirage

 

 

 

 

 

 

L’immagine è composta da tre foto della stessa isola, anche se non sembra. Questa è l’isola di Linosa (Italia) fotografata dall’isola di Lampedusa situata a circa 45 km di distanza.

L'”immagine reale” dell’isola vulcanica di Linosa è quella posizionata nella parte inferiore e si possono distinguere chiaramente il Monte Nero (107 m slm) e il Monte Rosso (186 m slm).

Le due immagini posizionate in alto, invece, mostrano una magia degli strati più bassi dell’atmosfera: un miraggio generato da una forte inversione termica che ha cambiato l’aspetto del Monte Nero (prima foto) e del Monte Rosso (seconda immagine).

La luce, incontrando strati di varie temperature (in questo caso abbiamo lo strato di aria calda al di sopra di quella fredda) e densità, si piega verso gli strati più densi. Nel caso dei miraggi superiori, l’immagine è quindi capovolta, specchiata verso l’alto negli occhi di un osservatore. I vecchi crateri vulcanici dell’Isola di Linosa appaiono allungati e le cime, ribaltate dal miraggio superiore, si trasformano in guglie o altipiani.
Ci troviamo tra le isole del mare che ospitano il mitico Miraggio della Fata Morgana.

 

The image is made up of three photos of the same island, even if it doesn’t look like it. This is the island of Linosa (Italy) photographed from the island of Lampedusa located about 45 km away.
The “real image” of the volcanic island of Linosa is the one positioned at the bottom and Monte Nero(107 m sl) and Monte Rosso (186 mt sl) can be clearly distinguished.
The two images positioned at the top, instead, show a magic of the lower layers of the atmosphere: a mirage generated by a strong thermal inversion that changed the appearance of Monte Nero (first photo) and Monte Rosso (second image).
 Light, encountering layers of various temperatures (in this case we have the layer of hot air above the cold one) and density, is bent towards the denser layers. In the case of higher mirages, the image is thus reversed, mirrored upwards in the eyes of an observer. The old volcanic craters of the Linosa Island appear elongated and the peaks, overturned by the superior mirage, are transformed into spiers or plateaus.
We are located among the islands of the sea that hosts the legendary Mirage of the Fata Morgana.

Day. 20/6/21

Position: https://goo.gl/maps/RYMDaLMxVCZ3ezaB6

Height: 70 mt about

Distance from Linosa Island: about 45 km

Duration: from 13:00 pm to 17:00 pm

 

Altre immagini di miraggio superiore ripresi dalla provincia di Ragusa

 

 

Miraggio multiplo ripreso sullo Stretto di Messina da Gallico (Reggio Calabria)

 

L’immagine mostra la stessa nave in 5 momenti in cui ha assunto forme diverse.
La rifrazione atmosferica cambia l’aspetto della nave:
La luce, incontrando strati di varie temperature (in questo caso abbiamo lo strato di aria fredda sopra quella calda) e densità, si piega verso gli strati più densi. Nel caso dei miraggi superiori, l’immagine è quindi capovolta, specchiata verso l’alto per gli occhi di un osservatore.

La parte superiore della nave sembra sospesa su un filo, una compatta scia di nebbia. In realtà potrebbe essere la linea riflessa dell’orizzonte marino. Nelle immagini due e tre vediamo che la nave è stata scomposta in più immagini, in tre capovolgimenti; è un miraggio multiplo.
L’ultima immagine mostra l’aspetto reale della nave che galleggia sopra un effetto di dispersione con vari colori.

 

The image shows the same ship in 5 moments in which it took different shapes.
The atmospheric refraction changes the aspect of the ship:
Light, encountering layers of various temperatures (in this case we have the layer of cold air above the hot one) and density, is bent towards the denser layers. In the case of Superior mirages, the image is thus reversed, mirrored upwards for the eyes of an observer.
The upper part of the ship seems to be suspended on a thread, a compact trail of fog. In reality it could be the mirrored marine horizon line. In images two and three, we see that the ship has been broken down into more images, in three overturns; it’s multiple mirage. 
The last image shows the actual appearance of the ship floating on top of a dispersion effect with various colors.

Day: 27 May 2021

Position: Gallico (Reggio Calabria) Italy

Height: 7 mt about

 

 

Superior Mirage

La forma della Terra sperimentata con una PIATTA-FORMA

Dare spazio e parlare di teorie terrapiattiste sembra dover mettere in discussione nuovamente la teoria consolidata della forma del nostro pianeta.

Parlare della terra piatta nel 2023 è ridicolo e lo diventa quasi anche chi ne continua a dimostrare la sfericità.

Tuttavia, ritengo che più che la teoria sia da prendere in analisi l’assurdità di negare qualcosa che l’uomo ha già avuto modo di verificare più volte e che, quando vuole, può continuare a trovare conferma semplicemente osservando…

Perché negare quindi l’evidenza?

L’unico movente che fa urlare a gran voce con convinzione che una cosa comprovata sia in realtà falsa è il semplice fatto che potrebbe fare più notizia se la si rimette in dubbio piuttosto che unirsi al resto del mondo che la prende come affermazione talmente vera che non vale più la pena mettere in discussione…

Ma perché negare l’evidenza?

Se si mette in discussione la forma della Terra, si attira l’attenzione su di sé più di quanto si potrebbe fare affermando che la Terra è una sfera, un geode di rotazione…

In “sintesi sintetica”: a chiunque piace essere uno dei pochi piuttosto che uno dei tanti

Credo che si nasconda questo dietro il desiderio di dire che non siamo mai stati sulla Luna, che la Terra sia piatta e continuando a farsi portavoce di questa teoria e familiarizzando con dimostrazioni tipiche, la persona arriva a convincersi che quel che millantava per convenienza di visibilità sia la “reale realtà”.

Fatta questa premessa per lungo tempo ho tralasciato, per non dare troppa importanza,  le varie segnalazioni di uso improprio del mio sito e delle mie foto durante le conferenze nazionali dei terrapiattisti italiani finché non ho scelto di accogliere una proposta di un lavoro prettamente didattico che vuole essere un invito all’osservazione, che evidenzia la percezione della curvatura terrestre e che dimostra effetti di rifrazione in base alla quota di osservazione.

Un esperimento semplice che chiunque può ripetere portandosi con sé anche un semplice bionocolo.

 

e così…

ho realizzato un lavoro fotografico, commissionato dall’astrofisico Paolo Colona dell’Accademia delle Stelle, per corredare la sua stesura di 10 motivazioni per cui la terra non è piatta (si narrerà nel 4056 che nel 2023 ne avessimo ancora bisogno).

e…forse fu per gioco o forse per amor…dell’ironia, il soggetto che ho scelto per questo lavoro è una PIATTA-FORMA.

Si tratta della Piattaforma Vega, posta tra la Sicilia e le isole maltesi, a largo delle coste ragusane.

 

 

 

POSIZIONE PIATTAFORMA VEGA

Longitudine (WGS 84) 14,625491
Latitudine (WGS84) 36,540638

https://goo.gl/maps/QJenf9V2UFFhnapb8

Altezza Piattaforma Vega: 69 mt

Distanza dalla costa: circa 12 miglia o 22 Km a largo di Pozzallo

 

La scelta è ricaduta, oltre che per il nome, anche per una caratteristica: è fissa in un punto sul mare posto ad una distanza tale che dalla costa di Marina di Ragusa e più precisamente, a partire dal livello del mare, io potevo fotografarla perché visibile sull’orizzonte e quindi, partendo dalla spiaggia e inerpicandomi per le dolci salite che risalgono gli altipiani iblei, avrei potuto fotografare la Piattaforma a varie altezze di punti di osservazione.

 

 

 

0,5 mt slm

Posizione

Il punto più basso da dove ho fotografato è su una spiaggia del lungomare di Marina di Ragusa.

Dal livello del mare, sono visibili solo le gru della piattaforma Vega, la restante parte della Piattaforma è nascosto sotto la curvatura terrestre, sotto il nostro orizzonte visibile posto ad una distanza di poco più di 3 km.

E’ vero, la piattaforma non è a 3 km di distanza ma se consideriamo la sua altezza dal livello del mare, circa 69 mt, ecco che allora, non vediamo la piattaforma dalla base ma solamente le estremità.

 

1,5 mt slm

Posizione

A questa altezza notiamo l’effetto della rifrazione che ha dato origine ad un miraggio inferiore e parte delle gru appaiono ribaltata sulla linea dell’orizzonte.

 

 

 

3 mt. slm

Posizione

Essendoci alzati di livello, osserviamo anche la Piattaforma ed essendo che ci siamo posti sopra la linea di scambio di temperatura che ha generato la rifrazione, il Miraggio inferiore non è posto più sulle gru ma appare sul corpo della Piattaforma.

 

 

6 mt. slm

Posizione

Sempre più parti della Piattaforma sono visibili ed anche la linea del miraggio si è spostata più in basso

 

30 mt. slm

Posizione

Ci siamo sollevati al punto che risulta visibile la piattaforma quasi dalla base. Abbiamo anche superato la linea del miraggio che quindi non è più posta sopra l’orizzonte.

 

55 mt. slm

Posizione

 

 

100 mt slm

Posizione

Ecco che la linea dell’orizzonte non è più posta alla base dell’immagine della Piattaforma ma è dietro di lei. Ciò vuol dire che stiamo osservando la Piattaforma a Partire dalla sua base.

 

 

180 mt. slm

Posizione

 

 

300 mt slm

Posizione

 

La linea dell’orizzonte sta quasi superando anche l’estremità della gru che risulta ancora con lo sfondo del cielo, la stessa estremità che vedevamo quando era stata fotografata a 0,5 mt slm.

 

515 mt. slm

Posizione

Il punto più distante è posto ad una quota di circa 500 mt di altitudine. Ormai il cielo non fa più da sfondo alla piattaforma ma il suo sfondo è il mare.

Da questa quota, innalzandoci ancora vedremo una prospettiva diversa della Piattaforma ma pur sempre immersa nello sfondo del mare.

 

Tutto questo non sarebbe possibile se vivessimo in una terra piatta.

Ringrazio Paolo Colona per questa collaborazione e suggerisco i suoi approfondimento su questo lavoro nel sito di Accademia delle Stelle

 

Il video animato:

 

La forma della Terra sperimentata con una PIATTA-FORMA

Mock Mirage Moon

Al tramonto o al sorgere della Luna o del Sole,  strati di aria di densità differente (dovuta a differente temperatura) sopra la linea dell’orizzonte generano un particolare tipo di miraggio durante il passaggio del disco solare o lunare, conosciuto come Mock Mirage.

 

Influenzate dalla distanza tra questi strati, si formano delle fratture all’emisfero nord e sud del disco mentre attraversa questa fascia degli strati di inversione, come delle fette di luce fluttuanti sopra o sotto il disco lunare. Il lembo superiore della Luna sembra proprio distaccarsi da essa anticipando il suo passaggio e assumendo una colorazione verde prima (il Green Flash) e rossa dopo.

Appena la parte inferiore del disco lunare attraversa lo strato di inversione termica, anche dal suo lembo inferiore cominciano a staccarsi “isole di Luce” che non è mai verde ma ha sempre una colorazione rossa.

Il Mock Mirage sulla Luna è più spettacolare di quello del Sole perchè, avendo mari e crateri, si possono osservare come la rifrazione agisce su di essi deformandoli, sdoppiandoli, triplicandoli… Ecco alcuni esempi dati da un confronto con la stessa Luna, ripresa alta sull’orizzonte:

 

Qu osserviamo il Cratere Tyco come si comporta mentre attraversa il condotto termico:

 

 

 

VIDEO: 

 

Tulle le immagini della sequenza:

 

 

 

Moon Trails with Mock Mirage Moon 16 July 2022

What does this picture portray?

It is not a monster as it might seem 😛

These are sequential and stacked shots of the rising of the moon.

In practice it is a Moon trails with also the trace of a ship that passed in coincidence.

 

The peculiarity is that the strip obtained shows how the atmospheric refraction deflects the path of the moon. Paying attention, you can also notice the streaks of seas and craters that are diverted in their path, in fact, in the low range they follow a path that they then interrupt.

 

The Moon has risen on a layer of strong thermal inversion which is the same that originates the superior mirages and its image has undergone a strong refraction that has generated the suggestive Mock mirage or M-Mir, with also the curious shape defined “in -hat “. https://atoptics.co.uk/atoptics/sunmir.htm

 

 

 

 

All Sequence

 

 

 

Moon Trails with Mock Mirage Moon 16 July 2022

 

 

All Sequence

 

 

 

 

 

Refraction and Scattering

 

Mock Mirage Sun

Some observations and an experiment on the Green Flash

 

 

Mock Mirage Moon

La Nuvola e la Venere di Botticelli

Era una di quelle giornata in cui il cielo attirava l’attenzione con varie formazioni particolari di cirri (Uncinus, Fibratus e Vertebratus), sparse soprattutto ad ovest. L’est invece era sgombro, anche se si intravedeva una lieve velatura.

 

Io mi trovavo nella mia casa nella campagna modicana, nella Sicilia  sud-orientale e guardando proprio ad est, un cirro (Cirrus Intortus) vagava isolato sfilacciandosi e prendendo una forma che anche un non troppo fantasioso osservatore, avrebbe potuto riconoscere come una figura umana, bianca e sospesa nell’azzurro cielo. Figura che, tra l’altro, persistette in cielo per circa 30 minuti, consentendomi sia di montare un teleobiettivo sulla mia macchina fotografica che di effettuare anche alcune riprese a mano libera, cioè senza cavalletto. Già al primo scatto, osservando la nuvola da vicino, trovai una forte somiglianza con la Venere di S. Botticelli (la “Nascita di Venere”). Ne riconoscevo la lunga chioma, la conchiglia ai piedi e la postura riservata, composta e pudica.

 

Io sono anche particolarmente prona alla “pareidolia”, che è l’esigenza, quasi la necessità, di riconoscere su oggetti, pietre, nuvole, immagini antropomorfe, animali, cuori o altri oggetti, differenti da quello osservato.

Pareidolia

 

Poiché i cirri sono nubi che si sviluppano ad altezze molto elevate, non mi ha sorpreso vedere la stessa formazione ripresa anche da altri posti in Sicilia Sud Orientale.

 

Un amico, Mario Occhipinti, ha sovrapposto al mio scatto la Venere originale del Botticelli, così da avere un confronto immediato delle due figure.

 

Persino la Natura ha voluto esprimere il proprio amore per Botticelli e il genio artistico italiano.

 

 

 

 

https://www.agi.it/scienza/news/2021-05-16/nuvola-cirro-venere-12564230/

https://tg24.sky.it/cronaca/2021/05/17/astrofotografa-venere-botticelli

https://it.sputniknews.com/20210517/la-venere-di-botticelli-appare-fra-le-nuvole-nel-cielo-della-sicilia-dellest–10559132.html

https://lurlo.news/la-venere-di-botticelli-nel-cielo-siciliano/

Marcella Giulia Pace, fotografa ragusana apprezzata dalla Nasa, immortala “la Venere di Botticelli” fra le nuvole

La nuvola che somiglia alla Venere di Botticelli

https://initalia.virgilio.it/sicilia-nuvola-venere-botticelli-47887

Meteo, la “Venere” di Botticelli tra le nuvole: la suggestiva forma di un cirro sopra Ragusa [VIDEO]

Meteo, la “Venere” di Botticelli tra le nuvole: la suggestiva forma di un cirro sopra Ragusa [VIDEO]

 

La Nuvola e la Venere di Botticelli

Colors of the Moon

 

Questa immagine è stata pubblicata dalla NASA, l’11 novembre 2020 e il 15 maggio 2022, come immagine astronomica del giorno.

On 11 November 2020, this image was published by NASA: APOD

On 15 May 2022, this image was republished by NASA: APOD

Nel 2023 l’immagine delle 48 lune è stata inserita nel numero di febbraio della rivista internazionale National Geographic:  qua un’anticipazione sul sito di NAT GEO
I have collected some of my Full Moon shots taken over the past 10 years. I selected the shades of color with which the Moon was filmed in front of my lens and my eyes.
The atmosphere gives different colors to our satellite (scattering) based on its height with respect to the horizon, based on the presence of humidity or suspended dust. The shape of the Moon also changes: at the bottom of the horizon, refraction compresses the lunar disk at the poles and makes it look like an ellipse. And this is one of the reasons why I have chosen to present my Full Moons through a spiral arrangement that ends with a lunar eclipse.

 

Ho raccolto tutte le mie Lune Piene riprese negli ultimi 10 anni.

Le ho catalogate per colorazione per poi riorganizzarle in una palette per gradazione e sfumatura di colore.

In questa fase mi ha sorpreso ritrovarmi delle Lune di colorazioni che sul momento non avevo colto. Non ricordavo di aver fotografato, ad esempio, una Luna marrone ( le lune n° 29 -30) o che la Luna rosa fosse di un rosa incandescente (la Luna n° 2).
Solo mettendo la Luna “marrone” accanto a quella gialla mi son accorta di quanto fosse marrone e di quanto quella gialla fosse gialla.

Incredibile come all’occhio umano basti così poco per essere ingannato.

Gianni Sarcone, esperto di illusioni ottiche, riferisce che questo effetto è denominato “contrasto simultaneo di chiarezza”.

Ma come è possibile che la Luna abbia tutte queste colorazioni?

Non è la Luna a cambiare colore ma sono gli strati della nostra atmosfera a donarle colorazioni differenti in base alle composizione (polveri vulcaniche, strati di nubi sottili, inquinamento…) . Soprattutto, quindi, è la bassa atmosfera che genera colorazioni più svariate.

E’ nella bassa atmosfera infatti, che si depositano polveri sulle quali, in base alla loro dimensione, agisce lo scattering diffondendo alcune colorazioni dello spettro e facendone penetrare altri.

Fattore importante è anche l’obliquità dei raggi che attraversano l’atmosfera quando gli astri sono bassi.

La Luna, il Sole e gli altri astri, bassi sull’orizzonte, subiscono in maniera più evidente il fenomeno di diffusione denominato “Scattering” che trasforma la luce bianca in varie gradazioni che vanno dal rosso al giallo.

I didn’t notice all the colors that our atmosphere gives to our satellite before starting this work: I did not remember having photographed, for example, a brown Moon or that the purple Moon was such an incandescent purple. Only by putting the “brown” Moon next to the yellow one did I realize how brown the brown was and how yellow the yellow was.
This effect in the field of “optical illusions” is called “simultaneous contrast of clarity”. Even the purple Moon, if left with the background of its sky, did not appear so purple but placed next to the pink ones and in the vortex of duller colors it seems as if it had turned on.

Nella mia immagine una componente di modifica del colore potrebbe comunque essere data dall’uso di varie strumentazioni che ho adoperato per ritrarla in tutti questi anni.
Anche le impostazioni differenti di scatto e post-produzione non determinano un confronto fedele.
Comunque sia, la gradazione di colorazione varia di poco, di qualche sfumatura essendo che, nessuna di queste lune, ha subito forzature nell’elaborazione del colore e non è stato usato mai alcun filtro.

 

In the last 10 years I have had various models of cameras and therefore they were not all taken with the same instrument.
Also the shooting settings have always been different.
 All the Moons have been processed (with Photoshop) over time but without emphasizing the color, I love the atmospheric optical phenomena and I try, as far as possible, to strictly stick to what I see.
For this work I did not rework the images, I just pulled out the Moons from the original pictures.

 

Di seguito riporto l’immagine con le lune numerate e, in base alle richieste di approfondimento  che ricevo sulle singole lune, aggiorno questa pagina corredandola con l’immagine originale richiesta e relative informazioni.

 

Moon n° 2

When the Moon appears pink?

 

The answer lies in the Full Moon of 31 July 2021, which arose with a particularity that can explain when and why the Moon with this unusual color occurs:

 

 

Why Pink Moon? Colors Of The Moon in a Moonrise 23 July 2021

 

La Luna rosa nella composizione a spirale è quella del 12 Marzo 2017

The pink Moon in the spiral composition is that of March 12, 2017

 

Anche il 12 Marzo 2017, il tramonto del Sole è coinciso con il sorgere della Luna:

il Sole è tramontato alle 18:06 a 267°O e la Luna è sorta alle 18:06 a 85°E.

Un passaggio di guardia molto stretto che ha mostrato gli astri presenti in cielo nello stesso istante alla stessa altezza sull’orizzonte. Una condizione davvero singolare.

Per testimoniare questo evento ho scelto una località specifica aperta sull’orizzonte marino da est ad Ovest: l’isola delle Correnti (Sr) 36°38’54.6”N 15°04’48.8”E.




This is the Moon of March 12, 2017 which had the particularity of rising, in my latitude, at the same moment in which the Sun was setting. The Sun set at 6:06 PM at 267 ° W and the Moon rose at 6:06 PM at 85 ° E. A very narrow alternance that, considering the refraction that delays sunset and anticipates dawn for a few seconds, they both found themselves close to the horizon … A truly unique condition.

To catch this event, I chose a specific location open on the marine horizon from East to West: Isola delle Correnti (Sr) 36°38’54.6 “N 15°04’48.8” E.

 

 

Il motivo per cui assume questa colorazione potrebbe anche essere associato al fenomeno di retrodiffusione:  la Cinta di Venere

The reason why it takes on this color could also be associated with the backscattering phenomenon: the Belt of Venus

Belt of Venus and Earth’s Shadow

 

Ecco altre immagini di altre autori che hanno ritratto la Luna con questa particolare colorazione:

APOD July 2017

 

Stunning photos of pink moon over UK skies

21693-supermoon-full-moon-2013-stargazers-photos.html

 

https://www.space.com/21693-supermoon-full-moon-2013-stargazers-photos.html

 

 

 

 

La Luna n° 48

ECLISSI di Luna: L’ombra della Terra sulla Luna non fa apparire la Luna completamente buia ma la illumina comunque di questo rossore per via dei raggi del Sole che attraversano gli strati di atmosfera proiettandoli sulla Luna.

Eclipse

 

 

And the Sun?

 

Colors Of The Sun

 

 

Sun and Moon In Infinity

 

Questa immagine è la mia personale sintesi della mia fascinazione verso il concetto di infinito ispirato dalla spirale.

La composizione è composta da fotografie (naturali, non ritoccate), scattate lungo l’arco di 10 anni, unite a formare due spirali: una spirale composta da 48 pleniluni e un’altra spirale composta da 48 Soli, unite da una Luna in eclissi (2018) e da un Sole in eclissi (2015), a  creare un movimento infinito.

La scelta della composizione a forma di doppia spirale è legata al fatto che la spirale si collega ai concetti di emanazione, di estensione,  di sviluppo. In particolare all’idea di stessa di continuità ciclica ma progressiva e di creazione, espresse dal senso di rotazione.

Volevo rendere manifesto e prolungare all’infinito il movimento apparentemente circolare dei due astri, trovando nella matematica un punto di accordo innegabile tra posizioni spirituali spesso diverse e che da sempre, ma mai come oggi necessitano una urgente ricomposizione. La spirale è una figura geometrica che si ritrova in tutte le culture: una linea che si avvolge su se stessa.
Già nelle grotte utilizzate nel Paleolitico il significato della spirale è compiutamente espresso e si trova associata a immagini di falci di Luna o di animali dalle corna a forma di falce di Luna, sempre ricollegati alla rappresentazione dei ritmi ciclici della vita, affine ai significati di simboli di energia e di fecondità, legati all’acqua e proprio alla Luna.

In molte culture essa rappresentava il viaggio dopo la morte, il movimento ciclico ascendente e discendente collegato alle fasi lunari, come si può ritrovare in molti manufatti neolitici, simbolo quindi di computo del tempo e di rigenerazione, di movimento e di energia.

Ho scelto di usare la spirale piana, tra le tante forme che può assumere la spirale, perché mi permetteva di partire dal centro per svilupparsi verso l’esterno, perché volevo esprimere l’evoluzione, lo sviluppo la sintropia, ma anche il ricongiungersi con l’altra spirale, che dall’esterno ritorna al centro, a toccare, come due indici sollevati che si sfiorano, anche l’Involuzione, l’inviluppo, l’entropia. Mi piaceva, quindi, che le due spirali apparissero come un labirinto intellegibile e naturale, ma pur sempre un labirinto, a rappresentazione rispettivamente dell’infinito nel perpetuo movimento del divenire e l’infinito eterno ritorno di un viaggio iniziatico, interdetto a coloro che non sono qualificati, un mandala disvelato che accompagnasse l’osservatore in un cammino verso un centro nascosto solo a chi non volesse davvero osservare. Osserviamo sempre troppo poco, quando guardiamo. Per questo, volevo che l’infinito di queste due spirali richiamassero non solo la ciclicità della vita nel macro (la forma di alcune galassie, tra cui la Via Lattea e una spirale), ma anche nel micro e nel mondo naturale costantemente sotto i nostri occhi, spesso troppo distratti, al punto da non riconoscere (o aver dimenticato) i cicli a spirale della crescita di una conchiglia, le corna di un montone, le zanne di un elefante, l’infiorescenza di un girasole, il volteggiare di un rapace sulla preda, i vortici degli uragani.

Ecco perché, per me, questa immagine porta con sé un messaggio di rispetto, attenzione e amore per ogni forma di vita. Alla base di ogni convivenza civile e serena, deve esserci la presa di coscienza che il nostro prossimo non è solo il nostro simile, ma tutte le forme che la vita assume, nel suo perpetuarsi, nel suo vivere, morire e rinascere, per poi morire e rinascere, in un eterno cammino, il cui percorso non è un cerchio con al centro l’uomo ma una spirale di vita. In continua evoluzione.

 

OTHER FREQUENT ASKED QUESTIONS

 

 

Di che colore è la Luna?
Osservando la Luna Piena, sempre dal nostro pianeta,  alta sull’orizzonte,  e vedendola molto chiara, si ha come l’impressione che rifletta buona parte della luce del Sole. La Luna Piena, invece,  ha un albedo molto debole che riflette circa il 7% della Luce del Sole e il suo colore predominante non è il bianco ma molto simile all’ardesia: grigio.
Il motivo per cui ci appare così luminosa è perché non abbiamo altri paragoni di luminosità se non le stelle o il buio del cielo.

Come mai alcune Lune appaiono di forma ovale?

La Luna, così come il Sole,  avvicinandosi all’orizzonte (da circa 0,4° sopra l’orizzonte) comincia a deformarsi e più precisamente, subisce uno schiacciamento sui lembi superiori ed inferiori (come mostrato al minuto minuto 54 del filmato che segue)

La rifrazione è responsabile di questa deformazione che agisce in tutti gli strati dell’atmosfera fino allo strato adiacente al suolo.

 

 

Refraction and Scattering

Forma e dimensione del disco solare

They were not taken from the same position but in different places in Italy where I have lived over the years. On the other hand, the Moon, is shot at various heights with respect to the horizon. The most flattened are those Moons that have just arisen, made oval by refraction.

Is there some sort of time-order to the images


The Moons have been ordered following an order of gradation shades of color and not by temporal order.

Is there a meaning to the spiral pattern? 

When I cut out and brought back all the Moons to fix them, I immediately thought of a spiral shape paying attention more to aesthetic and harmony.
I live in a part of Sicily where there’s plenty of traces of Neolithic populations. The spiral is depicted very often. I am fascinated by the ascending and descending cyclical movement shown by the spiral, comparable to the phases of the moon. The symbol of the spiral was associated with the crescent Moon, as can be seen in many Neolithic artifacts.
During the composition phase, an astrophysicist friend, Salvo Pluchino of mine, also pointed out that the spiral shape recalled the spiraling trajectory that the Moon made in the last 4 billion years, passing from a distance from the Earth of about 30,000km to the current on average of 380,000 km.

Ringrazio Fisica-Mente Aula Studio per aver preso in analisi l’immagine

Where can I buy a print?

I have received several requests for prints of these images and to please everyone I have inserted them on this site: Fine Art America

For those who have special printing needs, you can contact this photographic studio: Nonsolografica (Ragusa-Sicily)
You will only pay for the cost of printing and shipping.
What I ask is that, before proceeding with the purchase, a donation of a minimum of 100 euros be made to an association for the protection of the environment or animals: WWF, LAV, L214
Once you have made the donation and sent the receipt to my email address [email protected], you can proceed with the order through the address: [email protected]

 

 

RASSEGNA STAMPA

PRESS

 

 

ITALY

 

48 sfumature di… Luna! La Foto del Giorno della Nasa è stata scattata da una ragusana

Foto del Giorno della Nasa: lo scatto è della siciliana Marcella Giulia Pace

United Colors of the Moon

48 sfumature di Luna per Marcella Giulia Pace

“I colori della Luna” secondo Marcella Giulia Pace

https://tech.everyeye.it

https://www.radiomontecarlo.net

https://www.triestecafe.it

https://it.geosnews.com

https://www.ansa.it

https://www.lasicilia.it

https://www.meteoweb.eu

https://www.altoadige.it

https://eccellenzemeridionali.it

https://steemit.com

https://www.balarm.it

https://www.focus.it

 

Noviembre 11, 2020. Los Colores de la Luna

https://www.cidehom.com

The Colours Of The Moon

FRANCIA

https://zimonews.com/%F0%9F%94%A5-les-couleurs-de-la-lune-credits-marcella-giulia-pace-%F0%9F%94%A5/

https://www.demotivateur.fr

https://www.lense.fr

 

SPAGNA

 

Colores de la luna

https://culturainquieta.com

 

https://www.muyinteresante.com.

 

 

 

GRECIA

 

Φωτογράφισε την πανσέληνο επί 10 χρόνια – Το αποτέλεσμα μοναδικό

https://www.lifo.gr

UCRAINA

https://texty.org.ua

VIETNAM

https://nguoivietphone.com

 

COREA

 

1Wouldyoulike.org

https://www.insight.co.kr

https://m.post.naver.com

 

TURCHIA

Günün Astronomi Görseli 11 Kasım 2020

 

PERSIA

ماه چه رنگی است؟

https://ejiga.com

 

UNGHERIA

https://pestihirlap.hu

 

BULGARIA

https://spisanie8.bg/

EGITTO

https://www.masrawy.com

 

https://www.alkhaleej.ae

 

BRASILE

https://www.greenmebrasil.com

 

INDIA

https://www.indiatimes.com

 

NY

Photographer Spends 10 Years Capturing 48 Stunning Colors of the Moon

https://kottke.org

Colors of the Moon

 

https://thegazapost.com

http://bharatkalyan97.blogspot.com

https://aworkstation.com

https://isstracker.pl

Colors of the Moon Credit: Marcella Giulia Pace From: Italy Details: Most colorful full moons over 10 years

https://blog.adafruit.com

https://inf.news

https://themindcircle.com

https://www.youtube.com TRT

 

GIAPPONE

https://news.livedoor.com

 

 

 

Colors of the Moon

Why Pink Moon? Colors Of The Moon in a Moonrise 23 July 2021

(Please, find the English version below)

In molti mi hanno chiesto: “Perché, nella mia “collezione di Lune” è presente una Luna rosa?

 

 

La risposta sta nella Luna Piena del 23 Luglio 2021, sorta con una particolarità che può spiegare quando e perché si verifichi la Luna con questa insolita colorazione.

La Luna Piena del 23 luglio, sorse alle 8:11 pm, alla mia latitudine, mentre il Sole tramontò alle 8:14 pm.

Modica (Sicily – Ita)

 

Alla mia latitudine, la rifrazione anticipa il tramonto e ritarda l’alba di circa 2-3 minuti.  Sole e Luna si sono trovati nel cielo allo stesso orario e alla stessa altezza dall’orizzonte.

Stavo aspettando proprio questa Luna Piena perché sapevo che la Luna così bassa sull’orizzonte, al tramonto del Sole, mi avrebbe permesso di fotografarla in molte più sfumature di colori rispetto alle altre Lune Piene.

Infatti quel giorno la Luna, oltre ad attraversare gli strati inferiori dell’atmosfera, che normalmente determinano colori diversi a partire dal rosso al giallo, attraversò diverse condizioni di luce (tramonto, crepuscolo…) e il suo colore iniziale tese al rosa acceso bellissimo della foto.

La Luna sorse alle 20:11 con il cielo ancora azzurro, la foschia non mostrava la Luna all’orizzonte marino, quindi dovetti aspettare circa 6 minuti, prima di vederla, per cui la composizione finale mostra in basso la fascia di cielo ancora azzurra che circonda la Luna e che si presentò di colore rosa alle 20:20

 

 

Perchè non osserviamo questa luna rosa?

– Questo colore rosa, contrastato dall’azzurro del cielo, è forse il più raro da vedere proprio perché è rara la circostanza in cui la Luna Piena attraversa questo specifico strato dell’atmosfera, con queste particolari condizioni di luce.

-Nel momento in cui la Luna sta sorgendo, siamo attratti ad osservare il tramonto del Sole.

-La sua luminosità non è sufficiente per essere evidente nel cielo e per attirare l’attenzione di spettatori.

 

Le strisce lunari sono state riprese a circa 2-3 minuti di intervallo e mostrano la variazione di colore sia della Luna che del cielo, fino alle 21:05.

Nella foto didattica ho inserito l’ora e i minuti di scatto e l’altezza dall’orizzonte e tante miniature della Luna in corrispondenza alle singole strisce.
Nella parte corrispondente alla parte superiore della foto, è la striscia di Luna con il colore che il satellite assume quando è alto nel cielo.

 

Per la buona riuscita di questo esperimento, ho scelto di dare alla fotocamera impostazioni che mi avrebbero consentito di accompagnare a lungo il percorso della Luna senza la necessità di modificare le impostazioni di scatto, con lo stesso bilanciamento del bianco, assicurando la fedeltà di colore rispetto alla mutazione di colore visibile nella composizione finale.

Camera: Nikon D7100; 1/20 sec; f/6; ISO 100

 

Dalle 20:20 alle 20:40 la Luna cambiò colore con tante sfumature. Siamo, infatti, nella fascia oraria in cui il Sole vira dal tramonto al crepuscolo. Le gradazioni di colore di queste sfumature rimasero a lungo tra l’arancio e il giallo fino a raggiungere il bianco/grigio, colore tipico della Luna quando è alta in cielo.

 

Ricordiamo perché la Luna cambia colorazione per un osservatore terrestre:

Colors of the Moon

**************************************************************

English version

Many people ask me: “Why is there a pink Moon in my collection of Moons?”

 

 

The answer lies in the Full Moon of 23 July 2021, which arose with a particularity that can explain when and why the Moon with this unusual color occurs.

The Full Moon of July 23 rose at 8:11 PM, in my latitude (Sicily), while the Sun set at 8:14 PM.

Modica (Sicily – Ita)

At my latitude, refraction anticipates sunset and delays sunrise by about 2-3 minutes. Sun and Moon were in the sky at the same time and at the same height from the horizon.

I was waiting for this Full Moon because I knew that the Moon so low on the horizon, at sunset, would allow me to photograph it in many more shades of colors than the other Full Moons.

In fact that day the Moon, in addition to passing through the lower layers of the atmosphere, which normally determine different colors starting from red to yellow, went through different light conditions (sunset, twilight …) and its initial color tended to bright pink beautiful photo.
The Moon rose at 8:11 PM with the sky still blue, the mist did not show the Moon on the marine horizon, so I had to wait about 6 minutes, before seeing it, so the final composition shows the sky band still blue at the bottom surrounding the Moon and which turned pink at 9:20 PM.

– This pink color, contrasted by the blue of the sky, is perhaps the rarest color to see, because the circumstance in which the Full Moon crosses this specific layer of the atmosphere, with these particular light conditions, is rare.

-At that moment we turn our backs to watch the sun go down.

-Her brightness is not enough to be evident in the sky and to attract the attention of onlookers.

The lunar stripes were filmed at about 2-3 minutes interval and show the color variation of both the Moon and the sky, until 9:05 PM.

In the didactic photo I inserted the hour and minutes of shooting and the height from the horizon and many miniatures of the Moon in correspondence to the individual strips. In the part corresponding to the upper part of the photo, is the strip of the Moon with the color that the satellite assumes when it is high in the sky.

 

 

 

For the success of this experiment, I chose to set the camera to accompany the Moon’s path for a long time, without the need to change the shooting settings, with the same white balance, ensuring color fidelity in relation to the visible color change in the final composition.

From 8:20 to 8:40 PM the Moon changed color with many shades. That’s the time slot in which the Sun turns from sunset to dusk. The color gradations of these shades remained for a long time between orange and yellow until they reached the white / gray, typical color of the Moon when it is high in the sky.

 

 

 

The Moon that rises 15 minutes after sunset, is more contrasted and therefore more purple as shown in this video:

 

 

https://apod.nasa.gov/apod/ap170713.html

 

 

 

 

Why Pink Moon? Colors Of The Moon in a Moonrise 23 July 2021

Novaya Zemlya Effect at Sunset

Tutte le albe avvengono in anticipo e tutti i tramonti si verificano in ritardo rispetto all’orario che riportano gli almanacchi.

Questo perché gli almanacchi non tengono conto del calcolo della rifrazione.

Come tutti gli astri, vicino all’orizzonte, prendendo in analisi il tramonto, attraversano stratificazioni di aria molto dense. La Luce attraversando strati di composizione differente e temperature differenti, viene come rallentata della rifrazione.

 

Ho trattato questo, sul link che segue:

Forma e dimensione del disco solare

La rifrazione quindi varia nei vari periodi dell’anno e dei giorni perché dipende da fattori come la temperatura, l’umidità, la pressione oltre che all’altezza dell’osservatore.

Si può solo fare una stima, in base alla latitudine da dove il tramonto viene ripreso, facendo una media dei dati di temperatura, umidità e pressione rilevati in quella località.

Alla mia latitudine il tramonto è stato stimato che ritardi di circa 2 minuti.

Il  Novaya Zemlya si verifica in condizioni di Inversione Termica nella bassa atmosfera (Aria fredda più bassa che incontra l’aria calda in uno strato più alto) che delle volte può accentuare la rifazione. In questo caso si può assistere ad un tramonto con l’immagine del Sole trattenuta a lungo sopra l’orizzonte marino.

E’ il caso del Novaya Zemlya

Il fenomeno prende il nome da un arcipelago nell’oceano artico a nord della Russia dove, nel 1597 l’equipaggio della nave olandese  di Willem Barents, ha assistito per la prima volta al fenomeno. Su questa isola, tutto l’equipaggio era approdato da mesi poiché la loro nave era rimasta impigliata nei ghiacci. Toccava passare i mesi invernali su quell’isola e attendere il ritorno del sole previsto per l’8 febbraio.

Il realtà il 24 gennaio il Sole fu avvistato prima del previsto.

Una forte inversione termica aveva creato una rifrazione così pronunciata da anticipare l’alba di ben 15 giorni.

L’esploratore norvegese Fridtjof Nansen ,descrive nel suo libro “Darthest North” il fenomeno NZ osservato da lui durante una spedizione al Polo Nord. Nansen descrive anche l’aspetto del disco solare durante il miraggio NZ:

“The mirage was at first like a flattened-out glowing red streak of fire on the horizon; later there were two streaks, one above the other, with a dark space between; and from the main-top I could see four, or even five, such horizontal lines directly over one another, and all of equal length; as if one could only imagine a square dull-red sun with horizontal dark streaks across it. An astronomical observation we took in the afternoon showed that the sun must in reality have been 2° 22′ below the horizon at noon; we cannot expect to see its disk above the ice before Tuesday at the earliest; it depends on the refraction, which is very strong in this cold air.”

 

Come dimostra la mia foto,scattata in Sicilia (Ita) si può verificare ed osservare il fenomeno da qualsiasi luogo. Nel mio caso, il Sole fotografato nell’ultima immagine, era già tramontato da circa 3 minuti.

 

L’immagine è una composizione che contiene:

-3 immagini ingrandite: dal Sole che, vicino all’orizzonte, subisce un appiattimento a quando, immerso nel condotto, subisce non solo una compressione ma anche un ribaltamento dell’immagine e perdita di luminosità. Si riconosce l’immagine del Sole ridotto a strati che è tipica del fenomeno.

-Nella parte centrale invece, c’è la sequenza del Sole che attraversa il condotto.

 

 

Data: 7 Maggio 2021

Location:  Gatto Corvino – Marina di Ragusa (Rg) Sicily – Ita (https://goo.gl/maps/YYRmq86uXak ) 36°48’47.5”N    14°33’55.9″E

Altezza: 178mt slm.

Dati meteo: Temp: 18.50 C°; Umidità: 84%; Pressione: 1.014 mbar. ( i dati li ho ricavati dalla stazione meteo del porto turistico di Ragusa)

 

Camera: Nikon D7100 e Sigma 600mm

Video confronto tra un normale tramonto e con Novaya Zemlya 

Ho osservato un tramonto molto prolungato e per quantificare il tempo di ritardo del tramonto ho confrontato il filmato con l’effetto di Novaya Zemlya (2022/1/1) con un altro tramonto ripreso il giorno prima (2021/12/31) dallo stesso luogo . Il tramonto del 31 dicembre ha caratterizzato un Mock Mirage ma ha rispettato i normali orari del tramonto alla mia latitudine.
Per il confronto, ho abbinato il momento in cui, in entrambi i tramonti, l’ultima striscia di sole è sprofondata nell’orizzonte.

 

 

 

Novaya Zemlya Effect at Sunset

Théâtre optique

Per realizzare questa immagine ho usato un fish-eye e delle sagome di cartone ricavate da un lavoro del 1887 di di Edweard Muybridge (1830-1904), intitolato “A man walking

To create this image, I used a fish-eye and cardboard shapes inspired by an 1887 work by Edweard Muybridge (1830-1904), entitled “A man walking”

Muybridge, a fine ‘800, utilizzò la crono-fotografia, per studiare il movimento dell’uomo e degli animali. Questa tecnica consisteva in un sistema di scatti in sequenza, effettuati da più macchine fotografiche, di un elemento in movimento lungo un percorso.

Muybridge, at the end of the 19th century, used chrono-photography to study the movement of humans and of animals. This technique consisted of a system of sequential shots, taken by several cameras, of an element moving along a path.

Sistemai una pedana rotante a disco, incastrandola sull’astro-inseguitore per farla ruotare intorno alla macchina fotografica, il cui obiettivo era allineato con l’asse terrestre. Il raggio del disco corrispondeva ad una distanza misurata con attenzione per consentire alle sagome di posarsi sul bordo dell’inquadratura circolare del fish-eye.

I placed a rotating disk platform, fitting it on the star-tracker to make it rotate around the camera, whose lens was aligned with the Earth’s axis. The radius of the disk corresponded to a distance measured carefully to allow the shapes to rest on the edge of the circular frame of the fish-eye.

Il lavoro finale consta così di 2 differenti lavori, apparentemente contrapposti ma coordinati:

  • uno statico, cioè una foto con il movimento apparente delle stelle dato dallo star-trail
  • uno dinamico, cioè un video time-lapse, in cui il movimento viene creato sia dalla rotazione terrestre (e quindi da quella apparente delle stelle) che dalle sagome, traendo ispirazione dai lavori al praxinoscopio di Charles-Émile Reynaud

The final work, thus, consists of 2 different works, apparently opposing but coordinated:
– a static one, that is a photo with the apparent movement of the stars given by the star-trail
– a dynamic one, that is a time-lapse video, in which the movement is created both by the earth’s rotation (and therefore by the apparent rotation of the stars) and by the shapes, drawing inspiration from Charles-Émile Reynaud’s praxinoscope works.

 

 

Théâtre optique

Il Miraggio della Fata Morgana

 

Da tempo, ormai, cerco di osservare, riprendere e documentare il Miraggio della Fata Morgana presentandomi, a sorpresa e senza preavviso, a casa sua: Reggio Calabria.

In tempi come questi (2020) è però difficile muoversi e così, a sorpresa e senza preavviso, è venuta la Fata Morgana a farmi visita e proprio a casa mia: Ragusa.

Io, a differenza di lei, l’ho accolta:

 

 

Di avvistamenti del fenomeno Fata Morgana dalla costa Ragusana pare che nessuno abbia mai scritto, quindi si tratta di una manifestazione al momento senza precedenti (se qualcuno avesse altre notizie, mi contatti) su un tratto di orizzonte che è principalmente solo marino e dove, quindi, il già raro “incantesimo“ della Fata Morgana si fa ancora più desiderare, poiché si manifesta al passaggio di navi, su nuvole all’orizzonte o probabilmente sulle isole Calipsee disposte a sud.

 

Il 25 Aprile del 2022, ho effettivamente assistito al miraggio della Fata Morgana sull’arcipelago maltese.

 

Tommaso Campailla nel suo canto 8 (stanza 49) dell’Adamo, scriveva del fenomeno, anche se non so se alluda precisamente ad una diretta osservazione avvenuta dalle coste della Sicilia sud orientale, ma fa riferimento, come riporta nell’indice, al capitolo “Fata Morgana o Iride Marina del Faro di Messina”.

 

Avevo già parlato del fenomeno fata Morgana perché spesso confuso con altre tipologie di miraggi o illusioni che si possono osservare in mare.

Immagini che vengono scambiate per Miraggi

 

A seguire è un’immagine composta dai 2 tipi di osservazioni confuse di frequente con il Fata Morgana:

Qui invece ne scriverò per ciò che è, non per ciò che non è.

Il Miraggio Fata Morgana: è molto più complesso di una immagine sospesa o ribaltata, l’oggetto “reale” diventa irriconoscibile.

In questo caso, l’oggetto reale è una nave in transito posta al di là dell’orizzonte.

 

L’immagine somiglia molto ad una raffigurazione di F.A. Forel nel suo testo del 1912 “The Fata Morgana”

 

 

 

Ringrazio:

Dr. Andy T. Young che ha preso in analisi tutta la mia documentazione dandomi molte indicazioni che mi hanno aiutata a stilare quanto si leggerà. Il suo sito è una raccolta dettagliata di studi circa i miraggi e il Green Flash

Dr. Rosario Sinatra ed D.ssa Elisabetta Paradiso del “Calypso South Project” e la Protezione Civile del Porto Turistico di Marina di Ragusa che mi hanno fornito i dati meteo relativi a Marina di Ragusa.

Dr. Claudio Ortega della protezione civile di Licata per avermi fornito i dati meteo di Licata.

Ringrazio l’amico Dario Giannobile per avermi aiutato ad elaborare lo scatto finale.

 

Cosa sono i miraggi?

La bassa troposfera ospita un’area denominata SLA (Strato limite atmosferico), dove la temperatura dell’aria incontra quella del suolo. La sua altezza varia in base all’orografia del suolo.

La luce attraversando questo strato di variazione di temperatura e densità, viene rifratta e piega i suoi raggi verso la parte più densa e più fredda. La deviazione della luce verso il basso o verso l’alto, determina delle visioni per un osservatore che guarda in quella direzione.  Pertanto si distinguono almeno 2 tipologie di miraggi:

Inferiori e superiori.

Se gli strati di aria più prossimi al suolo sono molto più caldi rispetto agli strati superiori, allora si verificano dei miraggi inferiori e le immagini sono ribaltate specularmente verso il basso. Ne abbiamo tutti esperienza quando osserviamo le auto rispecchiarsi sull’asfalto rovente.

Il miraggio inferiore è molto frequente perchè si verifica in normali condizioni atmosferiche dello strato limite (aria calda sotto uno strato di aria fredda), anzi si può dire che questi miraggi sono molto più frequenti di una osservazione di una costa in assenza di alcun tipo di miraggio.

 

 

Se gli strati di aria più prossimi al suolo sono molto più freddi rispetto agli strati superiori, siamo in una condizione, più rara, di inversione termica. Si verificano così i  miraggi superiori e le immagini sono ribaltate specularmente verso l’alto.

Osservazioni di miraggi superiori sono molto più rari:

 

 

Il Miraggio della Fata Morgana è una complessa tipologia di miraggio Superiore, l’immagine reale viene quindi rispecchiata verso l’alto ma, a differenza dei classici Miraggi Superiori, rende l’immagine reale irriconoscibile e mostra altre figure in base alla fantasia di chi sta osservando.

Il miraggio Fata Morgana, superate leggende, cerca di liberarsi del marchio di cattivo presagio o magico-apotropaico e cerca di assumere una spiegazione scientifica. Per questa ragione, nel tempo, chi ha voluto trattare il fenomeno, ha tentato di chiamarlo con altri nomi o con la dicitura “fenomeno volgarmente detto Fata Morgana”, quasi a specificare che si tratti di un qualcosa che sia ben lontano da credenze popolari ma che abbia una spiegazione ben precisa della sua esistenza e di interesse prettamente scientifico. Ciò forse ha favorito l’Imprimatur a delle pubblicazioni che son giunte fino a noi in tempi in cui sacro e profano avevano una rigida distinzione.

 

Abbiamo quindi una Fata Morgana che anche nel nome si trasforma:

Iride fregiata (P. Domenico Giardina)

Iride di Messina

Fatamorgana

Iride Mamertina

Iride Marina (Tommaso Campailla)

Spectaculum Diurnum (G.Allegranza)

Teatro Cristallino (P. Domenico Giardina)

Teatro Catrottico (P. Domenico Giardina)

 

 

La mia osservazione

In data 24 Aprile 2021 ho avvistato per la prima volta dalla costa Ragusana verso l’orizzonte marino, un raro miraggio superiore.

L’orizzonte era libero e si vedeva persino l’arcipelago maltese in genere visibile nelle fredde giornate invernali.

Mi trovato ad una quota di 178 mt s.lm. e il mio campo visivo, sull’orizzonte marino, era di circa 94°, aperto dall’isola di Gozo (dell’Arcipelago maltese) fino alla punta estrema della costa di Licata.

-La punta di Marina di Palma (AG) si trovava a 297°

-La punta estrema dell’isola di Gozo (dell’arcipelago maltese) si trovava a 203°

L’osservazione del miraggio è avvenuto sulla linea dell’orizzonte in corrispondenza al Faro di Punta Secca posto a 246° dal mio punto di osservazione.

 

Alla mia altezza il mio orizzonte marino distava circa: 47km

 

La mia posizione: Gatto Corvino – Marina di Ragusa (Rg) Sicily – Ita 36°48’45.1”N    14°33’59.8″E

Erano le 19:00 e mancavano 45 minuti al tramonto, il Sole si trovava a +7,9° alt e 280,6° Azimut.

Il Sole sarebbe tramontato alle 7:45 p.m. a 287,1°

Prima che apparisse il Miraggio della Fata Morgana, sull’orizzonte si è formata una striscia scura e fluttuante, si trattava del miraggio superiore della superficie marina.

La temperatura del mare era di circa 15 gradi e quella dell’aria intorno ai 18. Questa condizione di inversione termica favorisce i miraggi superiori se non son presenti forti correnti sulla superficie del mare e l’aria è ferma.

 

Si era formato quindi un condotto tra l’orizzonte reale e l’orizzonte ribaltato e dalla mia altezza potevo osservare ciò che stava all’interno, se mi fossi trovata più bassa o più alta forse non avrei assistito al fenomeno.

 

Serviva un oggetto all’interno del condotto così da osservarne il miraggio. Quel tratto interessato dal miraggio, era posta a 246° poteva essere lungo 3° o 4° gradi, non riprendeva alcuna costa o isola e quindi l’unico miraggio superiore osservabile era proprio quello dell’orizzonte.

Una nave cargo ha risposto alla mia esigenza.

All’interno del condotto, è entrata la nave che ha cominciato come a respirare: prima si assottigliava e poi si faceva più spessa…

 

fin quando non si è formata la sua stessa figura sopra di essa ma ribaltata: il Miraggio Superiore

 

Seguito poi da un triplo miraggio superiore:

 

 

 

Poco distante dalla nave e sempre dentro il condotto si presenta un miraggio su altra nave sicuramente posta oltre l’orizzonte. Questo miraggio era confuso al punto che solo ho potuto riconoscere che si trattava di una nave perché seguiva il passo della nave cargo presa prima in esame.

Questo miraggio era il Fata Morgana ed ha avuto una breve durata rispetto a tutto il resto che l’orizzonte stava insolitamente mostrando. E’durato pochi minuti e poi è svanito sia il miraggio della nave al di là dell’orizzonte e sia la nave stessa.

 

 

Essendo l’ora prossima al tramonto non ho mancato di riprenderlo (in realtà mi trovavo lì per riprendere il tramonto e godermi le fasi che lo precedono).

 

 

Il tramonto avrebbe potuto raccontare qualcosa in più sulle condizioni dell’atmosfera.

Effettivamente si è presentato un tramonto particolare, si nota nel video che il disco solare si è protratto per un tempo maggiore sulla linea dell’orizzonte e l’ultimo sottile lembo del Sole persisteva a lungo.

Dice A.T.Young che questo genere di tramonto è attribuibile a quello di tipo B descritto da Williard Fisher’s:

“The descending sun flattens below as it approaches the horizon, which is not easy to see under it, being comparatively dark.

The corners of the disk as it passes below the horizon are rounded, instead of projecting like the rim of a fish globe, until about midsunset;

then the remaining half-disk begins to show a rim, so that it looks for a time not unlike the `tin hat’ or trench helmet of the American Expeditionary Force.
This flattens down in the middle faster than it shortens horizontally,
becomes a line of light, and disappears in dots and dashes among the
waves, if the horizon is near.  The disappearance is slow, not like
the vanishing of the spot at the end as in type A.”

 

A. T. Young scrive:

“Your video shows his “tin hat” form well at about 5:30.

 

The “line of light” develops around 6:20.

The true sea horizon becomes visible about 6:30.

As the bright line of light becomes thinner and fades, the duct is well marked about 6:56, where the true sea horizon is visible a
few minutes of arc below the top of the duct. The duct remains filled
by a miraged image of the distant sea.

If we count the beginning of the sunset as the 3:10 point where the lower
limb flattens, and the end as about 7:10 where the thin line fades away,
the duration of the sunset is about 4 minutes — which is certainly a
lot longer than the usual 2 minutes and about 40 seconds that is usual
at our latitudes. That’s certainly “slow”.”

 

 

Concludo con un disegno realizzato dal mio nipotino, Michele Tota, nel quale evidenzia, con un “gioco di parole”, la differenza tra i 3 miraggi.

 

Fata Morgana off Maltese Islands

Altre testimonianze fotografiche del Miraggio Fata Morgana in Italia:

Luoghi in cui è stato avvistato il miraggio della Fata Morgana ma non sono presenti documentazioni fotografiche:

  • Mazzara del Vallo
  • Favignana
  • Lago dei Tramonti (Redona – Pordenone)
  • Lago di Averno (NA)
  • Lago di Castel Gandolfo (RM) (osservato dal Minasi)
  • Da Molfetta sul monte Gargano (osservato dal Giovene) chiamata la Lavandaja

 

Fata Morgana sullo Stretto di Messina

Il Miraggio della Fata Morgana

Colors Of The Sun

 

As I did for the Moon, I collected images of the Sun to show how our atmosphere gives different colors and shapes.
In none of the images was used a filter, including the image of the eclipse filtered by the haze.
The suns chosen all have particularities donated by scattering and refraction: Mock Mirage, Omega Mirage, Deformation, jaggedness from atmospheric turbulence, multicolored solar disc and Green Flash.
In particular, sunspots can be seen in some suns and in some cases these too undergo the effects of refraction.
The suns that appear deformed are deformed because they are close to the horizon where the atmospheric density is concentrated.
The refraction therefore tends to crush the solar disk when it is close to the horizon. In particular, refraction modifies the vertical diameter of the solar disk but does not affect the horizontal diameter. For this reason, to bring all the suns with the same size into the composition, I took the horizontal diameter of each sun as a reference.
The suns have all been shot in Ragusa – Sicily (ITA)  in the last 6 years using various photographic equipment: canon sx 50/60 HS; Nikon Coolpix P100; Nikon D7100 and Sigma 150-600mm
The solar eclipse was taken from one of the peaks of the dolomites (Veneto- ITA)
The spiral shape allowed me to unify the two works (sun spiral and moon spiral) by composing a new symbolic image: a lemniscate.

 

Single Sun:

 

The spiral shape allowed me to unify the two works (sun spiral and moon spiral) by composing a new symbolic image: a lemniscate.

 

 

 

PRESS:

 

49 Photos of the Sun Arranged to Showcase Its Impressive Array of Warm Hues

 

Colors Of The Sun

Forma e dimensione del disco solare

La luce del Sole viaggia come indisturbata nello spazio che lo separa dalla Terra fin quando non incontra la sua atmosfera.

Attraversare gli strati di atmosfera con differente densità, vuol dire per la luce, avere anche a che fare con gas, cristalli di ghiaccio, polveri, e acqua, elementi che ne modificano intensità, velocità e tragitto.

 

Dalla Terra, osserviamo oggetti celesti luminosi che non sono esattamente là dove dovrebbero vedersi e come dovrebbero vedersi.

 

Questa divergenza con la realtà la si riscontra soprattutto quando, volendo come esempio prendere in considerazione la nostra stella, il Sole è vicino all’orizzonte o alto in cielo.

 

Ho così effettuato un esperimento riprendendo con la macchina fotografica il Sole nei due momenti della giornata per confrontarli.

 

 

Il Sole alto in cielo

Supponiamo di essere al mezzogiorno locale e si sta osservando il Sole con le dovute precauzioni.

L’intensità della luce di un Sole posto alto in cielo è abbagliante per l’occhio umano, oltre che accecante, pertanto bisogna dotarsi di un filtro apposito (filtro astrosolar) sia per proteggere gli occhi che lo strumento di ripresa.

 

Con il Sole al meridiano quindi, la luce dovrà attraversare gli strati della nostra atmosfera in maniera quasi perpendicolare per giungere fino all’occhio dell’osservatore e questi strati avranno densità minore rispetto a quando invece, la luce, con il Sole prossimo al tramonto, attraversando in diagonale la nostra atmosfera, incontrando strati più densi, sarà sottoposta ad una traiettoria più lunga e “tortuosa”.

 

Seppur sempre presente, la rifrazione interviene in maniera impercettibile sugli astri posti allo zenit. Osservando infatti uno Star trail realizzato sulle stelle circumpolari, nonostante la correzione della deformazione dell’obiettivo, otterremo una traccia che, piuttosto che essere circolare, ha una forma ellissoidale proprio perché le stelle che si avvicinano all’orizzonte, subiscono un rallentamento e la loro traiettoria viene come frenata dalla rifrazione.

Il Sole al suo culmine, quindi, raggiunge un’altezza tale in cui la rifrazione diventa trascurabile.

In effetti, ruotando, su PS, il ritaglio di Sole fotografato al culmine si nota come il diametro angolare verticale e quello orizzontale (diametro angolare medio 32’) siano identici mantenendo quindi la forma di un cerchio perfetto.

 

Alla mia latitudine il Sole, ripreso al passaggio al meridiano durante il solstizio d’estate, raggiunge i 77° che è la sua massima elevazione e potrebbe essere il Sole meno rifratto dell’anno, sempre che ci siano condizioni ottimali di trasparenza e visibilità.

 

 

 

 

Il Sole prossimo all’orizzonte

 

 

Sotto i 10 gradi e al tramonto, la temperatura dell’aria subisce continui cambiamenti sia tra i vari strati che nei vari strati per via dell’indebolimento dell’intensità della Luce del Sole e quindi anche del calore.

 

L’estinzione atmosferica e quindi la diminuzione di luminosità, diventa massima al sorgere e al tramonto degli astri.

A conferma di ciò, non ho avuto più necessità del fìltro astrosolare per riprendere il Sole prossimo all’orizzonte.

Impostando nella mia fotocamera 100 ISO e  f/8, gestisco solo i tempi per inseguire il disco solare e il graduale indebolimento della sua luce.

La polarizzazione, l’assorbimento e diffusione (Scattering),  intervengono creando questo sbalzo così importante di luminosità attenuando il bagliore del Sole, donando  una colorazione che va dal giallo, al rosso, al violetto.

 

Delle volte l’estinzione è di portata tale che la forma del Sole è ben visibile ad occhio nudo e, se presenti, mostra anche le macchie solari.

Il Sole, avvicinandosi all’orizzonte (da circa 0,4° sopra l’orizzonte) comincia a deformarsi e più precisamente, subisce uno schiacciamento sui lembi superiori ed inferiori (come mostrato al minuto minuto 54 del filmato che segue)

Appiattendosi, assume una forma ellissoidale dai bordi frastagliati (sembra che l’ellisse sia una forma apprezzata nell’universo, più del cerchio).

 

La rifrazione è responsabile di questa deformazione che, come abbiamo detto, agisce in tutti gli strati dell’atmosfera fino allo strato adiacente al suolo.

 

Affiancando o sovrapponendo il Sole al tramonto con il disco Solare ripreso, nello stesso periodo dell’anno, durante il passaggio al meridiano otteniamo un confronto visivo di quanto la rifrazione possa incidere.

 

La rifrazione atmosferica che allo zenit è pari a 0°, raggiunge un valore di circa 34’ all’orizzonte e per questo il Sole viene appiattito di circa 5’ (1/6 del diametro apparente) e il suo diametro angolare verticale è di circa 27’ contro i 32’ (diametro angolare medio).

L’altezza in cui è posto l’osservatore è molto rielevante, infatti più ci si innalza e più lo schiacciamento diventa pronunciato.

 

Che il lembo inferiore risulti sempre più schiacciato di quello superiore è comprensibile se si prende in considerazione, la rifrazione atmosferica dettata dalla temperatura, umidità e pressione che varia in maniera repentina a ridosso del suolo o del mare e quindi i 32’ di diametro angolare verticale, del Sole subiscono una differente rifrazione.

Come si vede nel confronto tra il Sole ripreso a 70° (dal minuto 0:54 in poi), la rifrazione sembra non intervenire affatto nel diametro orizzontale del Sole che rimante intaccato da tutta questa turbolenza.

 

 

 

 

 

 

 

Possiamo quindi affermare che la rifrazione non sposta l’azimut di un astro ma solo l’altezza.

Essa tende a spostare gli oggetti celesti osservati, verso il meridiano locale aumentando il suo angolo di elevazione e lasciando invariato l’angolo di azimut.

Quindi, in base alle condizioni meteorologiche della bassa troposfera e tra l’aria e la terra o il mare, dati dai fattori di pressione, umidità e temperatura, la rifrazione può essere più o meno accentuata generando un tramonto come uno spettacolo differente ogni giorno.

Queste variazioni sono la causa dei miraggi ed infondo, la deformazione del Sole, è un miraggio così come la sua presenza sulla linea dell’orizzonte in quanto, mentre lo osserviamo che affonda nel mare, lui è già sorto dall’altra parte dell’orizzonte.

La rifrazione quindi, in maniera imprevedibile, anticipa l’alba e ritarda il tramonto in maniera differente nelle diverse latitudini considerando come alba e tramonto l’esatto momento in cui il centro del disco solare tocca la linea dell’orizzonte.

 

 

Alle latitudini italiane, godiamo del privilegio di osservare, il Sole lambire l’orizzonte, nella sua interezza mentre in realtà lui è già sotto l’orizzonte.

Ma se consideriamo i poli, loro avranno sull’orizzonte, per circa 4 giorni, un “Sole fantasma”.

 

La nostra percezione visiva, ci porta anche a credere che così come la Luna, il Sole, quando è vicino all’orizzonte ci appare più grande. Ciò avviene perché sottoponiamo l’immagine del Sole a confronto con case, palazzi, alberi o come ad esempio, il faro di Punta Secca (Rg) presente nella foto.

Inoltre, vicino all’orizzonte percepiamo il tragitto apparente del Sole perché si muove rispetto ad oggetti terrestri fermi.

 

 

Anche per la Luna:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Forma e dimensione del disco solare

Pareidolia

 

“…perché le pupille abituate a copiare inventino i mondi sui quali guardare” (da “Un Ottico” di F. De Andrè)

A Ginosa (Puglia-Italia), c’è un ulivo millenario il cui tronco ha la forma di un volto di un uomo anziano e saggio, scolpito dalla natura nel tempo. La gente del posto lo ha chiamato “l’ulivo pensante”. Un ulivo che pensa da oltre mille anni.

In tutti questi anni l’olivo avrà visto molte cose cambiare intorno a sé, sia in terra che in cielo.

 

Si ritiene che la coltura dell’olivo risalga intorno al VII sec. a.C. e un ruolo determinante hanno svolto i primi flussi migratori greci, con una forte espansione nel corso della dominazione romana della superficie olivetata.

 

Sicuramente, quando l’olivo fu piantato, la posizione della stella polare di allora era spostata di alcuni gradi rispetto ad oggi e anche l’equinozio avrà avuto uno spostamento considerevole lungo la linea dell’eclittica.

 

Per questo motivo, ho realizzato 2 versioni di questo lavoro fotografico:

 

  • L’ulivo e il cielo con la traccia delle stelle.
    Si tratta di 3 ore di ripresa complessive, 320 scatti eseguiti dalle 6:56 pm alle 9:01 pm 20 sec.

 

  • L’ulivo e il cielo con le stelle fisse, così come si presentava alle ore 20:13 pm nel momento in cui è apparso in cielo un bolide.
    Su questo scatto ho sovrapposto un alone che svela le stelle presenti in quella posizione ma in movimento. Si tratta quindi della traccia (somma di 320 scatti in 3 ore)  delle stelle circumpolari più prossime alla Polare. Ho scelto così di riportare tutti i tempi presenti in uno scatto: gli oltre mille anni dell’ulivo, le 3 ore di rotazione della Terra attorno al proprio asse, i pochi secondi che ha impiegato un bolide ad attraversare il cielo e l’attimo di posa di uno dei tanti ben meno longevi uomini, che si è soffermato ad indovinare i pensieri di questo ulivo… pensante.
    In Ginosa (Puglia-Italy), there is a millenary olive tree whose trunk has the shape of the face of an elderly and wise man, sculpted by nature over time. Locals have called it “the thinking olive tree.” An olive tree that has been thinking for over a thousand years.In all these years this olive tree must have seen many things change around it, both on earth and in the sky.

 

The cultivation of the olive tree in Puglia dates back to around the 7th century BC and the first Greek migratory flows before and the Roman domination after, played a decisive role in the olive growing area.

 

Surely, when the olive tree was planted, the position of the North Star at that time was a few degrees shifted as compared to today’s relative position and the equinox also has had a considerable shift along the ecliptic line.

 

For this reason, I made 2 versions of this photographic work:

 

– The olive tree and the sky with the Star Trail.

This is a total of a 3 hours shooting set, 320 shots (20 sec) taken from 6:56 pm to 9:01 pm

 

– The olive tree and the sky with fixed stars, as it appeared at 8:13 am when a fireball appeared in the sky.

On this shot I superimposed a halo that reveals the trace of the circumpolar stars closest to Polaris. So I chose to condens in one shot all the times: the over a thousand years of the olive tree, the 3 hours of rotation of the Earth around its axis, the few seconds it took a fireball to cross the sky and the moment of pose of one of the many less long-lived men, who stopped to guess the thoughts of this… thinking olive tree.

Pareidolia is the tendency to interpret the appearance of an observed object as something else, known to the observer. Pareidolia is to recognize a swan (a Cygnus) on the vertical of a millennial olive tree that thinks about what Pareidolia is.

Pareidolia: EPOD December 2019

 

Pareidolia

Un Sole grande quanto un faro?

 

Sorprende sempre vedere un Sole grande quanto un elemento terrestre come un edifico, una persona, un albero.

It is always surprising to see a Sun as large as a terrestrial element such as a building, a person, a tree.

 

 

 

 

Siamo abituati ad osservare oggetti sulla terra che “cambiano dimensione” in base alla distanza dall’osservatore. Se inquadro un edificio e faccio 50 passi indietro, entreranno nell’inquadratura più componenti dell’edificio. Se inquadro la Luna e faccio anche 1000 passi indietro, avrò nell’inquadratura la Luna nella stessa dimensione.

Per un osservatore sulla Terra, gli astri, non variano la loro apparente dimensione angolare.

Ogni astro ha, approssimativamente, uguale distanza dall’osservatore terrestre in qualsiasi parte della Terra ci si trova. Inquadrando, a pochi metri dal faro, con un teleobiettivo di 600 mm, il Sole in allineamento con la lanterna del faro, nell’inquadratura vedrò l’intero disco solare con una  piccola porzione della lanterna. Se invece mi distanzio del faro di 3 km così come nella foto, vedrò il Sole che occupa lo stesso spazio all’interno dell’inquadratura ma insieme al faro ripreso dalla base fino alla lanterna. Se mi distanzio ancora, finchè la curvatura terrestre mi permette la visibilità del faro, riuscirò a far coincidere sia il faro che altri particolari del paesaggio intorno, dentro il disco solare.

We are used to observing objects on Earth that “change size” based on the distance from the observer. If I frame a building and take 50 steps back, more building components will enter the frame. If I frame the Moon and take even 1000 steps back, I will have the Moon in the same dimension in the frame.

For an observer on Earth, the stars do not vary their apparent angular size.

Each celestial body has, approximately, equal distance from the terrestrial observer in any part of the Earth you are. By framing, a few meters from the lighthouse, with a 600 mm telephoto lens, the Sun in alignment with the lantern of the lighthouse, in the frame I will see the entire solar disk with a small portion of the lantern. If, on the other hand, I distance myself from the lighthouse by 3 km as in the photo, I will see the Sun occupying the same space within the frame but together with the lighthouse taken from the base to the lantern. If I distance myself further, as long as the earth’s curvature allows me to see the lighthouse, I will be able to make both the lighthouse and other details of the surrounding landscape coincide, inside the solar disk.

 

 

In queste immagini osserviamo le proporzioni Sole/faro con foto scattate a distanze differenti dal faro:

 

 

 

 

 

Sembra una illusione, una magia ma è anche il motivo per cui ci sorprende l’alba della Luna piena. Il disco lunare si innalza sopra elementi terrestri, che se posti distanti dall’osservatore, fanno apparire la Luna gigante e più vicina poichè messa a confronto con oggetti terrestri. Eppure, quando la Luna o il Sole sono bassi all’orizzonte, riducono in maniera impercettibile, la loro apparente dimensione per effetto della rifrazione.

Su questo link ho messo a confronto il Sole al Culmine e sulla linea dell’orizzonte:

Forma e dimensione del disco solare

It seems an illusion, a magic but it is also the reason why the dawn of the full moon surprises us. The lunar disk rises above terrestrial elements, which if placed far from the observer, make the Moon appear giant and closer as compared with terrestrial objects. Yet, when the Moon or the Sun are low on the horizon, they imperceptibly reduce their apparent size due to refraction.

 

 

Nell’immagine sottostante, in basso e in primo piano, si notano dei bagnanti messi in fila sulla battigia. In realtà, così come il Sole che sembra essere proprio dietro il faro, nell’inquadratura non percepiamo la distanza di profondità che separa una persona dall’altra pertanto ci appaiono come sistemate in fila uno accanto all’altro. Anche le stelle danno l’illusione di essere talmente vicine tra loro che le  raggruppiamo in costellazioni nonostante tra di esse ci sia notevole distanza.

Below, in the foreground, you can see bathers lined up on the shoreline. In reality, just like the Sun that seems to be right behind the lighthouse, in the frame we do not perceive the distance of depth that separates one person from the other, therefore they appear to us as arranged in a row next to each other. Even the stars give the illusion of being so close to each other that we group them in constellations despite the fact that there is considerable distance between them.

 

 

 

Un Sole grande quanto un faro?

aMOONite

 

 

 

 

Una curiosa forma di Ammonite è quella presentata in questa immagine in cui sono sovrapposte 7. Immagini di Luna riprese nell’arco di circa 6 ore.

L’effetto è dato dalla rotazione apparente, della Luna avente come perno il centro della superficie lunare esposta verso la Terra.

This “Ammonite” shaped image of the Moon is the result of 7 different overlapping images of the Moon taken for about 6 hours.

 

The effect is due to the apparent lunar rotation with the center of the lunar surface, exposed to Earth, as its pivot.

 

Apparente perché in realtà è l’osservatore sulla superfice terrestre  ( alla mia latitudine) a ruotare assieme alla Terra e ad osservare quindi, durante la notte, ruotare la faccia visibile della Luna.

It is an apparent rotation, because it is actually the observer on the earth’s surface, at his latitude, to rotate together with the Earth and therefore observes the rotation of the visible face of the Moon, during the night.

A partire dalle 20:15 del 10 febbraio 2020, tenendo la macchina fotografica, su un 3 piedi parallela all’orizzonte, ho catturato la Luna ogni ora fino alle 2:15 dell’11 febbraio.

7 scatti che raccontano il differente orientamento della Luna mentre attraversa il cielo.

I shot the Moon every hour, from 20:15 on February 10, 2020 to 2:15 on February 11, 2020, with the camera mounted on a tripod to be parallel to the horizon.

These 7 shots show the different orientation of the Moon as it crosses the sky.

 

 

 

 

Nell’arco di 12 ore è possibile anche assistere, per un attento e scrupoloso osservatore,  ad una tipologia di librazione definita “librazione diurna“.

Within 12 hours it is also possible to see, for a careful and scrupulous observer, a type of libration called “Diurnal Libration”.

 

Cosa è la librazione?

La luna è un satellite sincrono poiché il periodo di rotazione della Luna attorno al suo asse è uguale a quello di rivoluzione attorno alla Terra ed è per questo che, dalla Terra vediamo sempre la stessa faccia ma essendo che, per la I legge di Keplero, la Luna descrive un’orbita ellittica intorno alla Terra, ci sarà un momento in cui sarà più vicina (Perigeo) ed uno in cui sarà più lontana (Apogeo). E come enunciato dalla II legge di Keplero, quando è più vicina ruota più velocemente e quando è più lontana ruota più lentamente.

Questo fa sì che, mentre il movimento di rotazione della Luna mantiene una “conservazione del momento angolare” il movimento di rivoluzione della Luna attorno alla Terra non è costante.
Questa variabilità oltre a considerare che l’orbita della Luna è inclinata al piano eclittico e all’equatore terrestre di circa 5 gradi, crea dei movimenti (in longitudine e latitudine selenografica) detti Librazioni ci permettono di sbirciare un po’ più della Luna (il 59% della sua superficie rispetto al 50%) durante un mese Anomalistico (ovvero il tempo che la Luna impegna per passare da un Perigeo all’altro, circa 27,5 giorni).

The Moon is a synchronous satellite since the period of rotation around its axis is equal to that of the revolution around the Earth, which is why we always see the same face from the Earth. Now, according to Kepler’s I Law, there will be a time when the Moon, during its elliptical orbit around the Earth, will be closer (Perigee) and one when it will be further away from Earth (Apogee). And, as stated in Kepler’s II Law, when the Moon is closer, it will rotate faster and when it is farther away, it will rotate more slowly.

So, since the speed of revolution of the Moon around the Earth is not constant (this variability is called “Libration”), this will allow the observer to see a little more of one half of the lunar surface during an Anomalistic Month (i.e. the time that the Moon takes to pass from one Perigee to the other, that is about 27.5 days).

 

Seppur in maniera marginale, la posizione di un osservatore sulla Terra influenza la possibilità di osservare qualcosina in più (1°) della Luna nell’arco di 12 ore: al sorgere della Luna, si distingue un po ‘più della porzione est (o superiore) della luna; e quando è alta in cielo mostra un pò più della porzione ovest .

Now, while the Libration in latitude and longitude, normally takes about 27.5 Earth days (the days between 2 Perigee), a careful observer can identify a particular type of libration, called “Diurnal Libration”, also displayed within 12 hours. During 12 hours, the Diurnal Libration shows, in an almost imperceptible way, a further thinner portion of the Moon (about 1 °).

 

Qui è possibile tentare di cogliere, sia il passaggio di fase che,  la librazione diurna tra la prima e l’ultima Luna (a distanza di 11 ore).

At the following link you can find the single images of the Moon that created the “Ammonite”, so that you can try to observe both the advancing phase and the Diurnal Libration.” 

 

 

In questo video ho “raddrizzato” le due lune per farle combaciare e quindi rendere più osservabile il confronto.

 

 

 

 

 

 

 

aMOONite

Si possono vedere tutte le fasi lunari di giorno? Sì

“Maestra, la la Luna si trova in cielo solo di notte e non si vede di giorno in tutte le fasi.”

 

In tanti anni di insegnamento nella scuola primaria mi è capitato che gli alunni mi facessero questa osservazione.

 

Effettivamente molti libri rappresentano la Luna come un elemento celeste che appartiene esclusivamente alla notte.

Invece la Luna tutti i giorni, per un lasso di tempo, fa compagnia al Sole durante la sua permanenza giornaliera in cielo.

 

Per dimostrarlo e documentarlo attraverso le foto, ho ripreso la Luna in tutte le sue fasi ponendomi la regola di catturarla solo quando in cielo sarebbe stato presente il Sole sopra l’orizzonte.

Le Lune quindi nell’immagine che propongo,  presentano tutte uno sfondo con varie tonalità di cielo diurno.

 

Le fasi in cui la Luna è presente in cielo ma la sua visibilità è al limite dell’occhio umano, sono le fasi che anticipano o precedono il Novilunio.

La falce di Luna è molto sottile e bisogna conoscere la posizione esatta della Luna per riuscire a scorgerla.

In questa sequenza son riuscita riprendere una sottile falce di luna crescente con l’1.2% di illuminazione

 

 

 

La fase di Luna Nuova è la fase che accompagna il Sole nel suo tragitto diurno.

E’ quindi presente in cielo ma non visibile. E’ vero, non è visibile, tranne in una occasione: possiamo avere testimonianza visiva della presenza della Luna nuova in cielo durante le eclissi di Sole.

Ho quindi inserito uno scatto, ripreso sempre dall’Italia, dell’eclissi parziale di Sole avvenuta nel marzo 2015. La foto è stata scattata con il solo ausilio del filtro naturale: le nubi.  Il disco lunare si manifesta ben visibile sovrapposto quello solare.

 

 

Segue il video realizzato durante l’eclissi parziale, con gli alunni della Scuola Primaria di Cortina d’Ampezzo usando anche la tecnica del Pin Hole:

 

 

 

 

La Luna piena essendo in opposizione al Sole, sorge al tramonto del Sole e cala all’alba del giorno dopo.

In pratica, il Plenilunio sarebbe la fase in cui i due astri non si incontrano mai in cielo

Ma non tutte le Lune piene sorgono poco dopo che il Sole è tramontato e viceversa:

Ho atteso la Luna piena di questo mese poiché sorgeva qualche minuto prima che il Sole tramontasse.

Anche all’alba del il giorno seguente ho tentato la ripresa ma essendo nuvoloso ho inserito nella mia sequenza, una Luna catturata qualche anno fa che tramontava dopo che il sole era sorto.

 

 

Ho voluto inserire due fasi della Luna al Crepuscolo. Anche se avrei potuto riprenderle con il Sole sopra l’orizzonte, ho voluto sperimentare una ripresa della falce con il cielo interessato dalla luce diffusa del Sole in cielo ancora sotto l’orizzonte. Le falci del 26/1 e del 21/1 sono state riprese rispettivamente, 15 minuti dopo il tramonto e 15 minuti prima dell’alba.

 

 

Per rendere anche più fedele questo tipo di lavoro mi sono imposta di riprendere quante più fasi possibili, con le stesse impostazioni della macchina fotografica.
Tutte le foto hanno avuto lo stesso tipo di elaborazione

Ho utilizzato queste regole per ottenere un confronto più affidabile delle colorazioni del cielo e delle gradazioni di azzurro-blu.

 

Tutte le foto quindi seguono queste impostazioni:

canon sx 60hs, f8, 1/200 sec, ISO 100, 247mm

 

Fanno eccezione:

la luna del 21/2 : 1/15 sec

la luna del 26/1: 1/50 sec.

la luna del 27/1: 1/160 sec.

la luna del 9/3: 1/15 sec

la luna del 11/2: 1/125 sec.

la luna dell’eclissi di Sole.

 

 

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“Teacher, you can find the Moon in the sky only at night and it is not visible in all its phases during the day.”
This kind of observation has been so frequent during many years of teaching in primary school.
And many books, actually, represent the Moon as a sky element that belongs exclusively to the night.
But, as we all know, Instead the Moon, every day and for a certain period of time, keeps company with the Sun during its daily stay in the sky.
So, to demonstrate and document this fact, I shot the Moon during all its phases, setting the rule that I should have captured it only when the Sun would have been above the horizon in the sky.
This is the reason why all these Moons’ images have a different shades of the daytime sky background.
The phases in which the Moon is present in the sky but visibile just to the human eye, are the phases that anticipate or precede the New Moon.
This is because the crescent moon is very thin and you need to know the exact position of the moon to be able to see it.
In this sequence, I managed to shoot a thin crescent moon with 1.2% lighting.
During the New Moon phase the Moon accompanies the Sun on its daytime journey. So, it’s there, in the sky, but not visible, except during a solar eclipse. And so, I inserted a shot, always taken from Italy, of the partial eclipse of the Sun that occurred in March 2015. The photo was taken with the only help of the clouds, one of the most “natural” optical filters. The lunar disk is clearly visible overlapping the solar one.
The Full Moon rises at sunset and falls at dawn the next day, since it’s in opposition to the Sun. It would be the phase in which the two stars never meet in the sky. But not all Full Moons arise shortly after the Sun has set and vice versa: I was waiting for the Full Moon this month (March 2020), as it rose a few minutes before the Sun went down. Even at dawn, on the following day, I attempted to shoot it but, because of the cloudy weather, I inserted in my sequence, a Moon set after the sun had risen, captured in 2018.
I also inserted two phases of the Moon at Twilight. Although I could have shot them with the Sun above the horizon, I wanted to experiment a shooting of the lunar sickle with the slightly enlightened sky affected by the diffused glowing of the Sun still below the horizon. The lunar sickles of the 26th and of the 21st of January were shot respectively, 15 minutes after the sunset and 15 minutes before the sunrise.
To make this work even more rigorous, I set myself the rule of shooting as many phases as possible, with the same camera settings, to get a more reliable comparison of the colors of the sky and the shades of blue-blue:
Canon sx 60hs, f8, 1/200 sec, ISO 100, 247mm
with the exceptions of:
– 21.02: 1/15 sec
– 26.01: 1/50 sec
– 27.01: 1/160 sec
– 09/03: 1/15 sec
– 11.02: 1/125 sec

– the Moon during the solar eclipse.

Si possono vedere tutte le fasi lunari di giorno? Sì

All Moon’s Phases: The Synodic Month in August 2019

Il mese di aprile sarà caratterizzato da una particolarità che accade ogni 29 mesi circa: si verificheranno 2 noviluni, l’1 aprile e il 30 aprile.

Il mese di Aprile accoglierà quindi un intero mese lunare con due lune nuove.

Il mese lunare, cioè il mese sinodico, ha una durata di circa 29,53 giorni e quindi è più breve di un mese solare che infatti dura 30 o 31 giorni (tranne che per febbraio negli anni non bisestili).

Può così accadere che, quando un novilunio si verifica il primo del mese, ne cadrà un secondo alla fine dello stesso mese.

A causa del fuso orario, non si verificherà in tutto il mondo nello stesso mese.

 

Questa particolarità è accaduta l’ultima volta nell’agosto del 2019 e, agevolata dalle condizioni meteorologiche favorevoli, son riuscita a fotografare tutte le fasi e a raccoglierle in questo pannello, che mostra quindi un intero mese sinodico contenuto all’interno del mese di agosto.

 

 

Il mese di agosto 2019 ha contenuto in sé tutte le fasi lunari al completo,un mese sinodico quindi contenuto in un mese di calendario.

Altra particolarità è che nello stesso mese si son presentati due nuviluni, un fenomeno che accade ogni 29 mesi. Questa seconda “New Moon” in un mese, viene definita Black Moon.

 

Ho scelto di tentare, in questo mese, di raccogliere tutta la lunazione completa confidando nella calda e secca estate Siciliana..

Così è stato. Sono riuscita a riprendere tutte le fasi giorno per giorno da Ragusa (Sicily).

Nell’immagine in alto presento tutte le Lune raccolte e con esse riporto la didascalia con l’esatta età di ogni Luna nel momento dello scatto.

Ho volutamente lasciato intorno alle “Thin Moon” un alone con il colore del cielo che racconta la loro breve permanenza in cielo poco prima dell’alba o poco dopo il tramonto.

Anche le lune hanno colori differenti e ciò è dovuto all’altezza del nostro satellite nel momento dello scatto. La luna del 22 agosto, ad esempio, è molto rossa perché era appena sorta e quindi sotto effetto di Scattering e rifrazione.

La Luna nuova, l’ho voluta invece rappresentare usando la parte di Luna cinerea che ho ripreso durante una delle ultime fasi di Luna Calante.

Anche il Novilunio del 30 Agosto è stato rilevante poichè si è trattato di una Super New moon: la Luna Nuova era al Perigeo e quindi ad una minima distanza dalla Terra ( 357.314 Km).

La prossima volta che si verificheranno due noviluni in un mese, da noi, sarà nel mese di dicembre del 2024.

 

 

 

 

 

 

Nell’immagine sottostante ho voluto accoppiare le fasi opposte della Luna rispetto al Plenilunio.

 

 All Photos:

 

Thin Moon and colors of the sky

 

 

 

La sottile falce di Luna che si è presentata la mattina del 29 agosto, presentava la forma a Barchetta o “Luna Coricata”, con entrambe le cuspidi rivolte verso l’alto e la falce illuminata parallela all’orizzonte

 

Cinerea Moon

 

La Luna Cinerea sorge sul monte Pelmo (Belluno – Italy) 2015

 

 

COMPARISON “MONN LIGHT”

 

The shift of the lunar twilight

Il Terminatore della Luna è quella linea che separa la zona in ombra da quella illuminata dalla luce del Sole.

Intorno al terminatore, quindi nel crepuscolo lunare, è possibile distinguere mari e crateri in maniera dettagliata e tridimensionale grazie all’effetto luci/ombre che svelano tutti i corrugamenti del suolo lunare visibili dalla Terra.

 

 

 

Il Terminatore si sposta con una velocità di circa 16Km/h lungo la linea dell’equatore lunare equivalente a circa 8 secondi di arco l’ora.

 

Ecco come il terminatore scopre il Sinus Iridum nell’arco di 3 ore solari.

 

Software: Mooncal.org

Oltre all’aiuto del Software per risalire all’età della Luna, ringrazio Giuseppe De Donà che mi ha successivamente fornito un programmino da lui realizzato per calcolare in maniera esatta l’età della Luna.

https://moon.nasa.gov/resources/154/moon-phase-and-libration-2018/

 

All Moon’s Phases: The Synodic Month in August 2019

“Soligrafia” sul Monte Pelmo

Dopo l’amplitudine sulla linea dell’orizzonte marino che dimostra lo spostamento del Sole al tramonto rispetto al Punto Ovest, ecco il secondo esperimento di ripresa quotidiana del Sole.

 Questa la posizione / My position

Guardare ogni giorno il punto in cui il Sole tramonta o sorge ci fa sperimentare che il Sole non tramonta sempre a occidente o sorge sempre a oriente e se potessimo raccogliere tutti i soli nel momento in cui toccano l’orizzonte marino nell’arco di un anno, vedremmo questi soli muoversi lungo la linea dell’orizzonte, rispetto all’ovest, a nord quando ci avviciniamo al solstizio d’estate e a sud quando ci avviciniamo al solstizio d’estate d’inverno.

Questa linea è chiamata “Amplitudine occasa”

Prendere appuntamento con il sole che sorge o tramonta sulla linea dell’orizzonte marino è molto semplice, basta consultare un almanacco e presentarsi davanti all’orizzonte all’ora stabilita ma quando l’orizzonte visibile è il profilo di una montagna allora la cosa cambia.

Per più di un mese il Pelmo è stato il mio orizzonte dove ogni giorno vedevo tramontare il sole.

Ero nel periodo del solstizio d’inverno e avevo notato che il sole stava tramontando sul lato sinistro della montagna.

Da qui l’idea di sfruttare il movimento quotidiano del Sole e filmare, con un teleobiettivo dotato di filtro astrosolare, il Sole quando, al tramonto, avrebbe mostrato il profilo delle rocce.

Dal 12 gennaio 2018, ogni giorno, ho atteso che il Sole si mettesse alle spalle del Monte Pelmo.

A differenza della ripresa del disco solare al tramonto su un orizzonte marino, ho avuto necessità quindi dell’utilizzo di un filtro solare per poter effettuare gli scatti, essendo il Sole ancora molto alto quando tocca la montagna.

Ho scattato nel momento stesso in cui il Sole ha toccato il bordo della roccia.

Fotografare il tramonto tutti i giorni mi avrebbe permesso di ricostruire come un puzzle il profilo dell’intera montagna.

Ogni giorno il Sole, proprio come un pittore romantico, ha svelato nuovi pezzi del profilo della montagna.

Così ho seguito il tramonto per poco più di un mese, non avevo bisogno di un appuntamento con un orario programmato dagli almanacchi, dovevo sottomettermi alle vette e ai pinnacoli dolomitici per poter attendere l’istante esatto in cui il Sole avrebbe attraversato loro.

L’immagine finale è quindi la sagoma del Monte Pelmo disegnata dal disco solare al tramonto. Si tratta della somma di 15 diversi Tramonti (dal 12 gennaio al 21 febbraio 2018).

Gli spazi dove non c’è il Sole sono dovuti alla presenza delle nuvole.

Nei giorni 11, 16, 20 e 22 febbraio ho potuto inserire più immagini del Tramonto perché l’inclinazione della roccia era parallela al percorso del Sole. In particolare il 15 febbraio il Sole, come un alpinista, ha seguito tutta la ripida dorsale della montagna. La mia posizione di scatto è sempre stata la stessa durante tutto il periodo.

 

La mia posizione di scatto era sempre la stessa durante tutto il periodo.

Non vi è quindi ulteriore calcolo per effettuare l’ora esatta del tramonto in quanto non è presente alcuna rifrazione.

 

 

T

Making an appointment with the sun rising or setting on the marine horizon line is very simple, just consult an almanac and present yourself in front of the horizon at the established time but when the visible horizon is the profile of a mountain then the thing changes.

Looking every day at the point where the Sun sets or rises makes us experience that the Sun does not always set in the west or always rises in the east and if we could collect all the sun the moment they touch the marine horizon  over a year, we would see these suns move along the line of the horizon, relative to the west, north as we approach the summer solstice, and south as we approach the summer solstice winter. This line is called “Occasive Amplitude”

I lived a period of my life in the Venetian Dolomites and I found accommodation with a south/west view of one of the most evocative mountains of the Dolomites: the Pelmo.

Pelmo was my horizon where I would see the sun set every day.

 

I was at the time of the winter solstice and I had noticed that the sun was setting on the left side of the mountain.

Hence the idea of exploiting the daily movement of the Sun and filming, with a telephoto lens equipped with an astrosolar filter, the Sun when, as it was setting, it would show the profile of the rocks.

Photographing the sunset every day would have allowed me to reconstruct the profile of the whole mountain like a puzzle. So I followed the sunset for just over a month, I didn’t need an appointment with a time programmed by almanacs, I had to submit to the Dolomite heights and pinnacles to be able to wait for the exact moment in which the Sun would cross them.

 

The final image is therefore the silhouette of Mount Pelmo designed by the solar disk at sunset.

The final image is the sum of 15 different Sunsets (from 12 January to 21 February).

The spaces where there’s no Sun are due to the presence of clouds. On 11, 16, 20 and 22 February I was able to insert more pictures of the Sunset because the rock’s inclination was parallel to the Sun’s path.

In particular, on the 15th of February the Sun, like a mountaineer, followed the whole ridge steep mountain. My shooting position was always the same during the whole period.My shooting position was always the same (https://goo.gl/maps/wmV2U4fizpE2)

 

di seguito i singoli scatti dei rispettivi giorni

( nelle immagini del Sole tra il 6 e il 14 febbraio si nota la presenza della Macchia Solare AR 2699):

 

12 Gennaio 2018

Contatto con la roccia: 15.18

Tramonto: 15.21

Azimut: 222,o°

Tramonto all’orizzonte: 17.04

15 Gennaio 2018

Contatto con la roccia: 15.21

Tramonto: 15.23

Azimut: 222,3°

Tramonto all’orizzonte: 17.07

18 Gennaio 2018

Contatto con la roccia: 15.22

Tramonto: 15.25

Azimut: 227,0°

Tramonto all’orizzonte: 17.11

21 Gennaio 2018

Contatto con la roccia: 15.24

Tramonto: 15.27

Azimut: 227,6°

Tramonto all’orizzonte: 17.14

24 Gennaio 2018

Contatto con la roccia: 15.27

Tramonto: 15.29

Azimut: 228,3°

Tramonto all’orizzonte: 17.17

27 Gennaio 2018

Contatto con la roccia: 15.28

Tramonto: 15.31

Azimut: 229,1°

Tramonto all’orizzonte: 17.20

29 Gennaio 2018

Contatto con la roccia: 15.27

Tramonto: 15.30

Azimut: 229,2°

Tramonto all’orizzonte: 17.22

6 Febbraio 2018

Contatto con la roccia: 15.30

Tramonto: 15.32

Azimut: 231,0°

Tramonto all’orizzonte: 17.31

Presenza della Macchia Solare / Sunspot: AR 2699

7 Febbraio 2018

Contatto con la roccia: 15.31

Tramonto: 15.33

Azimut: 231,2°

Tramonto all’orizzonte: 17.32

Presenza della Macchia Solare / Sunspot: AR 2699

11 Febbraio 2018

Contatto con la roccia: 15.34

Tramonto: 15.40

Azimut: 233,6°

Tramonto all’orizzonte: 17.36

Presenza della Macchia Solare / Sunspot: AR 2699

 

14 Febbraio 2018

Contatto con la roccia: 15.44

Tramonto: 16.06

Azimut: 239,2°

Tramonto all’orizzonte: 17.39

Presenza della Macchia Solare / Sunspot: AR 2699

15 Febbraio 2018

Contatto con la roccia: 15.45

Tramonto: 16.07

Azimut: 239,7°

Tramonto all’orizzonte: 17.40

16 Febbraio 2018

Contatto con la roccia: 15.47

Tramonto: 16.07

Azimut: 239,9°

Tramonto all’orizzonte: 17.42

20 Febbraio 2018

Tramonto: 16.06

Azimut: 240,9°

Tramonto all’orizzonte: 17.46

 

21 Febbraio 2018

Tramonto: 16.10

Azimut: 241.9°

Tramonto all’orizzonte: 17.47

 

Press

 

IL DOLOMITI

 

 

Una foto, 15 tramonti. L’eccezionale scatto che racconta il viaggio del Sole sul Monte Pelmo

 

 

https://epod.usra.edu/blog/2018/05/silhouettes-of-mount-pelmo-made-by-the-setting-sun.html

 

 

 

“Soligrafia” sul Monte Pelmo

Sunsets from the winter solstice to the summer solstice in Sicily

CLICK HERE for interactive picture

Independently of where you are on the Earth, the Sun will always rise exactly East and set exactly West on two days only: March 21 and September 21 at the time of the two equinoxes.

 

As for every other day of the year, the Sun will not rise exactly East and will not set exactly West. The exact location where the Sun will rise and set will vary widely depending on the place. The arc between the sun motion at sunset and the True West is called Occasive Amplitude, and from my position is 59° 34′.

 

I created this interactive picture (www.greenflash.photo) composed of many sunsets observed from the same position, from the Winter solstice to the Summer solstice.

By clicking on each Sun in the picture, you can access some information about every single sunset: weather data, mirages (if any), a video and the whole sequence of the sunset.

For each sunset I made 3 different shots from the same location:

– 1 shot at 18mm using a Nikon D 7100 Reflex

– the whole sequence at 215mm with a Canon SX 50 HS

– 1 video shot using a Sony Handicam

 

The weather data are provided by Civil Protection Weather Station at the port of Marina di Ragusa (Rg) – Sicily (Italy) .

 

I also entered 2 types of time and azimuth:

1) taking into account the depression of the horizon

2) taking into account the depression of the horizon and atmospheric refraction

 

The program I used (“Carte du Ciel) considers the time at sunset when the Sun is below the horizon.

 

Until the 26th of May the sunset was at the sea horizon.

From the 27th of May the sunset was above the coastline (Licata – Agrigento – Sicily).

 

My location:

Gatto Corvino – Marina di Ragusa (Rg) Sicily – Ita (https://goo.gl/maps/YYRmq86uXak) 36°48’47.5”N    14°33’55.9″E

Height: 178 m above s.l.

 

 

VIDEO ANALEMMA AT SUNSET

 

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Sunsets from the winter solstice to the summer solstice in Sicily

From Solstice to Solstice: Amplitude and Analemma at Sunset

Il Sole, nel suo movimento apparente, non sorge sempre esattamente ad Est come non tramonta sempre esattamente ad Ovest, ma si sposta sulla linea dell’orizzonte di qualche grado verso sud o verso nord.

Ho così voluto sperimentare fotograficamente questo spostamento scegliendo una postazione dove il Sole, per tutto il periodo di ripresa da Solstizio invernale a Solstizio estivo, sarebbe tramontato sulla linea dell’orizzonte marino.

 

 

Questo video, che troverete anche a conclusione di questo post, spiega nella pratica : L’Amplitudine Occasa e l’Analemma Solare al tramonto che ho realizzato tra il 2016 e 2019.

 

 

 

AMPLITUDINE OCCASA

Ho girato intorno la zona dell’entroterra di Marina di Ragusa, da dove, nella mia provincia, potesse essere possibile seguire tutti i tramonti durante l’anno e, l’unico punto che ho individuato da raggiungere comodamente con attrezzatura si trovava a Gatto Corvino.

Se mi fossi portata sulla costa esposta ad ovest avrei di certo potuto inseguire il Sole al tramonto da Solstizio a Solstizio ma avrei ottenuto la fila dei Soli su un orizzonte marino senza alcun riferimento terrestre che ne potesse lasciare immaginare l’ampiezza dello spostamento.

Il luogo di ripresa si trovava a 178m slm pertanto il mio orizzonte marino

si trova a circa 50 Km di distanza,

La distanza dell’orizzonte infatti varia in base all’altezza in cui si trova l’osservatore.

 

Posizione: Gatto Corvino (Rg), Sicilia 36°48’47,5″N 14°33’55,9”E

 

Ho iniziato il lavoro di ripresa per il solstizio di inverno del 2016 e l’ho terminato dopo 6 mesi di ripresa e non 12 perché, dopo il solstizio d’estate (raggiunto il punto più estremo a a Nord-Ovest) il Sole, avrebbe “rilasciato i tramonti sull’orizzonte” creando il tragitto inverso fino al solstizio d’inverno Sud-Ovest).

L’immagine finale è la somma di 20 scatti, scelti tra circa 120 tramonti osservati e  fotografati sempre dalla stessa posizione e nel momento in cui il Sole sta per toccare l’orizzonte.

I dati di ora e azimut si riferiscono al momento esatto in cui l’ultimo lembo di Sole svanisce sotto l’orizzonte così come il termine Tramonto è definito. Per questione di chiarezza visiva ho invece fotografato l’ultimo istante in cui il Sole si trovava sopra l’orizzonte marino.

 

L’arco che definisce i gradi di spostamento dal punto Ovest, del Sole al tramonto si definisce Amplitudine Occasa.

L’arco che definisce i gradi di spostamento dal punto Est, del Sole all’alba si definisce, Amplitudine Ortiva.

 

Intorno agli equinozi, il Sole raggiunge la minima amplitudine poiché si avvicina all’Est o Ovest e durante i Solstizi raggiunge un’amplitudine massima, ortiva o occasa se si tratta rispettivamente di Alba o tramonto.

 

 

L’intenzione non era solo quella di realizzare una foto che mostrasse l’amplitudine al tramonto ma era anche quella di documentare ogni singolo tramonto.

Ho utilizzato 3 tipi di strumenti per documentare i tramonti in 3 diverse modalità:

 

– Nikon D 7100 Reflex a 18mm con la quale ho effettuato tutti gli scatti per comporre la foto e dentro i 18mm rientra tutta l’ampitudine.

– l’intera sequenza del Sole l’ho ripresa con lo zoom a 215mm di una Canon SX 50 HS

– 1 video ripresa con una Sony Handicam

 

 

 

Grazie alla disponibilità dei ragazzi della protezione civile del porto turistico di Marina di Ragusa che mi hanno fornito lo storico dei dati meteo della loro stazione meteorologica, son riuscita a calcolare anche gli azimut e l’ora del tramonto tenendo quindi conto della rifrazione, che alla mia latitudine, tarda il tramonto di circa 2 minuti di tempo alla nostra latitudine e di circa 20′, 24′ di azimut.

 

Tramite questo link si accede all’immagine interattiva: cliccando su una striscia di tramonto, è possibile accedere a tutte le informazioni riguardanti il tramonto scelto (dati meteo, video, sequenze di immagini con teleobiettivo per osservare anche la presenza di miraggi.

 

 

 

Vidi la mia sequenza con la fila dei soli pronti a tramontare sulla linea dell’orizzonte e pensai che quella sequenza potesse corrispondere a ciò che rimane di tutti i tramonti di analemmi durante l’anno.

 

Per realizzare l’amplitudine (6 mesi),  ho quindi di volta in volta modificato l’ora della mia ripresa facendola corrispondere sempre all’ora del tramonto.

Per realizzare l’Analemma (12 mesi), bisogna invece scegliere un’orario della giornata e effettuare gli scatti sempre a quella ora prescelta.

In genere si è abituati ad vedere lavori di analemmi realizzati intorno il mezzogiorno nell’ora in cui il Sole culmina e passa quindi al meridiano, ottenendo quindi un analemma sospeso e perpendicolare alla linea dell’orizzonte.

 

L’ANALEMMA AL TRAMONTO

Cercai in rete anche un analemma ripreso nell’ora del tramonto più anticipato dell’anno che toccasse quindi la linea dell’orizzonte.

Trovai tanti analemma ripresi in prossimità dell’ora del tramonto, compresa la prima immagine di analemma ripresa da Dennis di Cicco tra il 1978/79 ma nessuno di essi corrispondeva esattamente al tipo di immagine di analemma che avevo in mente poiché nessuna aveva come orizzonte, un orizzonte marino aperto.

 

Fu allora che decisi di immergermi in un altro lavoro fotografico e integrare il lavoro dell’amplitudine, con una “analemma al tramonto”.

L’orario scelto per la ripresa del Sole , fu quello del tramonto più anticipato dell’anno  ovvero quello che ricade in prossimità del giorno di Santa Lucia e che, alla latitudine di Marina di Ragusa, accade alle 16.45 p.m. (15:45 di TUC , 16:45 di TMEC,  17:45 di OE).

Il tramonto più tardivo dell’anno invece avviene dopo il solstizio d’estate ma il giorno esatto dipende dalla latitudine in cui ci si trova. Nel caso di Marina di Ragusa è avvenuto il 2 luglio 2019. 

 

Dal solstizio d’estate del 2018 ebbi modo di avviare le riprese scegliendo di cadenzare le riprese ogni 10 giorni.

10 giorni, più o meno, poteva essere un tempo adeguato a far si che il meteo, che soprattutto nei mesi invernali non si protrae a lungo la presenza di coperture nuvolose,  mi permettesse di non mancare una foto in prossimità della scadenza e quindi ottenere i dischi solari ben distanziati considerata la ripresa con un 18mm su APS.

Il lavoro dell’analemma, iniziato per il Solstizio d’Estate del 2018 si è concluso il 10 giugno 2019 e l’immagine finale è stata scelta dalla NASA come APOD (Astronomy Picture of the Day) proprio per il giorno del solstizio d’estate 2019.

E’ stata anche scelta come immagine del giorno dall’USRA e pubblicata nel blog di NASA SCIENCE

 

Nell’immagine, il Sole del Solstizio d’estate, è quello che raggiunge l’esposizone più a NORD-OVEST e si trova segnato in alto nell’analemma ma si noti anche che non è il Sole più alto. Il punto più alto invece è riservato a quello che può essere definito  il tramonto più tardivo dell’anno.

 

Sarebbe naturale pensare che le estremità corrispondano al Sole in corrispondenza dei 2 solstizi. In realtà, agli apici troviamo rispettivamente il Sole dei primi di dicembre in basso e il Sole di fine giugno o inizio luglio in alto: cioè il primo e l’ultimo tramonto dell’anno. Questa discrepanza (equazione del tempo)  si spiega sia con l’inclinazione del piano dell’orbita terrestre e sia con la leggi di Keplero: la Terra descrive un’orbita ellittica attorno al Sole e, in base alla distanza dal Sole durante la sua rivoluzione, si muove più o meno velocemente. Afelio (la Terra si trova più lontana dal Sole e si sposta più lentamente) e Perielio (la Terra si trova più vicina al Sole e si sposta più velocemente)  si trovano rispettivamente vicino ai solstizi ma non combaciano infatti,  la linea dei solstizi e quella degli apsidi (che congiunge afelio e perielio) sono sfalsate.

 

 

C’è stato un tempo in cui l’Afelio e il Perielio corrispondevano ai giorni del Solstizio. Dal 1246 infatti, ogni 58 anni, il perielio si è allontanato dal solstizio di un giorno.

 

Si è fatto anche il calcolo che tra circa 4000 anni, il perielio avverrà nel mese di Marzo e arriverà a coincidere con l’equinozio di primavera.

 

 

 

 

 

 

 

Spiega Giuseppe De Donà in una delle sue pubblicazioni sulla rivista UAI circa : “Giorno più corto, tramonto anticipato, levata ritardata”

Giuseppe De Donà

Il giorno del solstizio d’inverno è il più corto dell’anno per tutti i luoghi dell’emisfero boreale e il più lungo per quelli dell’emisfero australe. Esso coincide con il giorno in cui la declinazione del Sole raggiunge il valore minimo. La declinazione del Sole è legata al valore dell’obliquità dell’eclittica, ossia all’inclinazione dell’asse terrestre rispetto all’ortogonale al piano in cui la Terra orbita intorno al Sole. L’angolo è uguale a quello compreso tra il piano dell’equatore celeste e quello dell’eclittica. Secondo J.Laskar, il valore dell’obliquità dell’eclittica oscilla tra un massimo di 24° 14’ 07” (nell’anno –7 530) e un minimo di 22° 36’ 41” (nell’anno +12 030) [1]. In questi anni il valore dell’obliquità è quindi in leggera ma costante diminuzione. Ad inizio 2018 il dato è di 23° 26’ 05” [2], per cui i valori della declinazione del Sole nel 2018 sono compresi tra un massimo di +23° 26’ 05” al solstizio estivo, e un minimo di –23° 26’ 05” al solstizio invernale.

La lunghezza del giorno è determinata dall’ampiezza del semiarco diurno H che il Sole compie dal suo sorgere al transito e dal transito al tramonto, ed è dato dalla nota espressione:

cosH−tgtg(1)

con che indica la declinazione del Sole e la latitudine della località dell’osservazione. La formula è riferita al centro del Sole e non tiene conto del fenomeno della rifrazione. Applicando la (1) alle latitudini 38°, 42° e 46° Nord nel giorno del solstizio d’inverno, si ottengono queste lunghezze dell’arco diurno (2H).

Alla latitudine 38° = 140.410° : 15°/h = 9 Alla latitudine 42° = 134.055° : 15°/h = 8 Alla latitudine 46° = 126.659° : 15°/h = 8

hms 21 38.5

hms 56 13.2

hms 26 38.2

Le tre latitudini considerate sono comprese nel territorio italiano e, pressappoco, corrispondono a quelle delle città di Palermo, Roma e Belluno. Pertanto, al solstizio d’inverno, il giorno a Palermo dura circa 25 minuti più di Roma e 55 minuti più di Belluno.

La giustificazione didattica relativa al “giorno piu corto” è quindi piuttosto semplice. Malgrado ciò, d’inverno capita spesso di sentirsi chiedere se il giorno del solstizio sia davvero il più corto dell’anno e non sia, invece, quello di “S. Lucia, il giorno più corto che ci sia”. Il 13 dicembre coincise col solstizio d’inverno per alcuni secoli prima della riforma del calendario attuata nel 1582 da Papa Gregorio XIII. In quel periodo il giorno di Santa Lucia fu davvero il più corto dell’anno e, a parere mio, fu certamente là che il proverbio ebbe origine. Spesso anche di fronte a questa delucidazione, l’interlocutore rimane perplesso, ingannato dal fatto che, già dal 10 dicembre, le giornate “sembrano allungarsi” in quanto, dopo quella data, l’orologio civile segna, sera dopo sera, un tempo del tramonto in aumento. Perché? Per spiegare questo comportamento, apparentemente anomalo, è necessario considerare l’ora civile del mezzogiorno locale, cioè l’istante in cui in Sole transita sul meridiano del luogo, osservando che esso non coincide mai con le ore 12 di una meridiana a ora vera locale.

http:/https://www.washingtonpost.com/wp-srv/special/metro/urban-jungle/pages/110118.html

 

Il Video esplicativo del lavoro sull’Amplitudine e sull’anatema al tramonto

 

 

Link suggeriti:

Calendario orari Alba, Tramonto, Crepuscolo da ogni latitudine

L’Analemma di Marco Meniero

La curva lunare di Giorgia Hofer

Tatoo Solar at Winter Solstice

The Longer Days di Gianluca Belgrado

From Solstice to Solstice: Amplitude and Analemma at Sunset

La traiettoria del Sole nei giorni dei Solstizi/Equinozi

The path of the Sun on the day of the solstices / equinoxes

 

 

Si potrebbe pensare che la traiettoria del Sole al tramonto del Solstizio d’Estate formi un arco, così come accade per il Solstizio d’Inverno, invece da quando sorge a quando culmina e fino al tramonto, il Sole rilascia un percorso che forma una sinusoide.

 

Nell’ immagine dell’Analemma al Tramonto (fig. 1) è presente il tragitto del Sole al Solstizio d’Estate a partire dalle 4:45 pm fino al tramonto e nella foto che propongo ho evidenziato come, durante il tragitto, il Sole ricurvi verso SUD.

All’Equinozio invece il Sole percorre un tragitto lineare.

La curva del Solstizio d’Inverno non è visibile perché alle 4:45pm il Sole è già prossimo al suo tramonto che avverrà alle 4:49 pm.

 

 

Ho voluto così sperimentare fotograficamente i tre percorsi ma riprendendo il Sole dall’ora in cui culmina fino al tramonto, sulla linea dell’orizzonte marino,  nei rispettivi giorni del: Solstizio d’Estate,Equinozio d’Autunno e Solstizio d’Inverno.

La postazione scelta è in un campo adiacente alla postazione che scelsi per il lavoro sull’Analemma al Tramonto, si trova a Gatto Corvino (Ragusa).

Coordinate: 36°49’05.5″N 14°34’01.7″E

200mt s.l.m.

 

Camera: Nikon D7100, ISO 100, f 22; 11mm; 1/800 sec; no filtro astrosolar.

 

Il culmine del Sole è il momento in cui il disco solare attraversa il punto più alto nel cielo e transita quindi attraverso il Meridiano Locale: il Meridiano Sud a 180°.

Siamo al Mezzogiorno, al Meriggio, nel punto in cui, nel sistema orario anglosassone, prima che il Sole attraversi il culmine, le ore vengono segnate accompagnate da AM (Anti Meridiano).

Superato questo punto le ore vengono accompagnate da PM (Post Meridiano).

Il tragitto del Sole nei diversi giorni dell’anno dipende dalla latitudine dell’osservatore e dall’inclinazione assiale della Terra (l’angolo tra il piano dell’orbita e il piano di rotazione che è pari a 23,5°).

Per convenzione ci appropriamo del movimento apparente del Sole senza dimenticare che è la Terra a muoversi rispetto alla nostra Stella.

Il Sole quindi, nei vari giorni dell’anno compie una apparente traiettoria circolare attorno ad un osservatore terrestre il quale ne vedrà solo alcune: quella che percorre il Sole quando si trova sopra l’orizzonte visibile.

Questi cerchi che vengono denominati Cerchi di Declinazione, in riferimento alla differente declinazione del Sole, variano rispetto al periodo dell’anno in cui ci troviamo e ce ne accorgiamo con l’alternarsi delle stagioni.

La Declinazione del Sole raggiunge il suo massimo al Solstizio d’Estate quando, la sua declinazione, sarà pari all’Inclinazione Assiale, +23.5° e raggiunge il suo minimo il Solstizio d’Inverno (-23,5)

 

Durante il giorno degli equinozi in qualsiasi latitudine sulla terra, i cerchi di declinazione del Sole attraversano il punto di intersezione tra l’orizzonte e lo Zenit e quindi il Sole sorge esattamente ad Est e tramonta esattamente ad Ovest.

(Ai Poli invece il Sole rimane sull’orizzonte per 24 ore).

Il giorno del Solstizio d’Estate la maggior parte del Cerchio di Declinazione resta sopra l’orizzonte. La linea Sinusoidale molto curva all’orizzonte al tramonto è come se accompagnasse il Sole che sta nuovamente preparandosi a sorgere dopo circa 9 ore.

Il giorno dell’Equinozio il Cerchio di declinazione è visibile esattamente per metà. In questo giorno la durata del Dì e della Notte sarà identico.

Il giorno del Solstizio d’Inverno, la maggior parte del Cerchio di Declinazione è sotto l’orizzonte, vediamo quindi solo l’apice del Cerchio di Declinazione che quindi mostra il tragitto del Sole come una curva perfetta che ci dice quanto poco stazioni il Sole nei nostri cieli in quel giorno.

La quantità di luce che avremo al Solstizio d’Estate corrisponde alla quantità di buio che avremo al Solstizio d’Inverno e viceversa.

Pertanto, se vogliamo avere una immagine completa del Cerchio di Declinazione, notiamo che la parte mancante al Solstizio d’Inverno la ritroviamo al Solstizio d’Estate.

 

 

 

 

Abbiamo visto che quindi il tragitto del Sole si trasforma da arco di cerchio (per il Solstizio d’inverno), a Sinusoide (o onda triangolare), al Solstizio d’Estate e all’Equinozio .

Queste curve in realtà sono archi di cerchio. Infatti, se potessimo inseguire il Sole a mezzogiorno rincorrendolo per tutto il globo il nostro tragitto si chiuderebbe come un cerchio ma siamo fermi in un punto ad osservare e ciò determina la variante sinusoidale di questo tragitto.

Ci sono stati vari esempi di ripresa della traiettoria del Sole durante gli Equinozi e Solstizi:

Con il Fish Eye in questa immagine di Tunç Tezel

 

Questa immagine di John Krieger

 

 

In base alla modalità di ripresa, varia il risultato finale poiché bisogna rappresentare su un piano un movimento il movimento in un sfera.

La mia ripresa, in effetti, mi restituiva un tragitto differente dal risultato atteso:

 

Ciò che avevo ripreso con il mio 18mm corrispondeva alla realtà che, rapportata in una panoramica con orizzonte lineare, mi donava una “realtà distorta”: il Solstizio Estivo divergeva fino al culmine verso Nord e l’Equinozio proseguiva con un tragitto lineare.

La mia inquadratura “non aveva tutti i torti”, il Sole proveniva da Est che era alle mie spalle e tutti i culmini sono effettivamente protesi in quella direzione ma non sono allineati sulla verticale del meridiano locale che quindi, come ho evidenziato in foto, appare incurvato.

Ponendo su un piano la linea dell’orizzonte da Sud a ONO si è venuto a creare quel che mi ha confermato, rappresentandomelo, il programma Stellarium:

 

 

 

Ma seppur veritiera non mi restituiva quella che era l’immagine che poteva documentare, rappresentandola, la sinusoide.

Mi è venuto in aiuto Giuseppe De Donà che, calcolando le effemeridi del Sole alla mia latitudine (che riporto a fine pagina) nei tre rispettivi giorni di ripresa e realizzando un grafico  aiutandomi ad “aggiustare il tiro” e portare a compimento il risultato atteso oltre che a darmi molte informazioni utili a realizzare molte delle cose che riporto in questo post .

 

 

Di seguito alcune immagini nei giorni di ripresa:

 

Solstizio d’Estate

Summer Solstice

23/06/2019

Sole Culmina: 12:03 a 76.6°

Sole Tramonta: 19:23 a 300°

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Equinozio d’Autunno

Autumn Equinox

24/09/2019

Sole Culmina alle (ora solare)11:52 a 53°

Sole Tramonta alle (ora solare) 17:55 a 270°

 

La formazione del “Sun Dog” durante l’equinozio in questo video:

 

 

 

Solstizio d’Inverno

Winter Solstice

22/12/2019

 

Sole Culmina: 11:59 (ora solare) a 30°

Sole Tramonta: 16:48 (ora solare) a 241°

 

 

Di seguito riporto le effemeridi del percorso del Sole ai solstizi e all’equinozio, calcolate da Giuseppe De Donà per la latitudine della mia ripresa.

de donà.xls Dati

 

 

Da questi dati ha anche ricavato il grafico dell’esatta posizione del Sole nel percorso, utile per ricostruire il tragitto e correggere la distorsione della lente del grandangolo.

 

 

Concludo con una immagine che riprende tutto il percorso del Sole durante il corso di un intero anno. Si tratta di una soligrafia ripresa da Gianluca Belgrado

La traiettoria del Sole nei giorni dei Solstizi/Equinozi

Sunset: Amplitude Occasive

Sunset from the Winter Solstice to Summer Solstice in Sicily

I created this interactive picture ( https://greenflash.photo/?da_image=sunsets-solstice-winter-summer-solstice) made of many sunsets from the same position, from the winter solstice to the summer solstice.

By clicking on each Sun in the picture you can access many info about every single sunset: weather data, mirages (if any), a video and the whole sequence of the sunset.
For each sunset I made 3 types of shooting from the same location:
– 1 shot at 18mm using a Nikon D 7100 Reflex
– the whole sequence at 215mm with a Canon SX 50 HS
– 1 video shot using a Sony Handicam

The weather data are provided by Civil Protection Weather Station at the port of Marina di Ragusa (Rg) – Sicily (Italy).

Until the 26th of May the sunset happened at the sea horizon.
From the 27th of May the sunset happened above the coastline (Licata – Agrigento – Sicily).

My location: Gatto Corvino – Marina di Ragusa (Rg) Sicily – Ita (https://goo.gl/maps/YYRmq86uXak) 36°48’47.5″N 14°33’55.9″E
Height: 178 above s.l.

 

 

Sunset: Amplitude Occasive

Sun and Moon rise from the same point

Sole E Luna

 

L’immagine mostra la Luna e il Sole fotografati mentre sorgono nei giorni prossimi all’eclissi e si nota, dalle sagome degli alberi, che sorgono dallo stesso punto.
L’amico Marco Meniero, in collaborazione con Stefano de Fazi, ha spiegato questo particolare fenomeno che accade ogni 9 anni:
A creare questa coincidenza subentrano:
– Transito della Terra su uno dei nodi in corrispondenza della Luna piena ( che ha generato l’eclissi)
– Posizione della Terra nel punto equinoziale (in questi giorni il Sole sorge esattamente ad Est e tramonta esattamente ad OVEST.
Pertanto, i Nodi lunari, corrispondono ai nodi equinoziali mostrando il sorgere ed anche il tramontare del Sole e della Luna non solo dallo stesso punto ma esattamente ad EST e OVEST, in costellazioni opposte (costellazione della Vergine e del Pesci).

E, tutto questo, avviene ogni 9 anni ( ovvero la metà del periodo SAROS).

 


“This rare phenomenon happens every nine years (half of the SAROS period) and it involves:
– the transit of the Earth on one of the nodes corresponding to the Full Moon (which generated the eclipse)
– the position of the Earth in the equinoctial point (on these days the sun rises exactly in the east and sets exactly in the west);
The lunar nodes correspond to the equinoctial nodes, showing the rise and the setting of the Sun and the Moon not only from the same point but exactly at EAST and at WEST and in opposite constellations (Virgo and Pisces).”

Picture of the Moon:
Camera Used: Canon Sx 50Hs
Exposure Time: 1/125
Aperture: f/6.5
ISO: 100
Focal length: 215
Picture of the Sun:
Camera Used: Canon Sx 50 Hs
Exposure Time: 1/25
Aperture: f/8
ISO: 80
Focal length: 215
Astrosolar filter
Photographer: Marcella Giulia Pace
Editing: Marco Meniero e Marcella Pace
Text (about the phenomenon): Marco Meniero

Dettaglio informazioni sul fenomeno

 

Sun and Moon rise from the same point

Il Sole e Luna: stessa traiettoria e stesso tramonto

Sia il 2o e sia il 22 Novembre 2017, il Sole e la Luna attraversando il cielo hanno seguito lo stesso arco di traiettoria, combaciante, fino al tramonto.

Il risultato è stato che entrambi sono tramontati, da qualsiasi orizzonte posto nell’emisfero boreale, nello stesso punto.

Il 22 Novembre, per esempio, alla latitudine di Modica, la Luna, così come il Sole,  culmina a 33° e tramonta a 245° azimut.

L’evento ha interessato la fascia dell’emisfero boreale che va dall’equatore e comprendendo il Tropico del Cancro fino a circa 50° Nord.

Più ci si allontana verso il sud dell’equatore e più le due traiettorie si distaccano lievemente di pochi gradi.

Più ci si allontana dal tropico del Cancro e verso il circolo polare artico e più le due traiettorie si allontanano tra loro in maniera graduale ma creando un distacco più ampio. In Finlandia del Nord, gli archi del Sole e della Luna, seguono evidenti differenti traiettorie.

 

Tramonto del  20 Novembre

Il 20 Novembre il Sole, alla mia latitudine, tramontava a 245,6° e la Luna a 245,7°

Per fotografare questo evento, è bene ricercare un punto dove all’orizzonte del nostro tramonto, vi sia un riferimento terrestre.

Io ho scelto la chiesa di San Giovanni di Modica che da, questa postazione punta i circa 240°, proprio in direzione dei due tramonti. Da questa postazione quindi, il 20 Novembre, ho atteso prima il tramonto del Sole:

e dopo circa due ore, il tramonto della Luna:

 

Ho ripreso con due macchine fotografiche lasciate fisse per circa 3 ore.

Le immagini ad alto ingrandimento sono state scattate con la Canon Sx 60 hs.

 

Con la Nikon D7100 ho invece scelto una inquadratura più ampia (140mm) rispetto ai 215 mm della Canon per riprendere, tramite scatti intervallati, il percorso della Luna e del Sole verso i loro tramonti e in direzione della chiesa di San Giovanni.

 

 

Vedi anche “Sun and Moon same point 2015”

 

22 Novembre 2017:

Nuvole 🙁

 

 

Il Sole e Luna: stessa traiettoria e stesso tramonto

Green and Red flash

Green and Red flash

Green Flash

 

On May 30 2020, this image was published by NASA: APOD

 

 

Per molto tempo ho lasciato questa pagina corredata di foto ma non di informazioni circa il fenomeno del Green Flash.

Ho preferito argomentare altri fenomeni atmosferici ma non il Green Flash di cui ne parla ampiamente e dettagliatamente Andrew T. Young nel suo sito in continuo aggiornamento.

Per questo, per chi si vuole addentrare in approfondimenti sul fenomeno, consiglio di navigare all’interno del suo sito per trovare ogni risposta a questo particolare fenomeno.

Il Green Flash si manifesta in particolari condizioni atmosferiche, sul lembo superiore del Sole (ma anche della Luna e dei Pianeti) mentre si trova sulla linea dell’orizzonte e quindi al tramonto o all’alba.

In questa fase il Sole, attraversa lo strato della bassa atmosfera, dove, la composizione dell’aria è più densa e più carica di particelle come la polvere.

Per questa ragione, la luce subisce dei processi come la dispersione, l’assorbimento, ed in particolare la rifrazione che piega la luce e, le sue componenti come il blu e il viola, vengono rifratte maggiormente rilasciando questa particolare colorazione verde smeraldo che dura pochi istanti e quindi difficile da osservare e catturare.

Altro riferimento on line per conoscere questo ed altri fenomeni ottici atmosferici è il sito di Les Cowley. Un lavoro di raccolta di immagini spettacolari da tutto il mondo, che riprendono dettagli insoliti della Natura e gli effetti della Luce con la nostra atmosfera tutte accompagnate da una spiegazione scientifica curata dall’autore del sito.

Una mia immagine del Green Flash, è stata da lui scelta per spiegare questo fenomeno:

http://www.atoptics.co.uk/fza102.htm

 

La base portante della formazione del Green Flash, è la rifrazione che deforma il disco solare che genera quindi miraggio. Il miraggio può anticipare il Green Flash al tramonto o avvenire dopo all’alba.

I Miraggi sul Sole possono essere distinti in due tipologie: Sole ad Omega (Miraggio Inferiore) e Mock Mirage (Miraggio Superiore).

 

In questo video si possono vedere fasi del tramonto che portano alla formazioni del Green Flash: il miraggio del Sole ad Omega, lo Scattering Atmosferico che attenua la luce del Sole al punto da essere visibile ad occhio nudo. Clicca qua per vederlo

Segue un video del Sole all’alba che presenta il Green flash  poi il Sole ad Omega:

 

 

In questo altro video, un Green flash originato dal miraggio contrapposto a quello del Sole ad Omega: il Mock Mirage:

 

Altro tramonto con Green Flash e Mock Mirage: clicca qua

 

Ho provato a fare delle mie osservazioni ed esperimenti sul fenomeno:

Some observations and an experiment on the Green Flash

 

 

 

 

 

 

 

 

Blue and Purple Flash

 

Green and Red flash

 

PRESS

https://www.rainews.it

 

 

 

 

 

Green Flash

The impossible photo is possible

 

PREMESSA: Non autorizzo la condivisione di questa immagine senza la descrizione di come è stata realizzata o senza essere accompagnata da questo link

 

Questa immagine è FALSAMENTE VERA:

VERA perché non è stata ritoccata, non c’è nessun fotomontaggio e si tratta di un singolo scatto.

E’ FALSA perché ciò che ritrae è falso: la Luna Piena non può mai trovarsi, nel suo percorso nel cielo, accanto al Sole.

 

Prima di spiegare come ho fatto a scattare questa foto “VERA”, voglio spiegare perché è “FALSA”.

 

 

LA FOTO E’ FALSA

Perché la Luna Piena non può mai trovarsi accanto al Sole.

Perché?

Immaginiamo di trovarci seduti dentro una stanza buia con alle nostre spalle, distanziata, una fonte di luce posizionata alla stessa altezza della nostra nuca e, di fronte a noi un amico in piedi che ci guarda.
Essendo che noi ci troviamo al centro di questo allineamento (Lampada, io e il mio amico), succede che riusciamo a vedere il volto del nostro amico illuminato.
Questo è il caso della Luna Piena: La Luna è Piena, per un osservatore terrestre, quando la sua faccia esposta verso la Terra, è completamente illuminata dal Sole.

Ciò avviene quando, nel suo movimento di rivoluzione attorno alla Terra, la Terra si trova tra la Luna e il Sole.

Dalla Terra vediamo l’apparente disco Lunare, completamente illuminato dal Sole che si trova dalla parte opposta.

Per questo è impossibile fotografare la Luna piena accanto al Sole.

Le Eclissi di Luna?

Se il nostro amico, invece di essere in piedi si sedesse di fronte a noi, ci troveremmo le nostre teste con la lampada perfettamente allineati sullo stesso piano. Io quindi farò ombra sul volto del mio amico perché la mia testa copre la fonte di luce che, quando il mio amico era in piedi, illuminava indisturbata il suo volto.

Questo è il caso dell’Eclissi di Luna che potremmo ammirare ogni mese solo se il piano dell’orbita terrestre coincidesse con quello della Luna ma non è così…è come se, tornando all’esempio dell’amico,  la Luna preferisse stare sempre in piedi e ogni tanto si siede: quando le due orbite si intersecano (si incontrano) in due punti detti Nodi.

 

Le fasi?

Immaginiamo che il nostro amico si posizioni adesso alla nostra destra sempre con il volto verso di noi. Adesso, ad essere illuminata sarà sempre metà parte della testa (dal profilo destro all’orecchio ma,  dal nostro punto di vista vedremo la luce dalla lampada illuminare metà del suo volto, quello esposto verso di noi.

Ciò accade alla Luna quando, nel suo movimento di rivoluzione attorno alla Terra, si posiziona a destra o a sinistra del nostro pianeta. La Luna in pratica è sempre piena poiché, come la Terra. È sempre illuminata per metà dal Sole. Ciò che genera le fasi è il nostro punto di vista dalla Terra.

Più la Luna nella sua rivoluzione attorno alla Terra si avvicina a posizionarsi tra la Terra e il Sole e più, dal nostro punto di vista, riduce la sua parte illuminata mostrandosi come falce.

Con il Novilunio la Luna, allineata con tra il Sole e la Terra, non si può più osservare perché: non solo non è illuminata, sempre dal nostro punto di vista ma, trovandosi in apparente prossimità del Sole, non riusciamo e possiamo vederla perché, guardando in direzione del Sole rimaniamo abbagliati.

 

 

Le Eclissi di Sole?

 

Durante la Luna Nuova abbiamo quindi allineati in questo ordine, Terra, Luna ,Sole.  La Luna quindi, dal punto di vista terrestre, potrebbe passare davanti al Sole oscurandoci. Sappiamo ormai che le orbite ellittiche della Luna e della Terra non giacciono sullo stesso piano e bisogna attendere che l’allineamento avvenga sui Nodi per osservare l’Eclissi di Sole.

 

Se si vuol fotografare la Luna vicino al Sole lo si può fare un giorno prima o il giorno dopo il Novilunio . Fotografare quindi la falcetta sottilissima di Luna calante o crescente! Ma è davvero difficile scorgerla per i motivi sopra citati. Io ci ho provato e son riuscita a catturare una giovanissima falce di Luna crescente.

 

 La foto è VERA

Per chi è abituato ad osservare la Luna, si accorge subito che la risposta sta proprio nella sua immagine: il disco lunare è capovolto…per l’esattezza è speculare.

Ho infatti usato uno specchio per fare questa foto ma non uno specchio normale ma uno di quelli che riflette e nello stesso tempo lascia passare una fonte luminosa. Si tratta di uno specchio con “Effetto fantasma di Pepper”.

Non è comunque uno scatto semplice da realizzare, non basta posizionare lo specchio e si scatta la foto ma bisogna considerare alcune difficoltà e quelle che ho incontrato sono le seguenti:
– Reperire uno specchio con effetto “Pepper”

– Posizionarsi in un luogo dove è ben visibile sia l’Est che l’Ovest e non ci siano elementi terresti o nuvole che intralcino la ripresa.

– Attendere una Luna Piena che sorga poco prima del tramonto o una che tramonti poco dopo l’alba.
–  Puntare la Luna attraverso lo specchio ed allinearla co l’inquadratura del Sole 

– Mantenere il puntamento dei  due oggetti che continuamente si muovono in direzione opposta all’interno dell’inquadratura.

– La non corretta inclinazione dello specchio genera una “doppia luna”.

– Il Sole deve trovarsi vicino l’orizzonte in maniera che la sua luce, filtrata dall’atmosfera,  sia abbastanza debole da non sopraffare l’immagine della Luna e altrettanto luminosa da passare attraverso lo specchio.

 

 

 

I shot at sunset with the help of a special mirror (with “Pepper’s ghost” effect ), which filtered the Sun light and at the same time reflected the Moon behind me.

In this way I was able to capture the Sun and the Moon on the horizon simultaneously and with a single click, aiming at the Sun and adjusting myself with very small movements.

(I have noticed that they have this effect the mirrors that are used on cars)

In this way I was able to catch the Sun and the Moon at the horizon at the same time and with a single click, pointing at the Sun and adjusting with very small movements.

 

 

Details: Single shot; Camera Canon sx 50hs, 84,75mm; 1/60 sec; f/5,6; ISO 80
Date: 2017/06/08

Location: Randello (Ragusa – Sicily) -Italy

 

PREMESSA: Non autorizzo la condivisione di questa immagine senza la descrizione di come è stata realizzata o senza essere accompagnata da questo link

 

 

L’idea di riprendere in un unico scatto Sole e Plenilunio risale al 2013 quando tentai l’esperimento con uno specchio da borsetta ma l’esigenza di rivedere Sole e Luna in una immagine fluida e non interrotta dalla cornice dello specchio, mi ha messo alla ricerca di altri sistemi di specchi fino a giungere a quella finale.

 

 

 

The impossible photo is possible

Pareidolia on the Moon: Golden Handle and Moon Maiden

Questa immagine della Luna, ripresa con il teleobiettivo della Nikon Coolpix P1000, è invertita così come quando si osserva la Luna attraverso un telescopio rifrattore.

 

 

 

La motivazione è di far notare due particolarità che possono essere associate ad una forma di PAREIDOLIA.

 

Quattro o cinque giorni prima del Plenilunio, la fase di Luna Gibbosa Crescente evidenzia le montagne del Giura per alcune ore. Le montagne sono molto evidenti perché il gioco di luci e ombre che si crea sul Terminatore  le rende particolarmente luminose.

 

 

La caratteristica forma ad arco illuminato e l’immaginazione degli uomini, hanno creato l’idea di un “Manico d’Oro”.

Già Galileo aveva individuato questa particolare formazione e sulla base di questa fece delle misurazioni sulle altitudini orografiche del nostro satellite.

 

La Catena del Giura si estende a forma di arco sopra la “Baia dell’Arcobaleno” (Sinus Iridum), e termina con un promontorio denominato Promontorum Heraclides, il cui nome ricorda il noto astronomo e filosofo Turco, Eraclide Pontico (390-310 a.c.)  al quale fu anche data una dubbia attribuzione della paternità circa la Teoria Eliocentrica.

Su questo promontorio è nota un’altra formazione che ci svela “un’altra faccia della Luna”, Cassini, nel 1679, vi riconobbe il profilo di una donna dai lunghi capelli.

 

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Da allora quindi, quando il terminatore della Luna si sofferma dalle parti della Catena montuosa del Giura, si riconosce, nel “Promontorio  Heraclides ” un profilo di donna che viene denominata “La Signora della Luna”. Il profilo sembra proteso ad osservare la Baia dell’Arcobaleno o l’altro capo dell’ Arco montuoso del Giura.

Cassini la volle essere raffigurata da un incisore, Jean Batpiste Patigny e in particolare il volto da lui rappresentato, ricorda quello della moglie di Cassini, Genevieve De Laistre.

L’immagine non è nitida ma la faccia della “Signora della Luna” è meglio identificata quando non è correttamente messa a fuoco.

 

Capirete quindi perché ho preferito invertire l’immagine: al contrario si riconoscono sia “LA Maniglia d’Oro” che la Signora della Luna…per chi li volesse osservare l’appuntamento è alla prossima Luna del 10 o 11 giorno.

 

 

 

 

Pareidolia on the Moon: Golden Handle and Moon Maiden

Parry Arc

 

Fra gli aloni di rara fattura, è catalogato: l’arco di Parry.

Statistiche vogliono che l’arco di Parry sul Sole sia osservato in media 1 volta l’anno. Sulla Luna è davvero una rarità.

La loro rarità dipende dal fatto che non basta che un cirro passi sopra la Luna per attendere la formazione, ma dipende tutto dalla forma dei cristalli presenti nei cirri e dal loro orientamento in caduta.

Si tratta di Prismi Colonnari scaleni esagonali.

Solo due facce del prisma sono interessate all’attraversamento dei raggi con una inclinazione di 60°.

Il loro orientamento in caduta avviene con le facce del prisma che giacciono su un piano orizzontale.

Le formazioni degli Archi di Parry, possono variare forma in base all’altezza della Luna o del Sole.

Nel mio caso la Luna aveva un’altezza di circa 27° e l’arco di Parry in formazione sopra l’arco tangente superiore, viene definito un Arco di Parry Suncave.

 

 

In questa immagine, composta da tre scatti eseguiti in sequenza (13 secondi intervallati da 1 secondo), si vede come in un minuto, il passaggio di un cirro mostri delle componenti che svaniscono subito dopo:

Paraselene o Parelio per il Sole, Arco Paraselenico o Arco Parelico per il Sole, Suncave Arco di Parry, Arco tangente Superiore, Arco di Alone a 22°.

Ciò dimostra che la rarità di osservazione di un tale fenomeno è anche relativo alla sua durata.

 

 

 

 

In questa immagine ho sommato le tre foto in sequenza per ottenere una sola immagine che mostra tutta la formazione durante il passaggio del cirro.

 

 

In questo video un confronto tra la formazione di Sun Halo e Moon Halo, a 16 sec si osserva la formazione dell’ Arco di Parry sulla Luna.

 

Dati di scatto per l’arco di Parry sulla Luna:

Data di scatto: Il 14 marzo 2020 ore 1:23
Camera: Nikon D7100
Obiettivo: Tokina AT-X 116 PRO DX 11-16mm f2.8
Dati di scatto: 11mm 13 sec f 2/8 iso 100
Dati Luna: Moon Waning Gibbous ; Illumination 75,2%; 19.38 days
Location: Modica- Ragusa – Sicily.

 

Parry Arc

Upper tangent Arc (Lunar)

 

 

Upper tangent Arc (Lunar)

Wegener Arc – Upper Tangent Arc – Parhelic Circle – Circumscribed

WEGENER ARC & PARHELIC CIRCLE

Complesso Sistema Alonare

 Halo Display Modica (Rg) 

 

L’orientamento e la forma di cristalli di ghiaccio in caduta, presenti nei cirri, creano geometrie differenti nel cielo.

Sono riuscita a riprendere questa formazione alonare, per la prima volta in Italia a questa latitudine.

Essa è composta da:

-L’alone solare è molto frequente, anche più dell’arcobaleno.

-Il Cane solare o Parelio

-Arco Tangente superiore, la loro formazione si ha quando il sole è sotto i 30°.

-Arco Circumzenitale: anche questa è una formazione frequente ma meno osservata perché si manifesta sopra lo zenit, per questo è definito circumZENITALE. Ha colori molto intensi anche più di quelli dell’arcobaleno. Viene conosciuto anche come l’arcobaleno che sorride

-Arco Sopralaterale, formazione poco frequente,  sul quale poggia il Circumzenitale. Il Supralaterale non si forma quando il Sole ha un’altezza superiore ai 32°.

 

Questa formazione complessa si è presentata il 17 novembre 2020, il Sole aveva un’altezza di +19 gradi ed io mi trovavo a Modica (Sicily) https://goo.gl/maps/vEGpM46nm6VMDg1J7

 

Stavo osservando il cielo aspettando che si verificasse qualche formazione di alone perché il cielo presentava una copertura di cirri. Alle 14:30 si è manifestato l’alone solare molto intenso con la presenza dei chi solari che si alternavano a destra e a sinistra del Sole. Dopo 10 minuti è apparso l’Arco circumzenitale che aumentava sempre più di intensità.  Ho iniziato a fotografare e sono apparsi il Supralatareale e l’arco tangente superiore.

La formazione completa è durata circa un’ora e ad un certo punto è anche apparso una porzione di arcobaleno.

The orientation and shape of falling ice crystals, present in the cirrus clouds, create different geometries in the sky.
I managed to shoot this Halo Display, for the first time in Italy at this latitude.
This complex halo formation consists of:
-The solar halo. Is very frequent, even more than the rainbow.
-The Sun Dogs
– Upper Tangent  Arc, their formation occurs when the sun is below 30 °.
– Circumzenital Arc: this is also a frequent formation but less observed because it occurs above the zenith, which is why it is defined circumZENITAL. It has very intense colors even more than those of the rainbow. It is also known as the smiling rainbow
-Supralateral arch on which the Circumzenitale rests. The Supralateral is not formed when the sun is higher than 32 ° in height.
This formation occurred on November 17, 2020, the Sun had a height of +19 degrees and I was in Modica (Sicily) https://goo.gl/maps/vEGpM46nm6VMDg1J7 
I was looking up at the sky expecting some halo formation to occur because the sky was covered with cirrus clouds. At 2.30 pm the very intense solar halo appeared and the formations of Sun dog alternated. After 10 minutes, the circumzenital arc appeared, increasing more and more in intensity. I started taking pictures and the Supralatareale and the upper tangent arc appeared.
The complete formation lasted about an hour.
With Rainbow

 

 Halo Display Cortina D’Ampezzo (Bl) 

 

VIDEO

 

 

 

 

 

 

 

Wegener Arc – Upper Tangent Arc – Parhelic Circle – Circumscribed

Circumhorizontal Arc

Viene anche definito “Arcobaleno di fuoco” perché capita che si formi su tipi di nuvole sfilacciate (come i cirrus floccus o cirrus fibratus) che prendono i colori incandescenti dell’arcobaleno sembrando delle fiamme in cielo.

Il nome scientifico è Arco Circumorizzontale (CHA) e si manifesta basso nel cielo e parallelo all’orizzonte.

Questi archi si formano per rifrazione della luce del sole all’interno di cristalli di giaccio che compongono i cirri. Somiglia all’arco Circumzenitale ma mentre l’CZA si manifesta vicino allo zenit e sopra il Sole, l’CHA si manifesta sotto il Sole e vicino all’orizzonte oltre ad avere anche i colori invertiti, sono invece gli stessi i cristalli che li formano.

CONFRONTO TRA ARCO CIRCUMZENITALE E ARCO CIRCUMORIZZONTALE

 

 

Questi cristalli hanno una forma esagonale piatta e sono in sospensione nel cielo in posizione orizzontale. Indispensabile per la formazione è l’altezza del Sole, infatti, quando il Sole ha un’altezza inferiore ai 58° l’angolo di incidenza della luce solare non è abbastanza da generare la rifrazione all’interno del cristallo. Per questa ragione, alla mia latitudine è possibile provare ad osservarlo nelle ore centrali del giorno dal mese di Aprile ad Agosto

 

Ci sono località del nord dell’emisfero, ad esempio, che non potranno mai osservare CHA perché il Sole non raggiunge mai l’altezza di 58°. Potrebbero tentare quello notturno ma è davvero molto raro.

In questa immagine vediamo un frammento di CHA ma può estendersi fino a ricoprire interamente l’ampiezza del punto cardinale SUD

 

This fragment of a very rare colored arc is also called “Rainbow of fire” because it happens that it forms on types of frayed clouds (such as cirrus floccus or cirrus fibratus) that take on the incandescent colors of the rainbow, looking like flames in the sky.
The scientific name is Circumorizontal Arc (CHA) and occurs low in the sky and parallel to the horizon.
This arc is formed by refraction of sunlight within ice crystals that make up the cirrus clouds. It resembles the Circumzenital arc but while the CZA manifests itself near the zenith and above the Sun, the CHA manifests itself under the Sun and near the horizon as well as having inverted colors, the crystals that form them are instead the same. .
These crystals have a flat hexagonal shape and are suspended in the sky in a horizontal position. Essential for the formation is the height of the Sun, in fact, when the Sun has a height of less than 58 ° the angle of incidence of sunlight is not enough to generate refraction inside the crystal. For this reason, at my latitude it is possible to try to observe it in the central hours of the day from April to August. There are locations in the northern hemisphere, for example, that will never be able to observe CHA because the Sun never reaches the height of 58 °. They might try the night one but it is very rare indeed.
In this image we see a fragment of CHA but it can extend to completely cover the width of the SOUTH cardinal point

 

 

 

 

 

Circumhorizontal Arc

Circumzenithal Arc

CHE ASPETTO HA?

L’arco circumzenitale (CZA acronimo di Circumzenithal Arc)) è descritto come l’ “arcobaleno che sorride” a causa della sua inconfondibile curvatura invertita, opposta a quella dell’arcobaleno tradizionale, e che ricorda visivamente un sorriso nel cielo. Tra tutti i fenomeni ottici atmosferici, il CZA spicca come uno dei più intensamente colorati, superando persino l’arcobaleno in vivacità.

La sequenza cromatica dell’ACZ parte dal rosso della banda più esterna dell’arco, orientata verso il Sole, seguito dall’arancione, dal verde, dal blu e dal viola nella parte più interna.

 

DOVE GUARDARE?

Come il suo nome suggerisce (“arco circumzenitale”), la sua posizione nel cielo è esattamente sulla verticale dell’osservatore, quindi intorno allo zenit.

 

Cosa è lo zenit?

Immaginando il cielo come una volta emisferica, lo zenit è il punto più alto nell’emisfero e si trova all’intersezione dell’asse verticale che passa dal punto di osservazione con la volta celeste.

Questa intersezione forma un angolo di 90° rispetto all’orizzonte.

Per poterlo osservare, nel caso fosse presente in cielo, bisogna guardare verso il punto più alto che l’inclinazione del nostro collo ci permette.

QUANDO SI FORMA?

Il fenomeno dell’arco circumzenitale (CZA) si verifica di solito durante il giorno se sono presenti nuvole cirri e quando il Sole si trova a un’altitudine inferiore ai 32°. La sua formazione è influenzata principalmente dalla presenza di cristalli nei cirri e dal loro orientamento. Tuttavia, in circostanze rare, può essere osservato di notte, soprattutto se il cielo è attraversato da cirri investiti dalla luce di una Luna molto luminosa e quando la posizione di quest’ultima non superi i 32° di altitudine.

Il 10 novembre 2022, alle ore 20:00 a Modica (Rg), con una Luna al 94% di luminosità e ad un’altitudine di 19° ho avuto l’opportunità di osservare un arco circumzenitale lunare. Questo fenomeno si manifestò accanto alla costellazione di Cassiopea e poco sotto la galassia di Andromeda. La presenza di un ACZ lunare notturno, soprattutto con una Luna così luminosa, è un evento insolito e affascinante, che sottolinea la rara combinazione di condizioni atmosferiche e astronomiche che permettono tale osservazione.

Quanto dista l’arco circumzenitale dallo zenit?

La manifestazione notturna dell’ACZ può offrire indicazioni più precise sulla sua posizione rispetto alle stelle di sfondo, consentendo un’identificazione più accurata. Nell’immagine, è evidente l’esatta disposizione dell’arco circumzenitale in relazione alle stelle circostanti, le quali, al momento dello scatto, avevano posizioni angolari ben definite.

Man mano che la Luna o il Sole salgono nel cielo, l’Arco Circumzenitale si avvicina allo zenit senza mai coincidere con esso. Durante questo movimento, l’arco si accorcia e si ispessisce. Al contrario, quando il Sole è basso sull’orizzonte, l’Arco Circumzenitale si allunga ma diventa più sottile, riducendo la sua luminosità. Il momento in cui l’arco è più vivido e luminoso si verifica quando il Sole o la Luna hanno un’altitudine di circa 20°. In particolare, con la Luna, la formazione dell’Arco Circumzenitale è più facilmente identificabile quando la Luna si trova tra i 20° e i 22° di elevazione.

L’arco circumzenitale si è formato con un angolo compreso tra i 65° e i 70° rispetto allo zenit, manifestandosi a una distanza approssimativa di 20°-25° da quest’ultimo.

COME SI FORMA?

La formazione dell’arco circumzenitale, a differenza dell’arcobaleno, non è attribuibile alle gocce d’acqua, ma piuttosto alla rifrazione della luce su cristalli di ghiaccio sospesi, comunemente presenti nei cirri.

Questi cristalli, che assumono la forma di esagoni piatti in caduta libera con la base parallela all’orizzonte, agiscono come prismi naturali. Quando la luce solare attraversa la loro faccia superiore orizzontale, fuoriesce lateralmente dalla faccia verticale, generando così l’arco circumzenitale.

La scoperta di un parelio, un fenomeno atmosferico causato dalla stessa forma di cristalli, può fungere da indicatore per dirigere lo sguardo verso l’alto per cercare di individuare la presenza dell’arco circumzenitale. L’aspetto e la formazione dei cristalli coinvolgono gli stessi principi, rendendo la ricerca di uno spettacolo celeste un complemento ideale all’osservazione dell’altro.

La presenza di un paraselene nella mia fotografia notturna ne testimonia la contemporaneità.

L’effetto prismatico generato dai cristalli di ghiaccio contribuisce a rendere l’arco circumzenitale uno degli archi più luminosi e caratterizzati da colori vibranti nell’ambito degli eventi atmosferici.

È RARO?

Alcune manifestazioni alonari sono considerate rare perché realmente non si manifestano frequentemente, altre perché sono collocate in porzioni di cielo dove di rado osserviamo e altre ancora, perché sono effettivamente difficili da individuare.

Allo stesso modo, l’arco circumzenitale può essere considerato un fenomeno raro non tanto per la sua frequenza intrinseca, ma piuttosto per la scarsa nostra osservazione della parte del cielo in cui si forma che tendiamo a trascurare. Quindi, il fenomeno potrebbe manifestarsi ai più con una discreta frequenza se solo prestassimo maggiore attenzione alla parte alta del cielo, verso la nostra verticale. L’arco circumzenitale potrebbe essere apparso (e apparire) sopra di noi con la stessa frequenza degli arcobaleni, ma la sua osservazione sfuggirci poiché abbiamo l’abitudine a concentrarci su ciò che abbiamo di fronte o, da qualche decennio, su ciò che abbiamo tra le nostre mani, chini sui nostri necessarissimi dispositivi mobili. Come riportato dal fisico ed esperto di ottica atmosferica Les Cowley di Atmospheric Optics (https://www.atoptics.co.uk), il sito di cui invito a visitare la fantastica e scientificamente rigorosissima sezione OPOD (“Optical Picture of the Day”), al quale dedicherò una serie di speciali articoli, l’arco circumzenitale si manifesta in Europa con una frequenza di circa una volta al mese. Tuttavia, è importante sottolineare che l’osservazione notturna è ancora più rara, aggiungendo un ulteriore elemento di straordinarietà all’esperienza.

In condizioni particolari e, stavolta, oggettivamente rare, l’arco circumzenitale può chiudersi in un cerchio completo, mantenendo solo una parte colorata, di solito di circa 1/3 del cerchio, mentre la rimanente parte resta bianca. Questo raro fenomeno è noto come “arco di Kern”. L’arco di Kern è una variante dell’arco circumzenitale che si verifica in presenza di cristalli di ghiaccio orientati geometricamente in modo tale da dar luogo a una rifrazione della luce solare che genera questa particolare configurazione circolare.

COME RICONOSCERLO DAGLI ALTRI ALONI E ARCHI SIMILI?

Nel contesto fotografico, è cruciale fare distinzioni tra il riconoscimento di un fenomeno basato su un’immagine e la sua osservazione diretta sul campo. Spesso le foto si concentrano sul fenomeno stesso, trascurando la posizione del Sole, complicando l’identificazione successiva. Si suggerisce perciò di adottare un approccio fotografico ad ampio campo per includere chiaramente la posizione del Sole. Nel caso di immagini in cui la posizione del Sole non è evidente, la comprensione delle caratteristiche distintive di ciascun fenomeno e l’attenzione ai dettagli diventano quindi fondamentali per un’identificazione accurata.

Il CZA è spesso confuso con un altro fenomeno, quello delle “nubi iridescenti” che si formano per tutto altro processo. L’equivoco nasce dal fatto che, formandosi l’ACZ su nubi alte come i cirri, che raramente presentano una formazione compatta, l’arco non appare nella sua interezza perché in parte resta coperto da nubi più basse, così da mostrare all’osservatore solo una porzione o addirittura un suo frammento.

E’ possibile distinguere facilmente l’ACZ dalle nubi iridescenti osservando la disposizione dei colori.

Nell’ACZ, le colorazioni sono disposte a bande orizzontali, mentre nelle iridescenze, i colori sono diffusi in modo più casuale.

In condizioni in cui l’arco circumzenitale (ACZ) si manifesta in modo incompleto, potrebbe essere anche confuso con il parelio, soprattutto se lo stiamo guardando attraverso una foto dove non risulti chiara la posizione del Sole. Ancora una volta ci viene in aiuto la distribuzione dei colori: il parelio presenta bande cromatiche verticali mentre l’ACZ ci appare con bande cromatiche ricurve in senso orizzontale.

Il parelio e l’ACZ condividono la natura del loro manifestarsi in presenza di cristalli di ghiaccio ma la disposizione delle bande colorate offre il principale criterio distintivo per un’identificazione accurata.

Altro elemento di confusione può sorgere con l’arco circumorizzontale, il quale si manifesta sotto il Sole a pochi gradi sopra l’orizzonte e presenta colorazioni invertite rispetto all’ACZ. Un’osservazione attenta delle caratteristiche distintive, come la posizione nel cielo e l’orientamento dei colori, può quindi aiutare a differenziare chiaramente i due fenomeni.

Galleria di immagini e video

 

 

 

 

 

 

PRESS

 

 

 

NASA

 

 

 

 

 

 

Circumzenithal Arc

Rainbows

 

In questa formazione si notano molte componenti che si possono osservare durante la formazione di un arcobaleno

L’arcobaleno più basso che è quello principale, detto Primario.

Nella foto sono visibili anche i raggi dell’arcobaleno, sono come i raggi anticrepuscolari che si aprono a ventaglio ma che in realtà sono tra di loro paralleli. L’illusione è la stessa che si ha guardando una foto dei binari del treno ripresi dal basso, sembra che si dipartano, in realtà sappiamo che non è così.

Sopra l’arcobaleno primario, più attenuato, si è formato quello secondario che ha la disposizione dei colori invertita infatti si va dal violetto al rosso.

L’arcobaleno secondario si forma per rifrazione  di un raggio che incide su una goccia d’acqua sferica ma che, a differenza dell’arcobaleno primario, subisce due riflessioni al suo interno.

Tra l’arcobaleno primario e quello secondario è presente una fascia scura detta Banda di Alessandro, in questa fascia le gocce di pioggia non azionano  rifrazione o riflessione e all’osservatore non viene trasmesso alcun raggio luminoso, più la banda di Alessandro è scura e più le colorazioni dell’arcobaleno saranno accese, come il caso di questo coloratissimo e luminosissimo arcobaleno.

 

 

 

 

Il fenomeno dell’Arcobaleno Rosso sul Ciclone del Mediterraneo ripreso da Modica (Ragusa)

Rainbow in the clear sky

 

Twin Rainbow in Vajont- Italy

 

 

Galleria con varie formazioni: 

Rainbows

Crepuscular Rays

Crepuscular Rays

Ant-Crepuscolar Rays

Ant-crepuscolar Rays

 

I Raggi anti-crepuscolari, si manifestano dalla parte opposta al tramonto ( o dell’alba ) e sembrano convergere ad Est  creando l’illusione che lì il Sole sia appena tramontato.

Ad accentuare l’illusione, una banda che va dall’arancio, quando il Sole è ancora sopra l’orizzonte, al rosa/viola, quando il Sole è sotto l’orizzonte, denominata Cinta di Venere o Arco Anti-crepuscolare.

I raggi Anti Crepuscolari, così come i Raggi Crepuscolari, in realtà, non convergono ma sono paralleli ed attraversano tutta la volta celeste da ovest ad est.

Si può dire quindi che i Raggi Anti-Crepuscolari sono il prolungamento dei raggi Crepuscolari anche se non sempre si manifestano o sono chiaramente visibili in contemporanea.

Potrebbero anche trattarsi non tanto di raggi di luce ma di fasci di ombre.

Ho avuto modo di notare che, a differenza dei raggi Crepuscolari, l’alternanza dei fasci di ombra dei raggi Anti crepuscolari sono più larghi rispetto a quelli di luce, come se il ventaglio dei raggi anti-crepuscolari fosse il negativo del ventaglio di raggi crepuscolari.

I raggi anti crepuscolari, se presenti, persistono soprattutto anche dopo il tramonto e sembrano sollevarsi ed allargarsi man mano che si innalza la così detta “Ombra della Terra” che in realtà è l’ombra della Terra sulla nostra atmosfera proiettata ad Est. Essa anticipa il buio fino a fondersi con lo stesso che ben presto ci mostrerà la volta celeste con le luci delle stelle.

I Raggi anti-Crepuscolari possono quindi apparire prima dell’alba e la loro evoluzione segue la sequenza invertita rispetto a quella appena descritta del tramonto.

I raggi anti crepuscolari possono anche apparire nelle ore prettamente diurne all’interno dell’Arcobaleno ma in questo caso prendono il nome di “Raggi dell’Arcobaleno”

Nelle 3 immagini che seguono si può immaginare la loro formazione: sono nuvole o montagne che la luce proietta correggendo i profili e proiettandoli fino all’antelio.

Spesso le nubi o le isole, sono posizionate al di sotto dell’orizzonte visibile e quindi, i raggi possono anche raccontare di ciò che si sta apponendo al Sole mentre questo è già sotto l’orizzonte.

L’illusione che i raggi convergano in un solo punto però, ci da, in un ampio spazio dispersivo come ad esempio l’EST dopo un tramonto, l’indicazione esatta del punto antisolare e della posizione del Sole sotto l’orizzonte.

 

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VIDEO

Ant-Crepuscolar Rays

Sun Dogs o Parelii

Alcune volte gli aloni possono essere accompagnati dai Cani solari, o Paraeli, o falsi soli.

Che aspetto hanno?

I Parelii, o “cani solari”, sono affascinanti fenomeni ottici che si manifestano come batuffoli di luce ai lati del Sole. Quando si osservano, coprendo il Sole con una mano e indossando occhiali da sole, emergono con una varietà di colorazioni. La parte rivolta verso il Sole può apparire rossa, mentre la parte esterna assume tonalità blu.

La loro posizione distintiva, equidistanti a destra e sinistra del Sole, ha portato alla suggestiva percezione popolare di essere i custodi del Sole, spesso paragonati a cani da guardia. Suggestione insita anche nel termine parelio il cui significato è: “con il Sole”.

In alcune circostanze, la loro luminosità può essere tanto intensa da sembrare quasi come dei soli aggiuntivi nel cielo. Altre volte sono tenui e mostrano la loro colorazione che va da rosso al verde-blu.

Non sempre i parelii appaiono contemporaneamente, la loro formazione nel cielo può essere individuale, coinvolgendo solo il parelio generato dalla presenza di cirri in una specifica parte del cielo.

Quando il Sole è sopra l’orizzonte, prima di svanire i parelii si attenuano e mostrano solo la colorazione rossa.

Dove cercarli?

Va premesso che, essendo una formazione che si manifesta spesso in prossimità del Sole, è importante salvaguardare la propria vista e posizionarsi in un posto all’ombra dove il Sole è coperto da un edificio o da un albero. Si avrà anche un miglior contrasto dei colori se si proteggeranno gli occhi con occhiali da sole.

I parelii spesso appaiono a destra e a sinistra del Sole, seguendo la circonferenza di un cerchio immaginario con il Sole come centro. Se sarà presente anche l’alone solare, i parelii potranno apparire tangenti ad esso. Il loro aspetto può cambiare velocemente in base al cirro sul quale si sta formando.

Prima del tramonto e poco dopo l’alba, quando sono bassi sull’orizzonte, sono più facilmente identificabili perché a portata di vista, oltre a trovarsi nelle condizioni di maggiore luminosità. Questa posizione è relativamente costante e si verifica ad angoli specifici rispetto alla posizione del Sole nel cielo. Più il Sole è alto rispetto l’orizzonte e più i parelii si innalzano e si allontanano dal Sole. Sopra i 40° sono anche più tenui e difficili da individuare.

La loro posizione rispetto all’alone solare e la loro grandezza e forma, cambiano in base all’altezza del Sole. Si allungano in senso verticale quando il Sole è basso sull’orizzonte altre volte si allungano in senso orizzontale, formando anche delle code di colore bianco.

Si possono formare non solo in cielo ma anche su un paesaggio terrestre, se è presente la “polvere di diamante” creata dalla danza di polvere di cristalli di ghiaccio sospesi sul suolo in località dove le temperature sono considerevolmente sotto lo zero. In questo caso, quindi, non sono i cirri a formarli ma condizioni atmosferiche che riguardano l’ambiente attorno all’osservatore.

Quando si formano?

Si formano a qualsiasi latitudine del pianeta e in qualsiasi stagione.

Il fenomeno dei parelii si verifica di solito durante il giorno se sono presenti cirri e quando il Sole si trova a un’altitudine inferiore ai circa 60°. La loro formazione è influenzata principalmente dalla presenza di cristalli esagonali piatti (piastre) nei cirri e dal loro orientamento. Tuttavia, in circostanze rare, può essere osservato anche di notte, soprattutto se il cielo è attraversato da cirri investiti dalla luce di una Luna molto luminosa e quando la posizione di quest’ultima non superi i 60° circa di altitudine.

Come si formano?

La formazione dei parelii è attribuibile alla rifrazione della luce su cristalli di ghiaccio sospesi, comunemente presenti nei cirri.

Questi cristalli, che assumono la forma di esagoni piatti in caduta libera con la base quasi parallela all’orizzonte, agiscono come prismi naturali. Quando la luce solare attraversa il cristallo, entra attraverso una faccia laterale e esce attraverso un’altra inclinata di circa 60° rispetto alla prima generando così i Sun Dog.

Sono rari?

Non sono fenomeni rari ma alcune varietà di queste formazioni sono meno frequenti.

L’osservazione notturna, ad esempio, può essere considerata più rara poiché legata alla fase lunare e alla sua luminosità oltre alla contemporanea presenza di cirri.

Di notte, non appaiono mai così luminosi da essere considerati doppie lune così come accade per il Sole e la nostra percezione visiva non ci permette di distinguerne i colori che invece possono essere catturati attraverso la fotografia. La manifestazione originata dalla Luna prende il nome di Paraselene o Moon Dog

In condizioni particolari di riflessione della luce ai lati verticali dei cristalli di ghiaccio, si possono formare dei prolungamenti denominati “code dei parelii” che talvolta vanno a fondersi con il cerchio parelico.

Altra rarità legata al parelio è il sub-parelio: si trova più vicino all’orizzonte e possono apparire a circa 18 gradi di distanza dal Sole.

Ciò che li distingue dai raggi solari ordinari è la completa riflessione interna sulla faccia orizzontale inferiore dei cristalli.

I sub-parelii si formano proprio sotto l’orizzonte, spesso in posizione quasi speculare rispetto ai parelii. Questo fenomeno può essere più facilmente individuato durante il volo sopra un tappeto di cirri, ad esempio guardando attraverso il finestrino di un aereo.

Esistono anche formazioni di parelii a 120°, sono varianti dei parelii classici che si formano a circa 120 gradi dal Sole anziché a 22 gradi. Questi fenomeni sono più rari e meno conosciuti rispetto ai parelii tradizionali a 22 gradi.

I parelii a 120° si formano per lo più nelle stesse condizioni atmosferiche dei parelii standard, con particolari tipi di cristalli di ghiaccio presenti nell’atmosfera che rifrangono la luce solare. La geometria dei cristalli e la posizione degli osservatori rispetto alla luce solare devono essere particolarmente favorevoli affinché si formino e siano visibili.

Essi appaiono come macchie luminose bianche simili a quelle dei parelii tradizionali, ma la loro posizione nel cielo è diversa.

Come riconoscerli dagli altri aloni e archi simili?

Nel contesto fotografico, è cruciale distinguere tra il riconoscimento di un fenomeno basato su un’immagine e la sua osservazione diretta sul campo. Spesso le foto si concentrano sul fenomeno stesso, trascurando la posizione del Sole, complicando l’identificazione successiva. Si suggerisce perciò di adottare un approccio fotografico ad ampio campo per includere chiaramente la posizione del Sole. Nel caso di immagini in cui la posizione del Sole non fosse evidente, la comprensione delle caratteristiche distintive di ciascun fenomeno e l’attenzione ai dettagli diventerebbero quindi fondamentali per un’identificazione accurata.

Il parelio potrebbe essere confuso con l’arco circumzenitale (ACZ) o con l’arco circumorizzontale (ACH), in condizioni in cui quest’ultimi si manifestino in modo incompleto, soprattutto se stiamo guardando una foto dove non risulti chiara la posizione del Sole.

Ancora una volta ci viene in aiuto la distribuzione dei colori: il parelio presenta bande cromatiche verticali mentre l’ACZ ci appare con bande cromatiche ricurve in senso orizzontale. Il parelio e l’ACZ condividono la natura del loro manifestarsi in presenza di cristalli di ghiaccio ma la disposizione delle bande colorate offre il principale criterio distintivo per un’identificazione accurata. Un’osservazione attenta delle caratteristiche distintive, come la posizione nel cielo e l’orientamento dei colori, può quindi aiutare a differenziare chiaramente i tre fenomeni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sun Dogs o Parelii

Sun Halo

L’alone solare, sulla base delle mie osservazioni, è il fenomeno atmosferico più frequente, anche più dell’arcobaleno che invece risulta essere molto più noto e riconosciuto.

La motivazione è che l’arcobaleno è, in un certo senso, a “portata d’occhio” quindi ad altezza vista e facilmente individuabile.

 

L’alone solare, è invece più presente dell’arcobaleno ma è più difficile da osservare perché si trova nella porzione di cielo dove è anche presente il Sole e dove, in genere, non volgiamo mai lo sguardo per non venirne abbagliati. Per questo per osservarlo è bene, oltre a coprire il Sole con la mano, indossare occhiali da Sole.

Gli occhiali da Sole sono un filtro minimo che crea anche un maggiore contrasto e consente di vedere il fenomeno, altrimenti impossibile da osservare.

 

L’Alone solare, inoltre, si manifesta più frequentemente con le sue colorazioni meno accese e pertanto non sempre colpisce l’attenzione dei più: solo poche volte mi è capitato di osservare un alone dai colori tanto netti e intensi da attirare stupore e curiosità degli osservatori “più distratti” intorno a me.

 

Altro motivo per cui il fenomeno dell’alone solare è un po’ meno sconosciuto è che siamo abituati a notare ciò di cui abbiamo già esperienza, per cui, anche se è lì sopra di noi, non riusciamo ad individuarlo con facilità, a meno che non lo si sia già personalmente sperimentato almeno un’altra volta.

 

Per questa ragione, considerata la maggiore attenzione verso il cielo da parte dei sostenitori delle scie chimiche, vengono da loro spesso individuati aloni, fotografati e spacciati come esempi di uno degli effetti di ciò che, a loro veduta, sarebbe “l’irrorazione nell’aria”. Quindi, questo fenomeno del tutto naturale e che dovremmo osservare con stupore e meraviglia, viene demonizzato in quanto testimonianza di ciò che loro definiscono  “complotto”.

 

In realtà, la presenza degli aloni, è testimoniata sin dai tempi in cui il traffico sui nostri cieli era una esclusiva solo per i volatili.

In molti detti popolari, inoltre, viene associata la presenza dell’alone alla conseguente pioggia. In questo link Les Cowley specifica che non è proprio esatto associarli alla pioggia

Una recente ricerca effettuata dall’astronomo Paolo Colona, ha portato alla luce l’associazione dell’alone Solare al il mito di Issione (il seguente Link per conoscerne i dettagli  oppure dal sito ANSA ) che veniva spesso raffigurato all’interno di una ruota come a rappresentare il fenomeno.

Abbiamo anche un dipinto del 1535 che, oltre ad essere la prima rappresentazione della città di Stoccolma è anche la prima rappresentazione di questo fenomeno ottico e non solo.

https://it.wikipedia.org/wiki/File:Vädersolstavlan.jpg

 

 

Riporto anche quanto ha scritto circa gli Aloni, l’Astronomo G.B. Hodierna intorno al 1600:

“ L’Alone, o corona, che suol prodursi à guisa di corona intorno al sole o della Luna, da noi detta Antiride, che sovvente ci presagisce futura Pioggia, altro non è che una seconda specie d’Iride, rappresentata all’occhio nostro dagl’Atomi vaporosi congregati in quella sfera vaporosa, mentre da quelli parti egualmente distanti intorno al Luminare, vien riflessa la Luce all’occhio nostro: ma perché quelle goccioline sono assai sottili, e perché lontani da noi, non possono così vivacemente rappresentare i colori dell’Iride.” (tratto dal libro “La Scienza Nuova e Assoluta” a cura di Mario Pavone)

 

 

 

 

 

Come si formano?

La formazione dell’alone è connessa alla presenza di nubi troposferiche, i cirri, composti da piccoli cristalli di ghiaccio a forma di prisma esagonale piatto che, quando sono in caduta, si posizionano in tal modo, rispetto all’orizzonte, da riflettere e rifrangere la luce, generando un anello luminoso con strati di colori concentrici. Il primo strato, quello più vicino all’astro, è rosso con colorazioni cangianti nei successivi strati e via via sfumando verso il blu nello strato esterno.

Spesso non si manifesta tutto il cerchio ma solo alcuni tratti della circonferenza soprattutto la parte superiore.

Si chiama anche Alone  22° perché il raggio della circonferenza è di 22° oltre che essere di 22° anche l’angolo di deviazione minima di ingresso e uscita del raggio di luce che attraversa il cristallo di ghiaccio.
Su questo link di Atoptics si può approfondire la deviazione dei raggi che attraversano il prisma che genera l’alone

 

Dove e quando si osservano?

A differenza di come spesso si ritiene, questa formazione si verifica a qualsiasi latitudine e in qualsiasi momento dell’anno, essendo un fenomeno che richiede cristalli di ghiaccio a quota tra i 6.000-12.000 metri, dove la temperatura è stabile.

La raccolta di immagini che seguirà per esempio, ritrae aloni ripresi nelle più lontane latitudini d’Italia.

Gli aloni si possono formare anche di notte se è presente la Luna. In questo caso prende il nome di alone lunare. Un alone lunare può essere invece definito più raro ma principalmente perché non tutte le fasi della Luna ne permettono la formazione e bisogna attendere la Luna piena o gibbosa che ne favoriscono la formazione e sempre se sono presenti in cielo strati di cirri.

 

Molti fenomeni atmosferici come questo vengono riportati dai luoghi più mistici e che più titillano la spiritualità delle persone più sensibili. Sono molte le foto e i video di luoghi noti per le apparizioni di divinità, non solo cristiane. Certo ci si predispone ad altro tipo di attenzione rispetto a chi corre da un autobus a un treno o corre per evitare una pozzanghera nel traffico di città. E non c’è niente di più rotondo del ricercare in cielo segnali che vorremmo proprio che ci giungessero dal Cielo. Mi scuso per la schiettezza di quanto ho scritto ma mi piacerebbe che tutti imparassero a riconoscere i miracoli della natura per non confonderli con quelli divini.

 

 

 

Come si Osservano?

Per l’osservazione dell’alone solare, indossando occhiali dal sole, è consigliabile sempre coprire con la mano il Sole o posizionarsi in un punto in cui il Sole viene coperto da una casa o da un albero: non si avrà la visione del cerchio completo ma almeno si potrà osservare senza rischi e con un contrasto più netto.

 

 

Come li fotografo?

 

Ribadendo la pericolosità di osservare il Sole in maniera diretta, aggiungo anche la pericolosità per la vista nell’osservare il Sole dal mirino di una reflex.

 

Fotografare questi fenomeni non è sempre facile perché sono in qualche modo imprevedibili e spesso la loro durata basta appena a recuperare la macchina fotografica, a posizionarsi in un punto panoramico e a impostare lo scatto, a volte magari solo per scoprire che quando tutto è pronto, è già anche tutto svanito.

Per la ripresa uso sempre 100 ISO, tempi che vanno intorno a 1/1200 ed f/8 0 10. Anche se la foto risulterà scura, in fase di post produzione si potrà sempre elaborare per ottenere il giusto equilibro e riproporre fedelmente la colorazione.

Sarebbe opportuno possedere un grandangolo in maniera da riprendere per intero il fenomeno senza dover ricorrere a scatti da unire in panoramica.

 

 

Contemporaneamente all’apparizione dell’alone è possibile spesso (ma non sempre) osservare anche la formazione di uno o due punti luminosi equidistanti dal Sole e prossimi all’alone, i Pareli o cani solari, rispettivamente a destra e sinistra e più o meno in alto rispetto al Sole, in base alla posizione dell’alone.

 

Più raro è invece l’Alone Lunare 

 

Di seguito le mie “raccolte” di aloni da nord a sud Italia:

 

 

 

 

VIDEO

 

 

 

 

Sun Halo

Paraselene

Paraselene

Moon Halo

L’alone lunare è un fenomeno spettacolare da osservare e può aggiungere un tocco di magia alle notti stellate.

Si verifica quando la luce della Luna viene rifratta attraverso particelle di ghiaccio sospese nell’atmosfera terrestre. Queste particelle agiscono come prismi, separando la luce in colori diversi e creando un alone colorato intorno alla Luna.

L’alone lunare appare come un anello luminoso intorno alla Luna, di solito di colore bianco o argentato, ma a volte può assumere sfumature di altri colori come il rosso, il blu o il verde.

La fase lunare è indispensabile per la sua formazione, infatti se la Luna non è abbastanza luminosa non si può assistere a questa meravigliosa formazione.

In generale, l’alone lunare è più visibile quando la Luna è piena o vicina alla fase piena, poiché la luce della Luna è più intensa.

Tuttavia, è possibile osservare l’alone lunare anche durante altre fasi della Luna, se le condizioni atmosferiche lo consentono. Ad esempio, in una notte particolarmente fredda e limpida, può essere possibile osservare un alone lunare anche durante le fasi di quarto della Luna.

Più frequente è la formazione di aloni attorno al Sole

La grandezza dell’alone non varia e rimane sempre con un raggio di 22° che, se misurato dischi lunari, contiene circa 57 lune piene.

L’alone lunare però ha la possibilità di inglobare al suo interno stelle, pianeti e costellazioni intere.

Il suo diametro, infatti, permette di ospitare al suo interno la più ampia delle costellazioni dello zodiaco presenti in cielo: la Costellazione della Vergine:

 

 

Constellations in Halo

In queste immagini alcune costellazioni si contendono lo spazio interno dell’alone.

Non riuscendo ad avere lo spazio tutto per sé, decidono di occuparlo a turno e così…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Moon Halo

Solar Corona

Solar Corona

Lunar Corona

Le “Corone” sono formazioni con colorazioni concentriche attorno al Sole, alla Luna e occasionalmente su pianeti e stelle.

I corone presentano quindi anelli concentrici colorati attorno alla sorgente luminosa che vanno dal blu (il più interno) al rosso (il più esterno).
Il corone testimonia la natura ondulatoria della Luce. Infatti la loro formazione è favorita dalla diffrazione e dall’interferenza della luce ai bordi di piccole goccioline d’acqua o cristalli presenti su veli di nubi come cirrocumuli, stratocumuli, o anche da pollini, polveri o aerosol.
Goccioline più piccole producono corone più grandi, goccioline più grandi producono corone leggermente più piccole o attenuate.

“Corone” are formations with concentric colorations around the Sun, Moon, and occasionally on planets and stars.

 

The corone therefore have colored concentric rings around the light source ranging from blue (the innermost) to red (the outermost).

The corone are testament to the wave nature of the Light. In fact, their formation is favored by the diffraction and interference of light at the edges of small droplets of water or crystals present on veils of clouds such as cirrocumulus, stratocumulus, or even from pollen, dust or aerosols.

Smaller droplets produce larger coronas, larger droplets produce somewhat smaller to attenuated coronas.

 

 

 

 

 

 

 

Tuttavia, si possono presentare corone nelle nostre foto anche se non sono presenti realmente in cielo.

In questo caso si tratta di un effetto di diffrazione della luce della Luna sulle goccioline di umidità che possono aver appannato la  lente dell’obiettivo.

In questo filmato si nota come la “presunta corona” si espande man mano che la lente dell’obiettivo si appanna sempre di più

 

Distinguere na corona da ottica atmosferica da una dovuta all’appannaggio di lenti, è molto semplice: basta notare le dimensioni.

Una corona non più mai raggiungere una espansione simile all’alone.

Ecco altri casi di “false corone” trovate in rete:

 

Corona, halo y arcos lunares sobre Manitoba

 

Oppure:

https://www.instagram.com/p/CpnFmaVPzbh/?igshid=MDJmNzVkMjY%3D

 

 

Lunar Corona

Planet’s Corona

 

Venus Corona

 

Giove Corona

 

Planet’s Corona

Pillar

 

PILLAR

The effect is created by the reflection of sunlight from tiny ice crystals that are suspended in the atmosphere.

 

 

 

Pillar

Moon Pillar

Moon Pillar

Iridescent Clouds

IRIDESCENZE LUNARI

 

Questa foto, APOD NASA il 4 Dicembre 2021, è stata ripresa a Modica (Ragusa) durante l’ultimo Plenilunio (18 Novembre 2021).

 

CHE ASPETTO HANNO?

L’aspetto è quello di nuvole che presentano chiazze sparse di vari colori pastellati, con un effetto simile a quello che si presenta sulle bolle di sapone o sulle meno romantiche chiazze di petrolio o di olio sulla superficie dell’acqua. Talvolta le iridescenze sulle nuvole assumono colori incredibili con tonalità pastello incandescenti, con prevalenza dei colori violaceo, verde e rosso.

La colorazione irregolare potrebbe essere causata dalla struttura della nuvola, che determina in alcuni casi la predominanza di un solo colore o una distribuzione più ordinata in bande. Questa organizzazione della distribuzione dei colori dipende dalla grandezza particella e dalla distanza angolare dal Sole.

DOVE GUARDARE?

Va premesso che, essendo una formazione che si manifesta spesso in prossimità del Sole, è importante salvaguardare la propria vista e posizionarsi in un posto all’ombra dove il Sole è coperto da un edificio o da un albero. Si avrà un miglior contrasto dei colori se si proteggeranno gli occhi con occhiali da sole.

Le colorazioni si presentano ai bordi delle nuvole, dove la nube è meno spessa e quindi la luce può filtrare facilmente. L’iridescenza può formarsi con maggiore frequenza su nubi distanti dal sole da 10 a 30 gradi e, seppur più raramente, anche nel punto antisolare (cioè, il punto opposto al Sole)

Le nubi interessate al fenomeno possono essere: altostrati, altocumuli, cirrocumuli, cumuli, cumulonembi e cumulostrati o nubi lenticolari o pileus di cumulonembi.

QUANDO SI FORMANO?

Possono essere osservate in qualsiasi momento dell’anno, sia di giorno con il Sole, che di notte con la Luna.

Le nubi iridescenti si presentano spesso in concomitanza del sorgere del sole o del tramonto, quando il sole è comunque basso sull’orizzonte e la luce attraversa uno strato più spesso di atmosfera. Cionondimeno, queste nubi possono apparire in qualsiasi momento, se le condizioni atmosferiche sono favorevoli.

COME SI FORMANO?

Si formano su nubi composte da microgoccioline di eguale dimensione e sono una splendida testimonianza della natura ondulatoria della luce. L’interferenza, infatti, è uno dei fenomeni che spiega l’iridescenza nelle nuvole. L’iridescenza è causata dalla diffrazione della luce nel suo attraversare piccole particelle di ghiaccio o goccioline d’acqua nelle nuvole. La diffrazione della luce provoca l’interferenza, cioè l’interazione di onde luminose che si sovrappongono.

Nel caso delle nuvole iridescenti, l’interferenza si verifica quando la luce solare colpisce le particelle di ghiaccio o le goccioline d’acqua nella nuvola e le onde di luce riflessa o diffratta si sovrappongono e si combinano in modi specifici, creando così i colori dell’iridescenza.

Il fenomeno dell’iridescenza nelle nuvole è spesso associato a piccole particelle di dimensioni uniformi in parti specifiche della nuvola. La dimensione delle particelle, insieme alla distanza angolare dalla fonte luminosa (il Sole, nel nostro caso), influisce sui colori specifici che si offrono ai nostri occhi.

SONO RARE?

Non è raro osservarle anche a pochi gradi dal Sole ma più distano dal Sole e più la loro formazione diventa rara.

Sono di certo rare quelle formazioni con colori molto accesi e marcati. Di norma, osservatori del cielo possono osservarli quasi tutti i giorni se sono presenti le nubi che ne permettono la formazione, ma le più spettacolari sono quelle che attirano l’attenzione dei più distratti proprio perché presentano colorazioni molto marcate.

Le formazioni di iridescenze con colorazioni particolarmente vivide e intense sono effettivamente fenomeni non comuni. In generale, gli appassionati di osservazioni astronomiche hanno l’opportunità di notarli con una certa regolarità, a patto che le condizioni atmosferiche e la presenza di nubi siano favorevoli alla loro manifestazione. Tuttavia, le manifestazioni più straordinarie sono quelle che riescono a catturare l’attenzione anche di chi di solito non presta grande attenzione a tali fenomeni, grazie proprio alla loro pronunciata e vivace cromia.

COME DISTINGUERLE DAGLI ALTRI ALONI E DA ARCHI SIMILI?

Le nubi iridescenti sono spesso, erroneamente, confuse con i Pareli e con frammenti di Arco Circumzenitale o Circumorizzontale.

E sono fenomeni anche molto simili alle corone. La differenza tra corona e iridescenza sta nella dimensione delle goccioline e la loro distribuzione nella nube: se le goccioline sono distribuite in un’ampia area e in maniera uniforme, le colorazioni si disporranno in maniera concentrica attorno alla fonte luminosa, altrimenti le colorazioni si sparpaglieranno dando origine appunto a iridescenze.

 

IRIDECENZE SOLARI

 

 

Iridescent Clouds

Moon Trails Art of Sorting

Scatti di Luna in sequenza sommati tra loro con la separazione di un secondo creano questo effetto 3D che mette in rilievo mari e crateri lunari e gli stessi, donano le striature presenti in tutto il “Moon Trail”.

I wanted to experience a new image of the moon.

Shots of the Moon in sequence added together with the separation of a second. This creates a 3D effect that highlights the seas and lunar craters, creating the streaks you can see throughout this “Moon Trail”.

Waxing Gibbous

Location: Ragusa- Sicily . ITA

Day: 10 OCTOBER 2019

Shot: 180; 247mm; 1/80; f/6.5; ISO 100

Camera: Camera SX 60 HS

 

 

 

Crescent Moon:

Altro modo per creare questo effetto 3D è la lunga esposizione:

Even with a long exposure the same effect can be achieved. On this crescent moon I also superimposed the Eartshine Moon part.
Location: Ragusa- Sicily . ITA
Day: 16 December 2020
Shot: 1; 600mm; 230 sec; f/18; ISO 100
Camera: Nikon D7100
For Earthshain Moon:  2 sec; f/6,3; ISO 800

 

 

 

 

 

Di seguito alcune fasi della lunazione di Ottobre 2019:

 

 

Supermoon 13 July 2022

 

15 July 2022 Refraction and Scattering

 

 

 

 

16 July 2022

 

All Sequence

 

Moon Trails Art of Sorting

Sub Elio/ Sub Parelio

Sub Elio/ Sub Parelio

Clouds Iridescent in Anthelic? Unusual Gloria

They look like iridescent clouds but they have formed in the antisolar point. This is a rare formation of Gloria.
Claudia Hinz and Gunther P. Kennen report this unusual formation in this document.

 

Location: Ragusa (Sicily) https://goo.gl/maps/QUdnmReQbw72 2019-01-02 at 4:21p.m.

 

 

 

 

Clouds Iridescent in Anthelic? Unusual Gloria

Spato d’Islanda – Iceland Spar

“Spato di Islanda” o “Calcite ottica” è un cristallo anisotropo ( si tratta di cristalli come anche la Cordierite e la Tormalina che, attraversati dalla luce, danno origine a fenomeni come la birifrangenza), la cui caratteristica di birifrangenza ha consentito molti studi nel campo dell’ottica e sulla luce.

“La birifrangenza è responsabile del fenomeno di doppia rifrazione in cui un raggio di luce, quando incidente su un materiale birifrangente, viene diviso dalla polarizzazione in due raggi che assumono percorsi leggermente diversi. ”

Pare che questa pietra, anche detta “Pietra del Sole”, venisse utilizzata dai Vichinghi per orientarsi in mare durante le giornate nuvolose sfruttando la polarizzazione della luce del giorno.

In foto: La scritta “Day of Light” appare doppia proprio per il fenomeno della doppia rifrazione.

Nel video la rotazione dello Spato e quindi il diverso attraversamento della luce modifica l’orientamento della birifrangenza. Ho poi usato un filtro polarizzato lineare (con angolo 0°/90°)  che ne annulla la birifrangenza.

 

 

 

Spato d’Islanda – Iceland Spar

Clouds in the Night

Clouds in the Night

Omega Mirage

Al tramonto,  così come all’alba, strati di aria di densità differente (dovuta a differente temperatura) sopra la linea dell’orizzonte, generano particolari tipi di miraggi che avvengono sul disco lunare o solare durante il loro passaggio su questa fascia.

Uno di questi miraggi prende il nome di Miraggio ad Omega o a Vaso Etrusco.

Si tratta di un miraggio inferiore che vede un secondo disco solare (nel caso del Sole) ma ribaltato, sorgere sull’orizzonte e innalzarsi fino a congiungersi con il disco solare reale assumendo, nell’insieme, una caratteristica forma di un vaso etrusco o della lettera greca “Omega”.  Il disco solare ribaltato è un’immagine invertita prodotta per rifrazione da uno strato caldo e meno denso dell’aria vicino alla superficie del mare.

Il miraggio si presenta proprio sulla linea dell’orizzonte appena il Sole si avvicina. Inizialmente appare come una linea di luce proprio in corrispondenza alla linea dell’orizzonte.

 

Man mano che il Sole si avvicina, questa linea di luce diventa più spessa e ricurva fino a ricongiungersi al Sole. A separare il Sole reale dal suo lembo inferiore ribaltato dal miraggio, vi è una linea sottile, appena visibile, che rappresenta il punto di scambio di temperatura tra l’acqua e l’aria.

Quando il diametro maggiore del disco solare tocca l’orizzonte, l’immagine dei due soli si unifica e non è più possibile distinguere il Sole vero da quello ribaltato anche se il miraggio è ancora presente come dimostrano queste nuvole, sotto miraggio inferiore, davanti al disco solare.

Lo spessore del miraggio, varia in base all’altezza dell’osservatore: sul livello del mare, si osserva un miraggio più marcato, elevandosi di quota, si osserva un miraggio più sottile.

 

Il miraggio è lo stesso che si verifica sull’asfalto, con le auto, durante le calde giornate estive.

 

 

Seppur questo frequente miraggio sul Sole o sulla Luna, è stato principalmente avvistato sull’orizzonte marino, abbiamo avuto modo di osservarlo e documentarlo,  anche sul crinale di un cratere dell’Etna durante il tramonto del plenilunio del febbraio 2021 e su un piano inclinato e non orizzontale.
Era il 27 febbraio 2021 ed io e Alessia Scarso ci siamo recate  in località Fornazzo (CT) per riprendere la Luna tramontare sul Cratere Sud Est dell’Etna che nei giorni precedenti aveva dato spettacolo con altissime fontane di lava.
Dal nostro punto di ripresa, distavamo circa 10 km dal Cratere Sud-Est dell’Etna, questa distanza ha influito molto sullo spessore del miraggio che appare quindi molto sottile.

Il bordo inferiore della Luna, sembra ribaltarsi sul bordo del cratere anticipandone l’attraversamento.  L’intero disco lunare, immerso nella forte turbolenza, sembra come liquefarsi.

 

 

Queste immagini e il video, documentano, una delle uniche rappresentazioni di questo fenomeno ad una quota di 3300 mt.

 

 

 

 

Omega Mirage

Mock Mirage Sun

 

Mock Mirage Moon

Mock Mirage Sun

Inferior Mirage

 

 

 

Mirage on the asphalt (Inferior Mirage)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

https://greenflash.photo/wp-admin/post.php?post=3559&action=edit

 

 

 

Cosa sono i miraggi?

Il Miraggio della Fata Morgana

Inferior Mirage

Refraction and Scattering

Quando osserviamo la Luna sorgere, la Luna appare molto grande e più vicina.
Questa apparente grandezza è data da una percezione visiva: abbiamo il confronto della Luna con elementi terrestri come edifici, case. Questo confronto ci rende l’immagine della Luna sull’orizzonte, molto più grande dell’immagine della Luna alta nel cielo.
Anche osservando queste due foto ci si rende conto che si ha una percezione della grandezza della Luna se nell’immagine è presente un elemento terrestre:
Invece, la Luna bassa all’orizzonte, seppur poco percepibile,  è ancora più piccola rispetto a quando splende sulla nostra testa.
Anche il colore della Luna varia in base all’altezza.
E’ l’effetto della rifrazione che deforma e appiattisce la Luna ed è l’effetto dello scattering che cambia il colore quando la Luna (così come del Sole e degli astri) è vicina all’orizzonte.
Inoltre, la Luna alta in cielo, è in teoria più vicina a noi osservatori:il nostro pianeta, dall’alba della Luna a quando la Luna è alta in cielo, compie un quarto di giro e trovandoci noi sulla superficie, ci siamo spostati con esso portandoci in una posizione, sulla Terra, più vicina alla Luna.
Quindi la distanza Osservatore Terrestre/Luna, nell’arco di circa 6 ore, varia maggiormente rispetto alla distanza Terra/Luna.
Questa immagine mostra 7 fasi della Luna, a partire dal plenilunio, associate in coppia: a sinistra abbiamo la Luna quando è bassa all’orizzonte e a destra quando la Luna è alta nel cielo.
Per definire meglio il confronto ho ripreso le lune con la stessa lunghezza focale.

 

 

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Refraction and Scattering

Mirage on the asphalt (Inferior Mirage)

Sequence 1

Sequence 2

Sequence 3

 

 

More Immage and Video:

Inferior Mirage

 

 

 

Cosa sono i miraggi?

Il Miraggio della Fata Morgana (Ragusa)

Mirage on the asphalt (Inferior Mirage)

Sunset Colors

 

Sunset Colors

ETNA and effects of volcanic ash

Volcanic Corona, 16 June 2014

Etna at Sunset, eruption on 23 April 2017

http://www.atoptics.co.uk/atoptics/sunvolc.htm

ETNA and effects of volcanic ash

Belt of Venus and Earth’s Shadow

La Cinta di Venere o Arco Anti crepuscolare

E’ un fenomeno che si verifica nel punto antisolare (antelio) ed è dato dalla retrodiffusione (Backscatter) della luce solare arrossata al tramonto o all’alba. (L’arrossamento della luce in direzione del tramonto o dell’alba è dato dalla diffusione o, più propriamente detta, Scattering di Rayleigh)

Il fenomeno della Cinta di Venere, si protrae anche dopo che il Sole è calato sotto la linea dell’orizzonte  (nel caso di un tramonto) ed è simile a quello che genera L’Enrosadire o Alpenglow ma, a differenza di quest’ultimo (generato dal potere riflettente della dolomia), contribuisce alla formazione della Cinta di Venere la presenza di polveri sottili o aerosol sull’atmosfera.
La Cintura di Venere può mantenersi anche oltre la durata di un Alpenglow perché l’effetto di retrodiffusione,  si proietta ad una quota molto più elevata rispetto le vette dolomitiche che verranno per  prime inghiottite dall’Ombra della Terra. (Vedere immagini più in basso)

Essa appare a partire dai 10° fino ai 46° sopra la linea dell’orizzonte.

Si manifesta come una fascia orizzontale nel punto antisolare a confine  tra l’ombra della terra sulla nostra atmosfera e l’atmosfera terrestre ancora colpita dalla luce diretta del Sole.

L’associazione del fenomeno alla dea Venere, probabilmente è data dalla mitologia greca della dea Afrodite alla quale fu donata una cintura dai magici poteri che permetteva, chi la indossasse, nonostante non possedesse fascino e beltà, di ammaliare chiunque. Perfino la dea Era si fece prestare la cintura da Afrodite per far innamorare Zeus. Ad Afrodite, che di certo fascino e beltà ne possedeva, servì esclusivamente a far accettare i suoi tradimenti al suo Efesto che non solo ricadeva puntualmente tra le braccia di Afrodite ma fabbricava anche armi per i suoi figli illegittimi.

Si potrebbe anche pensare che La cintura di Venere sia denominata in questo modo poiché il pianeta Venere, così come il fenomeno, appare poco prima dell’alba e poco dopo il tramonto anche se dalla parte opposta della Cinta di Venere. Tralaltro, con i telescopi, il momento di maggiore visibilità del pianeta, è proprio durante il crepuscolo rispetto al netto contrasto di un cielo buio.
Poiché l’elongazione massima di Venere può essere a 47° ad EST o a OVEST del Sole, non può accadere mai che il pianeta coincida all’interno della fascia interessata al fenomeno.

Earth’s Shadow / Ombra della Terra

Twilight wedge viene anche denominata

Questa immagine rappresenta un prototipo in miniatura di ciò che genera l’ombra della terra

Altre immagini di questo genere al seguente link

Così’ come la foschia trattiene l’ombra della montagna, la nostra atmosfera trattiene l’ombra della nostra Terra.

Anche i fenomeni ottici atmosferici posso dirci tanto del nostro pianeta, soprattutto della sua forma senza necessariamente orbitarci intorno per scoprire la sua sinuosità sferica. Infatti, grazie alla silhouette noi dovremmo essere in grado di leggere, in questa fascia concava che si innalza, la curvatura terrestre del nostro pianeta sferico.
Fa un pò impressione sentir di poter vedere l’ombra del nostro pianeta proiettarsi come su di un telo ed è grazie alla nostra atmosfera che ciò è possibile.
Ovunque ci sia un corpo dinnanzi ad una fonte luminosa c’è anche la sua ombra. L’ombra del nostro pianeta, piuttosto che, per un osservatore terrestre,  andarsi a perdere nello spazio o soffermarsi dinnanzi alla Luna durante una eclissi, è bloccata dalla densità atmosferica che la trattiene finché il buio la scaccia via, anzi, il buio stesso è un’ombra…infondo di notte, noi siamo inghiottiti dall’ombra del nostro stesso pianeta…è la Terra che ci dona il buio mostrandoci le stelle “dando le spalle”al Sole.

 

L’ombra della Terra si manifesta durante il crepuscolo e quindi poco prima dell’Alba e poco dopo il tramonto.
Nel caso del tramonto, man mano che il Sole scende oltre orizzonte ad Ovest, in contemporanea si innalza dall’orizzonte Est questa banda blu.

La forma della banda però può variare in base “all’ostacolo” che i raggi del Sole incontrano durante il loro percorso rispetto ad un osservatore. Se l’osservatore è posto su di una vetta, ecco che l’ombra della Terra assume una forma “a piramide” qualunque sia la forma reale della montagna.

Un esempio in questo link all’ APOD NASA 

Oppure, se l’ostacolo sono nubi o coste o isole sotto l’orizzonte, l’ombra della terra può essere accompagnata dai così detti Raggi Anti-Crepuscolari.

 

 

Ombra della Terra e Cinta di Venere durante l’Eclissi di Luna del 27 Luglio 2018

 

L’Ombra della Terra in occasione dell’eclissi del 27 Luglio 2018, si è manifestata dalla nostra atmosfera alla Luna.
In questa eclissi volevo realizzare questo scatto che racconta tanto di luci, ombre e colori:
Nella foto, che riprende il sorgere della Luna nella fase di penombra sopra la Fornace Penna di Sampieri (Ragusa-Sicilia), si notano alcuni effetti in relazione tra loro:
L’OMBRA DELLA TERRA sulla nostra atmosfera: banda concava oscura bluastra che si proietta sulla nostra atmosfera e si innalza dal punto antisolare man mano che il Sole si inoltra sotto l’orizzonte,
L’Ombra DELLA TERRA sulla Luna: una porzione del disco lunare è interessato dalla penombra della Terra ed il colore di questa porzione è simile a quello dell’ombra della Terra sulla nostra atmosfera.
CINTA DI VENERE o banda anti-crepuscolare: La linea di separazione tra l’ombra della terra e la penombra. Ha una colorazione che va dall’arancione al rosa. La Luna sembra riprendere i colori della Cinta di Venere, in realtà il suo rossore è dato dalla diffusione (scattering) che subisce durante l’ attraversamento della fascia densa di atmosfera che le dona colore rossastro al suo sorgere.
Tutte le mie foto e le mie osservazioni durante questa Eclissi si trovano al seguente link: https://greenflash.photo/portfolio/eclipse/

The Earth’s shadow today has doubled its projection screens: the usual Earth’s shadow onto the atmosphere (Belt of Venus) plus the Earth’s shadow onto the Moon’s surface, during the eclipse.

For this eclipse event my goal was to tell a story of lights, shadows and colours.
In the picture, which shows the moonrise penumbral phase above the Fornace Penna at Sampieri (Ragusa – Sicily), you can see some correlated effects:

THE EARTH’S SHADOW projected onto our atmosphere: a dark bluish and concave band that projects on our atmosphere and rises from the antisolar point, as the Sun goes down behind the horizon;

THE EARTH’S SHADOW projected onto the Moon: a portion of the lunar disk is affected by the shadow of the Earth and this portion’s colour is similar to that of created by the Earth’s shadow on our atmosphere.

THE BELT OF VENUS or anti-crepuscular band: the thin line that separates the shadow of the earth form its penumbra. Its color ranges from orange to pink.

The Moon’s colour seems to recall the Belt of Venus’, although its redness is actually due to the scattering of light as it crosses the dense lower band of atmosphere as it rises.

All my photos and all my observations during this Moon’s Eclipse are at:

https://greenflash.photo/portfolio/eclipse/

 

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Ombra della Terra, Cinta di Venere ed Enrosadira

Ombra della Terra e Cinta di Venere riprese dal Lagazuoi (Bellun0) a quota 2835 mt , sequenza di due scatti ripresi a distanza di circa 20 minuti.

Video

Belt of Venus and Earth’s Shadow

Sunrise

Sunrise

Sun

Sun

Gloria

 

Clouds Iridescent in Anthelic? Unusual Gloria

Gloria

Il colore dei fulmini

Di che colore sono i fulmini?

I fulmini possono avere tutte le colorazioni dell’arcobaleno.

Tra i vari fattori causa ci sono:l’eccitazione delle molecole di gas (Azoto e Ossigeno) presenti nell’atmosfera; temperatura dell’aria; polveri presenti, umidità…

Il fulmine così, colpendo le particelle presenti nell’aria, disperde la luce in maniera differente dando al suo contorno delle colorazioni differenti. Può essere solo bianco o assumere contorni di blu, rosso, viola…

In base alla colorazione si possono ricavare informazioni sul tipo di temporale.

Bianchi: Sono i più comuni, indicano un’aria con scarso inquinamento e scarse polveri che disperdendo la luce creano invece colore. Possono essere anche indice di una temperatura molto calda, sono i più pericolosi e possono causare incendi.

Rosso: Se si fanno strada all’interno di una nuvola possono indicare presenza di pioggia.

Blu: Se si fanno strada all’interno di una nuvola possono indicare che c’è presenza di grandine

Viola:Indicano elevata umidità e un temporale con abbondante precipitazione

Gialli: Possono indicare presenza di una concentrazione di polveri nell’aria. Sono rari, si manifestano con temperature basse quindi durante un temporale secco che porta scarsa pioggia.

 

La colorazione più rara da osservare è il verde perché si manifesta all’interno di una nube. Sono frequenti ma difficili da osservare. Attualmente abbiamo solo una testimonianza fotografica di Carlos Gutierrez, su una nuvola di cenere durante l’eruzione del Chaiten in Cile

Tuttavia, la distanza dell’osservatore è anche fondamentale in quanto, può generare una variazione di colore dovuta alla condizione dell’aria che separa (fortunatamente) l’osservatore dal fulmine. Così, la presenza di gocce di acqua o polveri nella lunga distanza tra il fulmine e l’osservatore, deviano il colore.

 

 

 

 

 

 

Crown flashes o Jumping sundogs

 

Il colore dei fulmini

Enrosadira

Enrosadira

Lights or Shadows?

Lights or Shadows?

Shadow of the mountain and…

 

Shadow of the mountain and…

Bands Mach

Bands Mach

Sunspot

An hour before sunset, when the Sun was + 6 ° above the horizon, I shot the AR2822 sunspot with the astrosolar filter. Then, I waited for sunset.
I was myself at an altitude of 178 meters above sea level, the Sun was setting on the marine horizon and the closer it got to the horizon, the more its intensity of light diminished. I no longer needed the astrosolar filter to take it back, the atmosphere was the natural filter.
Spring is an excellent season for thermal inversions and that afternoon the Sun plunged into a conduit, the same one that generates the higher Mirages. It began to compress and take on unusual shapes as is usually the case with the Mock Mirage.
in the comparison image we can see how the refraction flattens the sun by compressing it in its vertical diameter instead the horizontal diameter remains unchanged.
The sunspot AR2822 also participates in the mirage and deformation and in the last image the multitude of reflections transforms the sunspot into a vertical line.

 

Sunspot

Silhouettes in the Sun

Silhouettes in the Sun

Eclipse

ECLISSI DI LUNA DEL 27 LUGLIO 2018

Per la ripresa e l’osservazione di questa eclissi mi son posta di realizzare degli scatti sia panoramici ma anche documentativi per notare alcuni particolari fenomeni che si manifestano durante questo evento.

 

In questa prima immagine ho voluto cogliere e vorrei far notare: L’OMBRA DELLA TERRA SI MANIFESTA DALLA NOSTRA ATMOSFERA ALLA LUNA

The Earth’s shadow today has doubled its projection screens: the usual Earth’s shadow onto the atmosphere (Belt of Venus) plus the Earth’s shadow onto the Moon’s surface, during the eclipse.
For this eclipse event my goal was to tell a story of lights, shadows and colours.
In the picture, which shows the moonrise penumbral phase above the Fornace Penna at Sampieri (Ragusa – Sicily), you can see some correlated effects:

 

L’OMBRA DELLA TERRA sulla nostra atmosfera: banda concava oscura bluastra che si proietta sulla nostra atmosfera e si innalza dal punto antisolare man mano che il Sole si inoltra sotto l’orizzonte,

L’Ombra DELLA TERRA sulla Luna: una porzione del disco lunare è interessato dall’ ombra della Terra ed il colore di questa porzione è simile a quello dell’ombra della terra sulla nostra atmosfera.

CINTA DI VENERE o banda anti-crepuscolare: La linea di separazione tra l’ombra della terra e la penombra ha una colorazione che va dall’arancione al rosa. La Luna sembra riprendere i colori della Cinta di Venere, in realtà il suo rossore è dato dalla diffusione (scattering) che subisce durante l’ attraversamento della fascia densa di atmosfera che le dona colore rossastro al suo sorgere.

THE EARTH’S SHADOW projected onto our atmosphere: a dark bluish and concave band that projects on our atmosphere and rises from the antisolar point, as the Sun goes down behind the horizon;
THE EARTH’S SHADOW projected onto the Moon: a portion of the lunar disk is affected by the shadow of the Earth and this portion’s colour is similar to that of created by the Earth’s shadow on our atmosphere.
THE BELT OF VENUS or anti-crepuscular band: the thin line that separates the shadow of the earth form its penumbra. Its color ranges from orange to pink. 
The Moon’s colour seems to recall the Belt of Venus’, although its redness is actually due to the scattering of light as it crosses the dense lower band of atmosphere as it rises.

 

 

 

VISIBILITA’ STELLE E VIA LATTEA durante la totalità:

Durante la fase di totalità, attorno al disco lunare pieno si osservano le stelle che altrimenti, durante un normale plenilunio, non sarebbero visibili perché la loro luminosità è superata dalla magnitudine della Luna. Durante questa Eclissi, la Luna attraversava parte della costellazione del Capricorno.

 

 

LUNE A CONFRONTO

LUNA PIENA: la superficie della Luna è illuminata dalla Luce del Sole
ECLISSI di Luna: L’ombra della Terra sulla Luna non fa apparire la Luna completamente buia ma la illumina comunque di questo rossore per via dei raggi del Sole che attraversano gli strati di atmosfera proiettandoli sulla Luna.
LUNA CRESCENTE CINEREA: riflesso della luce della Terra sulla superficie in ombra e la falce illuminata dal Sole. Quando la Luna è in questa fase, la terra è quasi “PIENA” poiché dalla superficie lunare, la faccia della Terra rivolta verso di lei, è illuminata dal Sole. Pertanto, i raggi del Sole rimbalzano sulla Terra mostrando, ad un osservatore terrestre, il suolo lunare anche se in ombra.
L’intensità della luce cinerea varia in base alla porzione di Terra illuminata dal Sole.
Se la Terra presenta vaste coperture di nubi o se è mostra la parte con predominanza degli oceani, si genera vario tipo di riflessione che andrà ad incidere sulla luminosità della luce cinerea.
Anche la trasparenza della nostra atmosfera incide sulla luce cinerea così come anche sul colore di una Luna in fase di eclissi totale.

 

Altre immagini dell’eclissi del 27/7/18

ALTRE ECLISSI

 

 

 

Eclipse

Stars and Planets

 

 

 

 

Stars and Planets

Luna Cinerea

Luna Cinerea

Moon

Colors of the Moon

Colors Of The Moon in a Moonrise 21 July 2021

aMOONite

Si possono vedere tutte le fasi lunari di giorno? Sì

All Moon’s Phases: The Synodic Month in August 2019

Pareidolia on the Moon: Golden Handle and Moon Maiden

Moon

Luna Cinerea & Mount Pelmo 20/2/15

Borca di Cadore (Bl) 20/2/2015.

Just after sunset the conjuntion of Venus, Mars and the thin crescent Moon started to show.

During this Moon’s phase you can see both sides of the Moon: the illuminate side (Crescent Moon) radiate derectly from the Sun, and the dark side (Luna Cinerea) that receive just the sunlight reflected by the Earth.

The left extremity of the Crescent Moon, seems to discontinue and to end with a spot of light just above it.

This is due to the uneven surface of the Moon. In this sequence the Moon continues its path through the ridges of Mount Pelmo (Belluno, Italy) for soon disappearing behind them.

 

Borca di Cadore (Bl) 20/2/2015.

Dopo il tramonto si è resa visibile la congiunzione tra Venere, Marte e la sottile falce di Luna. Durante questa fase lunare è possibile osservare sia la porzione di Luna illuminata direttamente dal Sole ( la falce ) ma soprattutto la parte di Luna in ombra (Luna cinerea) che riflette la luce della Terra.

La punta sinistra della falce risulta interrotta e sembra terminare con un puntino luminoso visibile poco sopra questa estremità. Ciò è dovuto alla superficie irregolare della Luna. In questa sequenza la Luna prosegue il suo percorso attraversando le creste del Monte Pelmo (Bl) per sparire dietro di esse.

 

 

 

Luna Cinerea & Mount Pelmo 20/2/15

Tattoo Solar

 

19.12.14 at 02.00 PM Peaio’s Bicycle Path (Belluno, Italy).
The Sun was already behind the mountain.
Close to the winter solstice.
They looks like the lines of a car park. They actually are composed of the ice on the road after a short passing of the Sun (less than a hour), leaving the fence’s shadows printed on the ground.
Surprising natural geometries!

19/12/14 Pista ciclabile di Peaio (Bl) ore 14.00.

Il Sole era già dietro la montagna.Giornata prossima al Solstizio d’Inverno.

Sembrano strisce per i parcheggi ma in realtà è quello che ha lasciato il brevissimo passaggio del Sole ( meno di un’ ora) ) su un tappeto di brina.

L’ombra della staccionata non ha dato tregua alla brina della nottata, lasciando la sua proiezione impressa sulla pavimentazione.                                                                                            

Geometrie naturali…lo trovo sorprendente!

 

Ecco invece la stessa inquadratura effettuata il 31/1/2015 alle ore 9.30.

Il Sole torna a fare l’ombra che prosegue il suo spostamento su un tappeto di neve creando un effetto opposto a quello delle foto precedenti: ombra nera e pavimentazione bianca.

This is the same piece of the road on 31.01.15 at 09.30 AM.
Again, the Sun is creating shadows on its way on the carpet of snow, but now creating the opposite effect: a black shadow on a white road.

Tattoo Solar

Rainbow in the clear sky

Rainbow in the clear sky

Shadows of the Halo?

Click here for VIDEO

Shadows of the Halo?

Clouds

Clouds

Lenticular

Lenticular

Mammatus

Mammatus

Riflessi di luce tra i rami bagnati

La luce di un lampione tra i rami di un albero bagnato dalla pioggia, così come anche la luce del Sole o della Luna, può  creare questa “distorsione circolare”. Anelli di rami concentrici girano intorno alla fonte di luce.

 

Riflessi di luce tra i rami bagnati

Horizon line colors

Horizon line colors

L’arcipelago maltese visto dagli Iblei

L’arcipelago maltese formato dalle isole maggiori di Malta, Comino e Gozo, si estende a Sud della costa ragusana ad una minima distanza di circa 80 Km (da costa a costa).

Nelle limpide giornate autunnali ed invernali, si può scorgere all’orizzonte marino della costa Ragusana, l’arcipelago di Malta.

Uno sguardo attento può ben distinguere i 3 colli di Gozo, Comino e Malta anche senza l’ausilio di un binocolo.

Se ci portiamo a livello del mare non riusciamo a vedere Malta ma se ci innalziamo poco sopra i 100 metri possiamo distinguere già la parte più alta dell’arcipelago ovvero i 3 colli di Gozo.

Dalla strada provinciale che collega Ragusa con Marina di Ragusa giunti all’altezza del villaggio Camemi, si libera la visuale dell’orizzonte a Sud  ed è pertanto la prima possibilità di osservare Malta nel caso l’orizzonte terso lo permetta, ed è possibile continuare ad osservarla fino all’altezza del villaggio Cerasella.

 

Arcipelago maltese visto da Camemi (Ragusa)

Superata Cerasella, sotto i 100 mt se ne perde la visibilità sia per la copertura a sud dalle abitazioni e sia perché il nostro orizzonte visibile, man mano che scendiamo verso il mare, si riduce a pochi chilometri e non siamo in grado di osservare nemmeno le colline più alte delle isole maltesi.

Gozo vista da Gatto Corvino (Ragusa)

Infatti,in termini di metri visibili, la curvatura terrestre non ci consente di vedere la spiaggia di Gozo se ci troviamo al livello del mare .

Se si trascurano gli effetti della rifrazione (ad esempio, nelle foto seguenti si nota un effetto di rifrazione molto accentuato con miraggio ) un osservatore 1,70 m riesce a vedere a una distanza di 4,7 km.
Se l’osservatore fosse alto 2 metri, l’orizzonte visibile già si sposta a 5 km.Da una collina 100 metri di altezza, l’orizzonte è già a una distanza di 35,7 chilometri.

Quindi, considerato che ad esempio Gatto Corvino è a 182 m slm e che l’orizzonte di cui parliamo non è il livello del mare (la spiaggia) ma un’altezza di circa 180 m slm (Ġordan), è possibile vedere l’arcipelago di Malta nelle sue principali alture dalle principali alture della costa iblea, tenendo in considerazione comunque l’indice di rifrazione.

Ho avuto modo di osservare Malta e contemporaneamente riprenderla da:

CONTRADA PIZZILLO

C.da Pizzillo altipiano ragusano altezza: 450mt  distanza: 94 km da Gozo

 

 

GATTO CORVINO

Gatto Corvino vicino Marina di Ragusa  altezza:170m   distanza:80 km dal promontorio di Gozo più visibile e più vicino.

 

 

FONTANANUOVA

Da Fontananuova,

In particolare, percorrendo in discesa questa parte della via Fontananuova, lo scorcio che si apre sull’orizzonte alla fine della via mostra proprio le isole maltesi. Ripercorrere quindi quella via e guardare verso l’orizzonte, rende inevitabile non notare l’arcipelago se le condizioni di visibilità sono favorevoli.

CAMEMI

Dal Villaggio Camemi

 

 

MODICA

Ed anche dalla campagna di Modica.

 

 

 

 

 

 

CASTELLO DI DONNAFUGATA

Dalla torre del castello di Donnafugata.

 

 

Come si può leggere nei commenti di questo articolo sul “The Malta Independent”, proprio a proposito del mio scatto realizzato da Gatto Corvino, gli abitanti di Gozo hanno riconosciuto la loro isola ed in particolare, lo studioso fotografo Daniel Cilia ha notato come la foto in questione rispecchi lo stemma di Gozo che raffigura i suoi tre colli a ridosso del mare: Il-Qolla l-Bajda, Il Qolla s-Safra e Tas-Salvatur. Come può leggersi anche sul Gozo News ,

Il-Qolla l-Bajda, la collina bianca, si trova sulla punta di terra che separa Qbajjar Bay e Xwieni Bay;

Il Qolla s-Safra, la collina Gialla, si trova dietro Marsalforn Qbajjar Promenade;

e il terzo Qolla – oggi noto come Tas-Salvatur – si trova un po’ più in alto rispetto alla valle del Marsalforn. Le tre colline sono molto arrotondate e si trovano vicine tra loro, quasi in linea retta.

Pare proprio che la popolazione locale abbia scelto questa caratteristica topografica, non facilmente individuabile dall’isola stessa perché Gozo è il primo approdo per qualsiasi marinaio attraversasse il mare aperto partendo dalla Sicilia, dal momento che i tre colli sono ben distinti solo se visti dal mare aperto. Da questa caratteristica pare sia nato lo stemma di Gozo.

 

MIRAGGIO DELLA FATA MORGANA SULL’ISOLA DI GOZO

 

 

Fata Morgana off Maltese Islands

 

LA SICILIA VISTA DA MALTA

Dalle isole Maltesi, come testimoniano queste stupende immagini di Rene Rossignaud

è possibile vedere la costa siciliana ed in particolare, quella ragusana sormontata da una maestosa Etna

 

Mia intervista su TVM di Malta clicca qua

Ara: Għawdex mill-għoljiet ta’ Ragusa b’fenomenu naturali

 

Photo: Stunning Gozo captured from Sicily

Marcella Giulia Pace

 

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Dopo la pubblicazione di questo blog mi son giunte osservazioni interessanti che riporto di seguito.

Invito tutti coloro che hanno osservato Malta da postazioni differenti da quelle da me elencate, a contattarmi in maniera che possa inserirle di seguito con relativa citazione.

Jean Marc Lechopier:” Da Ragusa, con trasparenza eccellente e con un piccolo telescopio, è possibile osservare le grandi vetrate di quei grandi palazzi Maltesi ! E naturalmente anche gli appezzamenti di terreno…Il seeing deve essere della partita ! Il periodo del faro del Gozo appare diverso dal segnale emesso in partenza per via della turbolenza atmosferica…”

Pinuccia Sortino riferisce che dal zona di San Filippo (Modica) è stata osservata più volte.

Clelia Casa scrive: Durante la seconda guerra mondiale, al quartiere d’oriente, c’era una postazione militare che teneva d’occhio i movimenti dell’isola di Malta”

 

 

27/5/19 Non autorizzo la proiezione dei miei filmati e delle mie foto per un uso pubblico che si discosti dalla conoscenza scientifica ufficiale giunta ai nostri giorni.

 

 

 

L’arcipelago maltese visto dagli Iblei

VIDEO: Subsun & Subparhelia

Fight From London to Comiso (Sicily) 1.00 PM – November 2013

VIDEO: Subsun & Subparhelia

Föhn Effect

 

Föhn Effect

Crown flashes o Jumping sundogs

Strange Phenomenon on the thunderstorm Cloud (cumulonimbus) with Pileus 3 November 2016 from Ragusa – Sicily (ITA)

 

 

Crown flashes o Jumping sundogs