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Thinnest Crescent Moon
Thin Waning Crescent
5 July 2024 at 5:21 am
Age 28g14h45m
Luminosity: 0,8%
Moon rise 4:47 am
Sunrise: 5:48
Camera: Nikon D 7100; 600mm; 1/15 sec; f/6.3; ISO 100
Thin Waxing Crescent
6 July 2024 at 8: 52 pm
Age: 19h56m
Luminosity 0,8%
Moon set at 9:18 pm
Sunset at 8:23 pm
Camera: Nikon D 750; 600mm; 1/3 sec; f/6.3; ISO 100
https://pgj-photo.pagesperso-orange.fr/mg-pace-ciel.htm
Thinnest Crescent Moon
AstroPhotosAll quarter moons of 2022
Nel 2022 mi sono dedicata alla raccolta dei quarti di Luna: primo quarto e ultimo quarto.
Ho cercato di riprendere la Luna, più prossima ad una illuminazione del 50%, quando il terminatore fosse stato perpendicolare all’orizzonte e ciò accadeva sempre poco prima o poco dopo il tramonto del Sole (per il primo quarto) e poco prima o poco dopo l’alba (ultimo quarto).
In 2022 I devoted myself to collecting quarter moons: first quarter and last quarter.
I tried photographing the Moon, closer to 50% illumination, when the terminator was perpendicular to the horizon and it was always just before or after sunset (for first quarter) and just before or after sunrise (last quarter).
A quarter of the moon of 2021/2022 and the terminator perpendicular to the horizon
All’interno del mese sinodico o mese lunare, la fase del primo quarto si verifica nel giorno 7 e la fase dell’ultimo quarto nel giorno 22
La luna al primo e ultimo quarto ha la caratteristica che sorge o tramonta a mezzanotte o a mezzogiorno e che ci tiene compagnia in cielo per metà giornata.
La Luna al Primo Quarto sorge a mezzogiorno e tramonta a mezzanotte, la Luna all’ultimo quarto sorge a mezzanotte e tramonta a mezzogiorno.
Al primo quarto nell’emisfero boreale , la metà destra della Luna è illuminata, mentre la metà sinistra è illuminata nell’emisfero australe . Vicino all’equatore , la parte superiore è luminosa dopo il sorgere della luna e la parte inferiore è luminosa prima del tramonto della luna.
All quarter moon of 2022
Alcune particolarità del quarto di Luna:
- Si chiama quarto di Luna perché, oltre ad aver percorso ¼ della sua orbita, la parte illuminata che stiamo osservando corrisponde a metà faccia della Luna esposta verso la Terra ma a ¼ di tutta la Luna.
- Durante l’ultimo quarto il terminatore si muove mostrando il tramonto sulla superficie lunare.
- Durante il primo quarto il terminatore si muove mostrando l’alba sulla superficie lunare
- La zona dei crateri in prossimità del terminatore è molto ricca per le osservazioni e forse anche per questo questa fase è stata scelta come prima ripresa fotografica astronomica.
- La prima fotografia astronomica risale al 23 Marzo del 1840 e riprende la Luna all’ultimo quarto. A scattarla fu l’astronomo Draper https://commons.wikimedia.org/wiki/File:John_W_Draper-The_first_Moon_Photograph_1840.jpg
- Il 2022 è stato anche un anno importante per la missione Artemis1 e il giorno della partenza è avvenuto il 16 Novembre quando la Luna era all’ultimo quarto.
- Il mese di Novembre ha anche contenuto 3 fasi di quarto di Luna: l’1st, il 16th e il 30th
- Nel primo quarto di Luna, lungo il terminatore, si possono osservare delle pareidolie: Lunar x e lunar V (la Luna del 9 febbraio mostra una migliore visione)
https://apod.nasa.gov/apod/ap180301.html
- La mezza luna ha una particolare importanza nella navigazione, sia a terra che in mare, in quanto consente di determinare la posizione del punto cardinale nord o sud. Per la navigazione a terra, ad esempio, la mezza luna può essere usata per determinare la direzione del nord geografico, poiché l’arco della mezza luna si estende da est a ovest, con l’orizzonte che taglia la mezza luna in modo perpendicolare alla sua direzione. Guardando verso la mezza luna e trovando il punto medio tra i due estremi luminosi, si può individuare la direzione nord-sud. Inoltre, per la navigazione in mare, la mezza luna può essere utilizzata per determinare la latitudine della nave. Quando la Luna è al suo punto più alto nel cielo notturno, il suo arco appare orizzontale e taglia il meridiano locale in modo perpendicolare. Misurando l’angolo tra la mezza luna e l’orizzonte, si può calcolare la latitudine della nave.
- La mezza luna può anche essere utilizzata per stimare l’ora locale. Sapendo che la mezza luna si trova a metà del suo percorso tra il sorgere e il tramonto del Sole, si può stimare l’ora locale guardando la posizione della mezza luna nel cielo.
In passato, quando le tecniche di navigazione erano meno sofisticate, la mezza luna era uno strumento molto utile per i navigatori, che si affidavano alle stelle e ai pianeti per orientarsi nel cielo notturno e per calcolare la propria posizione sulla Terra o in mare. Oggi, con l’avvento di tecnologie come il GPS, la mezza luna non è più l’unica fonte di orientamento per i navigatori, ma rimane comunque un’importante risorsa per la navigazione tradizionale e per gli appassionati di astronomia.
Some peculiarities of the quarter moon:
1) It is called a quarter of the Moon because, in addition to having covered ¼ of its orbit, the illuminated part we are observing corresponds to half the face of the Moon exposed towards the Earth but to ¼ of the whole Moon.
2) During the last quarter the terminator moves showing the sunset on the lunar surface.
During the first quarter the terminator moves showing the sunrise on the lunar surface
3) The area of the craters near the terminator is very rich for observations and perhaps also for this reason this phase was chosen as the first astronomical photographic shot.
4) The first astronomical photography dates back to March 23, 1840 and takes up the Moon in the last quarter. It was taken by the astronomer Draper https://commons.wikimedia.org/wiki/File:John_W_Draper-The_first_Moon_Photograph_1840.jpg
5) 2022 was also an important year for the Artemis1 mission and the day of departure took place on November 16th when the Moon was in the last quarter.
6) The month of November also contained 3 quarter moon phases: the 1st, 16th and 30th
7) In the first quarter of the Moon, along the terminator, pareidolias can be observed: Lunar x and lunar V (the Moon of February 9 shows a better vision)
https://apod.nasa.gov/apod/ap180301.html
8) The half moon has a particular importance in navigation, both on land and at sea, as it allows to determine the position of the north or south cardinal point. For navigation on land, for example, the half moon can be used to determine the direction of true north, as the crescent’s arc extends from east to west, with the horizon cutting through the crescent perpendicular to its direction. Looking towards the half moon and finding the midpoint between the two extremes of light, the north-south direction can be identified. Also, for navigation at sea, the half moon can be used to determine the ship’s latitude. When the Moon is at its highest point in the night sky, its arc appears horizontal and cuts the local meridian perpendicularly. By measuring the angle between the crescent and the horizon, the ship’s latitude can be calculated.
9) The half moon can also be used to estimate local time. Knowing that the crescent is halfway between sunrise and sunset, local time can be estimated by looking at the crescent’s position in the sky.
Un po’ di statistica:
Il quarto di luna più vicino dell’anno 2022: 25/03/22 distance: 370136 km
Il quarto di luna più lontano dell’anno 2022: 17/10/22 distance: 404280 km
Il quarto di luna fotografato più vicino al 50% di luminosità è stato il 19/8
Il quarto di Luna fotografato che ha raggiunto l’altitudine massima nel momento dello scatto: 18/9/22 h: +79°58’38”
Il quarto di Luna fotografato che ha raggiunto l’altitudine minima nel momento dello scatto: 24/2/22 h: +23°12’56”
Azimut massimo: 16/12/22 – 212°12’41”
Azimut minimo: 9/1/22 – 148°24’51”
A little statistic:
Closest quarter moon of the year 2022: 03/25/22 Distance: 370136 km
Farthest quarter moon of the year 2022: 10/17/22 Distance: 404280 km
The quarter moon photographed closest to 50% brightness was 8/19
The quarter moon photographed that reached the maximum altitude at the moment of the shot: 18/9/22 h: +79°58’38”
The quarter moon photographed which reached the minimum altitude at the moment of the shot: 2/24/22 h: +23°12’56”
Maximum azimuth at the time of shooting: 16/12/22 – 212°12’41”
Minimum azimuth at the time of shooting: 9/1/22 – 148°24’51’’
A conclusione del 2022, raccolte tutte le Lune, con l’aiuto di Stellarium ho posizionato i quarti di luna dove erano presenti nel cielo nel momento dello scatto, ovvero, quando il terminatore sarebbe stato posizionato perpendicolare rispetto all’orizzonte e parallelo al meridiano del sud.
Questo è il risultato ottenuto con Stellarium:
Questa è la ricostruzione che ho fatto su un paesaggio della campagna modicana:
Tutte le immagini delle Lune sono state riprese con una camera Nikon D7100 e un Sigma 600mm
All quarter moons of 2022
Side effectsAsperitas
ASPERITAS
Il nome “Asperitas” significa in latino “ruvidezza”.
Aspetto
Una delle caratteristiche più distintive delle Asperitas è la loro somiglianza con un mare in tempesta. Le onde caotiche ricordano la superficie di un mare agitato vista dal basso che trasforma il cielo in un oceano di nuvole, con creste e valli che si muovono e cambiano forma, illuminati variabilmente a seconda dell’angolazione del sole, onde turbolente e increspate che si estendono attraverso il cielo, conferendo una sensazione di movimento dinamico e potente come quello di un mare mosso.
Questa analogia è anche descrittiva delle dinamiche fisiche alla base della formazione delle Asperitas, dove le forze di wind shear e le instabilità atmosferiche giocano un ruolo simile alle correnti marine nella modellazione delle onde oceaniche. Questo aspetto visuale unico delle Asperitas non solo arricchisce la nostra esperienza estetica del cielo, ma offre anche spunti sulla complessità e l’interconnettività dei sistemi meteorologici.
L’Atlante Internazionale delle nuvole
Le nubi Asperitas rappresentano una delle più recenti aggiunte al sistema di classificazione delle nuvole e hanno una storia relativamente breve rispetto ad altre formazioni nuvolose. La loro classificazione è uno dei cambiamenti più significativi nell’Atlante Internazionale delle nuvole dopo molti anni.
L’Atlante Internazionale delle nuvole è stato pubblicato per la prima volta nel 1896 e ha subìto diverse revisioni nel corso degli anni, ma tali aggiornamenti sono stati relativamente rari. Le nubi Asperitas sono state ufficialmente riconosciute e aggiunte all’atlante dalla World Meteorological Organization (WMO) solo nell’edizione del 2017, segnando il primo nuovo tipo di formazione nuvolosa aggiunto dopo decenni.
La nuova edizione dell’Atlante Internazionale delle Nuvole quindi, ora include le Asperitas come caratteristica supplementare associata principalmente ai tipi di nuvole Altocumulus e Stratocumulus.
La storia
La Cloud Appreciation Society ha iniziato a raccogliere e a discutere le immagini di questo particolare tipo di formazione nuvolosa nel 2006, dopo che membri della società avevano notato e fotografato ciò che allora sembrava una formazione nuvolosa non classificata.
Nome e proposta: il nome “Asperitas” è stato suggerito per la prima volta da Gavin Pretor-Pinney, della Cloud Appreciation Society, riflettendo la superficie turbolenta e ondulata delle nubi. La proposta di aggiungere le Asperitas come una nuova classificazione è stata avanzata alla WMO.
Dopo anni di revisione e analisi, la WMO ha accettato di includere le Asperitas nell’Atlante Internazionale delle nuvole nel 2017, riconoscendo ufficialmente questo tipo di formazione nuvolosa come un fenomeno distinto. La tecnologia degli smartphone e l’interconnessione fornita da Internet hanno permesso una rete di osservatori del cielo di rivelare questa caratteristica distintiva precedentemente non identificata.
Questo evento è significativo non solo per la sua rarità ma anche per il modo in cui è stato guidato dalla comunità e supportato dalla tecnologia moderna, dimostrando un cambiamento nel modo in cui le conoscenze meteorologiche possono essere espansive e inclusive con anche il contributo di appassionati e fotografi amatoriali.
Formazione e sviluppo
Le nubi Asperitas si formano tipicamente a basse o medie altitudini. Generalmente, queste nubi sono associate ai tipi di nuvole Stratocumulus o Altocumulus, che si trovano a diverse altezze.
Stratocumulus: si formano solitamente a un’altezza che va da circa 200 a 2,000 metri sopra il livello del suolo.
Altocumulus: queste nubi si trovano tipicamente a un’altezza che varia da circa 2,000 a 7,000 metri.
Le Asperitas tendono a formarsi sotto il livello di congelamento dell’atmosfera, il che significa che si sviluppano in uno strato atmosferico dove la temperatura è ancora al di sopra del punto di congelamento. Questo implica che non sono comuni la formazione di ghiaccio o precipitazioni intense da queste nubi.
La formazione di Asperitas è influenzata principalmente da oscillazioni deboli, che possono essere prodotti o sottoprodotti di wind shear, convezione, onde di gravità e onde orografiche. La turbolenza locale alla base della nuvola, in particolare all’interfaccia nuvola-aria, genera instabilità sopra uno strato d’aria stabile che generalmente si estende dalla base della nuvola fino alla superficie terrestre. L’instabilità risultante vicino alla base della nuvola è simile all’instabilità di Kelvin-Helmholtz, generalmente trovata alla cima delle nuvole. Ma, l’instabilità alla cima delle nuvole trasportata verso il basso attraverso uno strato sottile di nuvola può produrre formazioni alla base della nuvola disuguali e “ad onda”, specialmente quando l’instabilità è bloccata dall’aria stabile sottostante.
Similarità con altre formazioni nuvolose
Le Asperitas possono anche somigliare alle nuvole Mammatus, che sono caratterizzate da sacche pendenti alla base delle nuvole, particolarmente quelle dei Cumulonimbus. Le immagini delle Asperitas rivelano una base nuvolosa più caotica e ondulata e differiscono dalle Mammatus per la loro maggiore organizzazione orizzontale e la loro apparenza meno strutturata.
Ricerca
La ricerca continua sulla dinamica delle Asperitas è cruciale per comprendere la natura di questa nuova classificazione delle nuvole. Studi come quelli condotti da R. Giles Harrison e colleghi dell’Università di Reading hanno fornito un’analisi dettagliata delle condizioni meteorologiche che favoriscono la formazione delle Asperitas, gettando nuova luce sulle loro proprietà fisiche e sulle implicazioni per la meteorologia e la sicurezza aerea.
Asperitas
CloudsA quarter of the moon of 2021/2022 and the terminator perpendicular to the horizon
A quarter of the moon of 2021/2022 and the terminator perpendicular to the horizon
AstroPhotosMulticolors flash and Superior Mirage
On the 24th april 2023, I witnessed a particular sunset from Pantelleria island:
1) a greenflash has formed where you can also see punctiform colors such as blue, yellow and red.
Andrew T. Young says: “These effects are always produced in sunsets with strong inversions, and that inversions
commonly have waves on them. So if there are two or more systems of waves on a given inversion, but traveling in different directions, it’s common to see the colors produced by one set of waves broken up by the superposed waves in other systems. Only a little modulation of one set of waves by another is enough to make these flickering and rapidly changing colors at the last moment, when only the edge of the Sun is visible as a thin, flattened line — or, often, two lines close together with changing colors.”
2) in the solar disk, a superior mirage was projected on the Tunisia mountains
.
Some data:
– Shooting location: https://goo.gl/maps/CWvvDcMAmpYJDwik9
– Height: 775 meters (approximately)
– The sun set at about 7:54 pm at 286.9°
– From my position, at 286°.9, you can see the Tunisian mountains of Jebel Rheurmane located at a distance of 98 km.
https://goo.gl/maps/n5WJAKHo1gkvYxHj6
Other Pictures:
Multicolors flash and Superior Mirage
GreenFlashes / MiragesPhotosynthesis of an Eclipse
Una nuova visione dell’eclissi.
L’obiettivo era quello di mostrare l’intera area del Sole che è stata oscurata durante l’intero fenomeno.
Sono state quindi selezionate 7 fasi salienti, che comprendono i momenti prossimi al primo e all’ultimo contatto, nonché la fase di massimo oscuramento.
Le immagini del Sole sono state impilate e allineate usando le macchie solari come riferimento.
L’area “a scacchiera” indica l’insieme di tutti i contorni lunari durante le varie fasi dell’eclissi e quindi mostra l’intero spostamento della luna davanti al sole.
All’interno dell’immagine si possono riconoscere gli archi che delimitano i singoli scatti e la foto didascalica mostra i tempi di ciascuno.
La “scacchiera” ha varie sfumature di colore che evidenziano le zone di maggiore e minore presenza della Luna durante il suo passaggio davanti al Sole.
Le aree nere sono quelle che hanno avuto più copertura dalla Luna
Fotocamera: Nikon D750 + astrosolar+ Sigma 600mm + moltiplicatore di focale; 1200 mm; ISO 100; f/13; 1/60 sec.
Elaborazione: utilizzo Photoshop. Ho caricato i 7 file come livelli, li ho selezionati e ho applicato il metodo di fusione su tutti loro: “luce soffusa”.
Giorno: 25/10/22
Location: Ragusa (Sicily -ITA) https://goo.gl/maps/cFoiSBieYnVmVdGk8. 36°55’01.8″N 14°42’58.0″E
Ringrazio Paolo Colona di “Accademia delle Stelle” per avermi aiutata a rendere questo lavoro più didattico.
Here is a new vision of the eclipse.
The goal was to show the entire area of the Sun that was obscured during the entire phenomenon.
7 salient phases were therefore selected, which include the moments close to the first and last contact, as well as the phase of maximum darkening.
The images of the Sun were stacked and aligned using sunspots as a reference.
The “checkerboard” area indicates the set of all the lunar contours during the various phases of the eclipse and therefore shows the entire displacement of the moon in front of the sun.
Inside the image you can recognize the arcs that delimit the individual shots and the didactic photo shows the times of each.
The “chessboard” has various shades of color that highlight the areas of greatest and least presence of the Moon during its passage in front of the Sun.
The black areas are those that have had the most coverage by the Moon
Camera:Nikon D750 + astrosolar+ Sigma 600mm + teleconverter; 1200mm; ISO 100; f/13; 1/60 sec.
Processing: I use Photoshop. I loaded the 7 files as layers, selected them and applied the blending mode on all of them: “soft light”.
Day: 25/10/22
Location: Ragusa (Sicily -ITA) https://goo.gl/maps/cFoiSBieYnVmVdGk8. 36°55’01.8″N 14°42’58.0″E
Lo stesso lavoro è stato fatto per l’ultima l’eclissi parziale di Luna.
Durante l’eclissi lunare, non abbiamo un corpo che passa davanti al nostro satellite (come accade per il sole che è oscurato direttamente dal corpo della Luna) ma è l’ombra della nostra terra ad oscurare la luna. Quindi, davanti alla Luna vediamo passare l’ombra del nostro pianeta sul disco lunare e l’ombra, prodotta dalla terra ha un raggio più ampio rispetto all’ombra che proietta la Luna su di noi, per questo le eclissi di Sole sono visibili solo in alcuni punti della terra dove si vede il Sole mentre l’eclissi di luna sono visibili in tutti i punti della terra dove è visibile la Luna.
Photosynthesis of an Eclipse
AstroPhotosLa rotazione della Stella Polare durante le notti dei solstizi e degli equinozi
La Stella Polare, anche conosciuta come Polaris, non corrisponde esattamente al prolungamento dell’asse terrestre e quindi Polo Nord celeste, ma è molto vicina (0,7°).
La posizione della Stella Polare nel cielo notturno è leggermente spostata rispetto al vero polo nord.
Tuttavia, è ancora abbastanza vicina al polo nord per essere utilizzata come punto di riferimento affidabile per la navigazione e per determinare la direzione nord durante la notte. La sua posizione relativamente fissa nel cielo stellato la rende una stella guida utile per coloro che si trovano nelle regioni settentrionali dell’emisfero settentrionale.
A causa della precessione dell’asse terrestre, la posizione della Stella Polare nel cielo cambia lentamente.
Tuttavia, al momento attuale e nei prossimi secoli, la Stella Polare è ancora una buona stella guida per trovare la direzione nord e tra altri 13.000 anni la nuova “Stella Polare” sarà Vega.
Perché è stata scelta proprio la Polare?
Perché la Stella polare è la stella più luminosa in prossimità del Polo Nord celeste e quindi, per necessità di orientamento, la prima visibile al crepuscolo in quella direzione.
Attraverso la tecnica fotografica denominata “startrails”, ovvero traccia delle stelle, ho impresso con la macchina fotografica il movimento apparente delle stelle attorno al Nord.
In questa veduta ad ampio campo, si notano tutte le stelle circumpolari che ruotano (apparentemente) nell’arco di circa 4 ore, attorno al Polo Nord Celeste.
Queste stelle, alle latitudini italiane, non tramontano mai ma restano sempre presenti in cielo ed alcune visibili a partire dal crepuscolo serale fino a quello mattutino.
La Stella Polare, come tutte le altre stelle, non è fissa ma compie anche lei, in un giorno, un giro completo attorno all’asse terrestre.
Noi, fotografando la stella Polare tutta la notte, possiamo catturare solo un arco di questo tragitto che si completa poi nelle ore diurne, quando la Polare non è visibile.
Le notti dei Solstizi e degli Equinozi ho seguito la traccia della polare per ricavarne gli archi che quindi variano in base alla lunghezza delle rispettive notti del:
24/25 dicembre 2022 (Solstizio primaverile)
19/20 settembre 2023 (equinozio d’autunno)
19/20 giugno 2023 (Solstizio d’estate)
16/17 marzo (Equilux)
La differenza di arco più evidente è quella tra la notte del solstizio d’estate e quella del solstizio d’inverno che ho messo a confronto nel video seguente:
Ho disegnato un quadrato attorno al cerchio completo che costituirebbe la polare e il risultato finale è un’illusione ottica: l’illusione di Ehrenstein
L’illusione costituita da un quadrato posto all’interno di cerchi concentrici. Questa particolare illusione è stata ampiamente esaminata da Walter Ehrenstein. Nonostante i lati del quadrato siano diritti, sembrano curvarsi verso l’interno. Questa distorsione si verifica perché i cerchi concentrici creano un’illusione di prospettiva. Il cervello interpreta l’immagine come dotata di profondità, risultando in una percezione modificata del quadrato rosso.
L’immagine sottostante è invece il lavoro completo con anche la traccia dell’Equinozio di Autunno e l’Equilux di Primavera
My latitude: 36°51’56.4″N 14°47’42.9”E https://goo.gl/maps/ESq5fCbJizTZkC1D6 Modica (Sicily/ITA)
Used equipment: Nikon d7100 + 600mm; (intervalometer 27); F6.3 ISO100; t/25
Tutte le riprese sono iniziate quando la Stella Polare è apparsa in cielo e quindi dall’ora del Crepuscolo Nautico serale e durate fino all’ora del Crepuscolo Nautico mattutino.
WINTER SOLSTICE:
Sunset at 4:48 pm
Nautical evening twilight occurs at 5:49 pm
Morning nautical twilight occurs at 6:08 am
sunrise occurs at 7:10 am.
The total duration of the night is 14h21m/ the duration of the day: 9h:38m
The polar therefore, for the winter solstice, was taken from 5:49 pm to 6:08 am or 12h and 19m
SUMMER SOLSTICE:
Sunset at 7:22pm
Evening Nautical Twilight: 8:32pm
Morning Nautical Twilight 3:32
Sunrise at 4:41 am
Duration night: 9h18m
Duration day: 14h41m
The polar therefore, for the summer solstice, was taken from 8:32 pm to 3:32 am or for 7 hours
AUTUMN EQUINOX:
Sunset at 5:55 pm
Nautical evening twilight occurs at 6:51 pm
Morning nautical twilight occurs at 4:53 am
Sunrise occurs at 5:23 am.
The total duration of the night is 11h45m/ the duration of the day: 12h:12m
Spring EQUILUX:
Sunset at 6:08 pm
Nautical evening twilight occurs at 7:04 pm
Morning nautical twilight occurs at 5:13 am
Sunrise occurs at 6:09 am.
The total duration of the night is 12h02m/ the duration of the day: 12h:00m
La differenza tra Equinozio ed Equilux
L’equinozio di primavera (e d’autunno) si verifica quando il Sole attraversa l’equatore celeste. In questi momenti il giorno e la notte dovrebbero teoricamente avere la stessa durata, ma in realtà non è proprio così.
Il motivo è che il sole non è un punto ma ha una dimensione e un diametro che misura 32′. Ciò significa che bisogna tenere in considerazione anche il tempo atteso dal momento in cui il lembo inferiore del Sole tocca l’orizzonte a quando il lembo superiore del Sole tocca l’orizzonte e questo tempo non è nemmeno mai preciso perché la luce solare si piega quando entra nell’atmosfera terrestre.
Il che fa sì che i raggi del sole siano visti pochi minuti prima che appaiano effettivamente all’orizzonte e pochi minuti dopo che è tramontato. Questo fenomeno è noto come rifrazione atmosferica.
Per questo motivo l’Equilux, il momento in cui il giorno e la notte hanno effettivamente la stessa durata, si verifica pochi giorni prima dell’equinozio di primavera.
La notte dell’Equilux di Primavera e della ripresa della polare corrispondeva appunto al 16/17 Marzo
L’Equilux può variare leggermente a seconda della latitudine e della posizione geografica e, alla mia latitudine, avviene solitamente qualche giorno prima dell’equinozio.
L’Equilux in prossimità dell’Equinozio di autunno 2023 si verifica invece tra la notte del 26 e 27 settembre.
La rotazione della Stella Polare durante le notti dei solstizi e degli equinozi
AstroPhotos / Side effectsIl Polo Nord Celeste in 24 ore durante il Solstizio d’Inverno
L’immagine ritrae un primo piano sul Polo Nord Celeste (segnato di rosso) e ripreso per 24 ore.
Il periodo scelto è quello che va dal crepuscolo serale del 12 dicembre al crepuscolo serale del 13 dicembre.
La scelta è stata dettata da due condizioni:
- era la notte più prossima al solstizio invernale senza luna
- le previsioni meteorologiche di queste due giornate garantivano un cielo senza nuvole per l’intera durata degli scatti.
L’immagine finale evidenzia, nella parte notturna, la rotazione apparente della Stella Polare rispetto al Polo Nord Celeste.
La Polare non è la stella più vicina al Nord, ma la più luminosa in prossimità del PNC, diventando visibile, ad occhio nudo, durante il crepuscolo nautico. La persistenza della Stella Polare in prossimità del Polo Nord Celeste è stata storicamente sfruttata dai navigatori per orientarsi durante i viaggi notturni.
L’immagine offre spunti per alcune riflessioni: durante il Solstizio d’Inverno, il Sole sorge e tramonta nel punto più lontano dal Polo Nord Celeste. A mezzogiorno, nonostante l’apparenza di un cielo più limpido, il Sole si trova nel punto più lontano da nord nel suo percorso quotidiano, risultando in cieli blu scuro in direzione del Polo Nord Celeste. La variazione degli archi diurni e notturni, in base alle latitudini terrestri, aggiunge ulteriori elementi di considerazione. Potrebbe aiutare nella comprensione della rotazione terrestre, dell’inclinazione dell’asse e di altri fenomeni celesti correlati.
Dati, strumenti ed elaborazione
Per catturare il Polo Nord Celeste insieme alla Stella Polare, ho utilizzato un teleobiettivo da 600mm. Scattando ogni 5 minuti per 24 ore, ho lasciato la macchina fotografica immobile, garantendo continuità nel processo. La priorità AV e fissare il bilanciamento del bianco sono stati impostati per ottenere un passaggio coerente di luce e colore.
Camera: Nikon D7150, 600mm; f 6,3 ISO 100
Durante l’elaborazione, ho estratto uno scatto ogni ora per creare uno star trails notturno. Inoltre, ho ritagliato segmenti del cielo diurno ogni ora, evidenziando il passaggio graduale dei colori durante la giornata. Per i crepuscoli, ho estratto spicchi ogni 10 minuti, mostrando la transizione dal giorno alla notte e evidenziando la persistenza della Stella Polare rispetto alle altre stelle durante questo periodo.
Posizione degli scatti:36°51’56.4″N 14°47’42.9″E
Solstizio inverno: il sole sorge a 120° (119°) dal nord e tramonta a 120° (141°) dal nord
Solstizio estate: il sole sorge a 60° dal nord da e tramonta a 60° (300°) dal nord
13 dicembre
Tramonto ore 16:44
Nautico ore 17:45
Alba ore: 7:03
Nautica: 6:02
Giorno: da Alba nautica a Tramonto nautico: 11:43
Notte: da Tramonto Nautico ad Alba nautica: 12:17
Lunghezza giorno: 9:40 minuti
Lunghezza notte: 14:19 minuti da ora tramonto Sole a ora alba Sole
21 dicembre
Tramonto ore: 16:48
Nautico: 17:49
Alba ore: 7:10
Nautica: 6:08
Lunghezza giorno: 9:38
Lunghezza notte: 14:21
Giorno: da Alba nautica a Tramonto nautico: 11:42
Notte: da Tramonto Nautico ad Alba nautica: 12:19
Vedi anche
La rotazione della Stella Polare durante le notti dei solstizi e degli equinozi
Il Polo Nord Celeste in 24 ore durante il Solstizio d’Inverno
AstroPhotos / Side effectsGegenshein
Un fenomeno che stiamo perdendo
Nel punto antisolare e quindi a 180° dal Sole, intorno la mezzanotte nelle notti buie in tardo autunno, è possibile osservare un fenomeno sempre più raro: il Gegenshein o Counterglow
Si tratta di un debole bagliore, in pieno cielo buio, dato dalla luce solare retrodiffusa dalla polvere interplanetaria.
Purtroppo, condizione necessaria per l’osservazione, è trovare un luogo estremamente buio.
E’ davvero difficile ai giorni nostri e se continuiamo ad illuminare le nostri notti senza badare a sprechi e a tipi di illuminazione più sostenibile, questo fenomeno non sarà più osservabile, verrà cancellato.
Per catturarlo, nell’emisfero boreale, ho atteso il momento migliore, ovvero quando il punto antisolare si sarebbe distanziato dal bagliore della Via Lattea e si sarebbe alzato in cielo in una notte buia e senza Luna.
Il 31 ottobre, mi son diretta verso una zona molto buia tra le montagne dei Nebrodi in Sicilia.
Ho portato con me un misuratore di SQM per verificare, nel caso fossi riuscita ad osservare il fenomeno ad occhio nudo, quanto buio possa tornare utile per l’osservazione.
Ho atteso che il primo quarto di Luna tramontasse (alle ore 10:20 pm), la misurazione alle 10:45 dava un SQM di 21,19, ho alzato lo sguardo ed ho individuato per primo il bagliore della la Via Lattea.
Ho poi spostato lo sguardo sopra la costellazione del Toro ed ho percepito un lievissimo bagliore la cui identificazione migliorava se non lo osservavo in maniera diretta.
Ho provato un grande stupore nel riconoscere quel bagliore, tante volte guardo il cielo e riconosco costellazioni, pianeti…quella sera c’era qualcosa in più da osservare e fotografare.
Ho quindi fatto degli scatti astroinseguiti di 2 minuti ed ho poi elaborato l’immagine senza forzare nulla. Ho voluto lasciare il bagliore debole così come ricordo di averla osservato.
Altri oggetti in questo cielo sono illuminati dal Sole: osserviamo Giove, che da poco è stato proprio in corrispondenza del punto antisolare e quindi in opposizione e poi si vede Marte.
Gegenshein
Side effectsCaterpillar: Volcanic Vortex Rings
Gli anelli di gas vulcanici sono un fenomeno piuttosto spettacolare e relativamente raro legato all’attività vulcanica. Si formano quando un vulcano emette gas in modo tale da creare un vortice circolare, simile a un anello di fumo.
Il video mostra alcuni dei passaggi che portano alla formazione degli anelli :
- Emissione di Gas: Il fenomeno inizia con l’emissione di gas da una fessura o un’apertura relativamente stretta nella crosta del vulcano. Questi gas possono includere vapore acqueo, anidride carbonica, zolfo, e altri composti volatili presenti nel magma.
- Temperatura e Pressione: L’emissione di gas avviene spesso con un certo grado di violenza, a causa delle alte pressioni nel sottosuolo e delle differenze di temperatura tra il gas caldo e l’aria circostante più fredda. Quando questi gas caldi e pressurizzati fuoriescono rapidamente nell’atmosfera, possono innescare la formazione di vortici se le condizioni sono giuste.
- Formazione del Vortice: Perché si formi un anello di gas, il gas deve essere espulso in modo tale che il flusso d’aria attorno all’apertura del vulcano crei un vortice. Questo può avvenire se il gas fuoriesce in modo pulsato o se esistono condizioni aerodinamiche particolari attorno all’apertura. Il vortice, essendo un anello di aria che ruota rapidamente, trascina con sé il gas e le particelle di cenere, formando visivamente l’anello di fumo.
- Stabilità dell’Anello: Gli anelli di gas vulcanici possono mantenersi stabili e visibili per diversi minuti, viaggiando per chilometri nell’atmosfera prima di dissolversi. La loro stabilità dipende dalla coerenza del vortice e dalle condizioni atmosferiche, come la velocità del vento e l’umidità dell’aria.
La formazione di anelli di gas è più comune in alcuni vulcani rispetto ad altri, a seconda della forma delle aperture eruttive e delle caratteristiche delle emissioni di gas. Questo fenomeno è stato osservato in vulcani come l’Etna in Italia e lo Stromboli, dove le condizioni particolari favoriscono la formazione di questi impressionanti anelli.
Oltre alla geometria dell’apertura vulcanica e alle caratteristiche del flusso di gas, un altro fattore che può influenzare la formazione degli anelli di gas sono le onde acustiche generate dai boati vulcanici. Durante le esplosioni all’interno del vulcano si producono potenti onde acustiche generate da rapidi cambiamenti di pressione nell’aria. Queste onde interagiscono con il gas espulso attraverso le fessure del vulcano, inducendo pulsazioni nel flusso di gas. Queste pulsazioni possono aiutare a formare e stabilizzare un vortice circolare di gas e cenere, che si manifesta visivamente come un anello di fumo, appunto. Le onde acustiche, quindi, non solo contribuiscono alla modulazione del flusso di gas, ma possono anche stabilizzare il vortice una volta formatosi, permettendo agli anelli di rimanere coesi e visibili mentre si allontanano dalla fonte.
Questi fenomeni, noti come “volcanic vortex“, sono ancora oggetto di studio a causa della loro rarità e sono stati riprodotti in laboratorio proprio per comprenderli meglio. Tra gli esperti che si dedicano a questi studi figurano numerosi scienziati italiani, tra cui Fabio Pulvirenti, membro senior del NASA’s Jet Propulsion Laboratory.
Boris Behncke, vulcanologo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Catania ha osservato recentemente su Facebook come nessun vulcano sulla Terra produca tanti anelli di vapore quanto l’Etna. “Dalla piccola bocca che si è aperta il 2 aprile sull’orlo nord-orientale del Cratere di Sud-Est, sono usciti sbuffi di gas incandescente. Il mattino dopo era evidente che questi sbuffi stavano producendo una quantità impressionante di anelli di vapore e da allora questa attività sta andando avanti, avendo emesso già centinaia se non migliaia di questi graziosi anelli.”
È probabile che le emissioni di queste ore abbiano dato agli scienziati occasioni più spettacolari e suggestive delle simulazioni in laboratorio.
Per noi fotografi rimangono spettacoli unici e di straordinaria perfezione.
Analemma o Anello e l’ombra proiettata sul vulcano
Un “analemma” di vapore sopra il cratere dell’Etna? Si tratta di una percezione data dalla prospettiva: infatti, l’ombra proiettata sul vulcano rivela la sua forma circolare.
Anche l’analemma del sole viene percepito come una figura bidimensionale che rappresenta il movimento del sole durante l’anno visto da un osservatore terrestre, ma in realtà è un’ellisse.
L’anello e la Luna
Congiunzione Luna Marte e Saturno
Anelli notturni del 7 Agosto 2023
Anelli in primo piano
Altre immagini e video
ARTICOLI E STAMPA
https://www.lasiciliaweb.it/2024/04/letna-e-i-suoi-anelli-che-foto/
https://www.spaceweather.com/archive.php?view=1&day=11&month=04&year=2024
Gli anelli di gas sull’Etna “firmati” da Marcella Pace: per la Nasa immagini spettacolari
Caterpillar: Volcanic Vortex Rings
Clouds / VIDEOSSuperior Mirage
L’immagine è composta da tre foto della stessa isola, anche se non sembra. Questa è l’isola di Linosa (Italia) fotografata dall’isola di Lampedusa situata a circa 45 km di distanza.
L'”immagine reale” dell’isola vulcanica di Linosa è quella posizionata nella parte inferiore e si possono distinguere chiaramente il Monte Nero (107 m slm) e il Monte Rosso (186 m slm).
Le due immagini posizionate in alto, invece, mostrano una magia degli strati più bassi dell’atmosfera: un miraggio generato da una forte inversione termica che ha cambiato l’aspetto del Monte Nero (prima foto) e del Monte Rosso (seconda immagine).
La luce, incontrando strati di varie temperature (in questo caso abbiamo lo strato di aria calda al di sopra di quella fredda) e densità, si piega verso gli strati più densi. Nel caso dei miraggi superiori, l’immagine è quindi capovolta, specchiata verso l’alto negli occhi di un osservatore. I vecchi crateri vulcanici dell’Isola di Linosa appaiono allungati e le cime, ribaltate dal miraggio superiore, si trasformano in guglie o altipiani.
Ci troviamo tra le isole del mare che ospitano il mitico Miraggio della Fata Morgana.
Day. 20/6/21
Position: https://goo.gl/maps/RYMDaLMxVCZ3ezaB6
Height: 70 mt about
Distance from Linosa Island: about 45 km
Duration: from 13:00 pm to 17:00 pm
Altre immagini di miraggio superiore ripresi dalla provincia di Ragusa
Miraggio multiplo ripreso sullo Stretto di Messina da Gallico (Reggio Calabria)
L’immagine mostra la stessa nave in 5 momenti in cui ha assunto forme diverse.
La rifrazione atmosferica cambia l’aspetto della nave:
La luce, incontrando strati di varie temperature (in questo caso abbiamo lo strato di aria fredda sopra quella calda) e densità, si piega verso gli strati più densi. Nel caso dei miraggi superiori, l’immagine è quindi capovolta, specchiata verso l’alto per gli occhi di un osservatore.
La parte superiore della nave sembra sospesa su un filo, una compatta scia di nebbia. In realtà potrebbe essere la linea riflessa dell’orizzonte marino. Nelle immagini due e tre vediamo che la nave è stata scomposta in più immagini, in tre capovolgimenti; è un miraggio multiplo.
L’ultima immagine mostra l’aspetto reale della nave che galleggia sopra un effetto di dispersione con vari colori.
Day: 27 May 2021
Position: Gallico (Reggio Calabria) Italy
Height: 7 mt about
Superior Mirage
MiragesLa forma della Terra sperimentata con una PIATTA-FORMA
Dare spazio e parlare di teorie terrapiattiste sembra dover mettere in discussione nuovamente la teoria consolidata della forma del nostro pianeta.
Parlare della terra piatta nel 2023 è ridicolo e lo diventa quasi anche chi ne continua a dimostrare la sfericità.
Tuttavia, ritengo che più che la teoria sia da prendere in analisi l’assurdità di negare qualcosa che l’uomo ha già avuto modo di verificare più volte e che, quando vuole, può continuare a trovare conferma semplicemente osservando…
Perché negare quindi l’evidenza?
L’unico movente che fa urlare a gran voce con convinzione che una cosa comprovata sia in realtà falsa è il semplice fatto che potrebbe fare più notizia se la si rimette in dubbio piuttosto che unirsi al resto del mondo che la prende come affermazione talmente vera che non vale più la pena mettere in discussione…
Ma perché negare l’evidenza?
Se si mette in discussione la forma della Terra, si attira l’attenzione su di sé più di quanto si potrebbe fare affermando che la Terra è una sfera, un geode di rotazione…
In “sintesi sintetica”: a chiunque piace essere uno dei pochi piuttosto che uno dei tanti
Credo che si nasconda questo dietro il desiderio di dire che non siamo mai stati sulla Luna, che la Terra sia piatta e continuando a farsi portavoce di questa teoria e familiarizzando con dimostrazioni tipiche, la persona arriva a convincersi che quel che millantava per convenienza di visibilità sia la “reale realtà”.
Fatta questa premessa per lungo tempo ho tralasciato, per non dare troppa importanza, le varie segnalazioni di uso improprio del mio sito e delle mie foto durante le conferenze nazionali dei terrapiattisti italiani finché non ho scelto di accogliere una proposta di un lavoro prettamente didattico che vuole essere un invito all’osservazione, che evidenzia la percezione della curvatura terrestre e che dimostra effetti di rifrazione in base alla quota di osservazione.
Un esperimento semplice che chiunque può ripetere portandosi con sé anche un semplice bionocolo.
e così…
ho realizzato un lavoro fotografico, commissionato dall’astrofisico Paolo Colona dell’Accademia delle Stelle, per corredare la sua stesura di 10 motivazioni per cui la terra non è piatta (si narrerà nel 4056 che nel 2023 ne avessimo ancora bisogno).
e…forse fu per gioco o forse per amor…dell’ironia, il soggetto che ho scelto per questo lavoro è una PIATTA-FORMA.
Si tratta della Piattaforma Vega, posta tra la Sicilia e le isole maltesi, a largo delle coste ragusane.
POSIZIONE PIATTAFORMA VEGA
Longitudine (WGS 84) 14,625491
Latitudine (WGS84) 36,540638
https://goo.gl/maps/QJenf9V2UFFhnapb8
Altezza Piattaforma Vega: 69 mt
Distanza dalla costa: circa 12 miglia o 22 Km a largo di Pozzallo
La scelta è ricaduta, oltre che per il nome, anche per una caratteristica: è fissa in un punto sul mare posto ad una distanza tale che dalla costa di Marina di Ragusa e più precisamente, a partire dal livello del mare, io potevo fotografarla perché visibile sull’orizzonte e quindi, partendo dalla spiaggia e inerpicandomi per le dolci salite che risalgono gli altipiani iblei, avrei potuto fotografare la Piattaforma a varie altezze di punti di osservazione.
0,5 mt slm
Il punto più basso da dove ho fotografato è su una spiaggia del lungomare di Marina di Ragusa.
Dal livello del mare, sono visibili solo le gru della piattaforma Vega, la restante parte della Piattaforma è nascosto sotto la curvatura terrestre, sotto il nostro orizzonte visibile posto ad una distanza di poco più di 3 km.
E’ vero, la piattaforma non è a 3 km di distanza ma se consideriamo la sua altezza dal livello del mare, circa 69 mt, ecco che allora, non vediamo la piattaforma dalla base ma solamente le estremità.
1,5 mt slm
A questa altezza notiamo l’effetto della rifrazione che ha dato origine ad un miraggio inferiore e parte delle gru appaiono ribaltata sulla linea dell’orizzonte.
3 mt. slm
Essendoci alzati di livello, osserviamo anche la Piattaforma ed essendo che ci siamo posti sopra la linea di scambio di temperatura che ha generato la rifrazione, il Miraggio inferiore non è posto più sulle gru ma appare sul corpo della Piattaforma.
6 mt. slm
Sempre più parti della Piattaforma sono visibili ed anche la linea del miraggio si è spostata più in basso
30 mt. slm
Ci siamo sollevati al punto che risulta visibile la piattaforma quasi dalla base. Abbiamo anche superato la linea del miraggio che quindi non è più posta sopra l’orizzonte.
55 mt. slm
100 mt slm
Ecco che la linea dell’orizzonte non è più posta alla base dell’immagine della Piattaforma ma è dietro di lei. Ciò vuol dire che stiamo osservando la Piattaforma a Partire dalla sua base.
180 mt. slm
300 mt slm
La linea dell’orizzonte sta quasi superando anche l’estremità della gru che risulta ancora con lo sfondo del cielo, la stessa estremità che vedevamo quando era stata fotografata a 0,5 mt slm.
515 mt. slm
Il punto più distante è posto ad una quota di circa 500 mt di altitudine. Ormai il cielo non fa più da sfondo alla piattaforma ma il suo sfondo è il mare.
Da questa quota, innalzandoci ancora vedremo una prospettiva diversa della Piattaforma ma pur sempre immersa nello sfondo del mare.
Tutto questo non sarebbe possibile se vivessimo in una terra piatta.
Ringrazio Paolo Colona per questa collaborazione e suggerisco i suoi approfondimento su questo lavoro nel sito di Accademia delle Stelle
Il video animato:
La forma della Terra sperimentata con una PIATTA-FORMA
Horizon and Visibility / Side effectsMock Mirage Moon
Al tramonto o al sorgere della Luna o del Sole, strati di aria di densità differente (dovuta a differente temperatura) sopra la linea dell’orizzonte generano un particolare tipo di miraggio durante il passaggio del disco solare o lunare, conosciuto come Mock Mirage.
Influenzate dalla distanza tra questi strati, si formano delle fratture all’emisfero nord e sud del disco mentre attraversa questa fascia degli strati di inversione, come delle fette di luce fluttuanti sopra o sotto il disco lunare. Il lembo superiore della Luna sembra proprio distaccarsi da essa anticipando il suo passaggio e assumendo una colorazione verde prima (il Green Flash) e rossa dopo.
Appena la parte inferiore del disco lunare attraversa lo strato di inversione termica, anche dal suo lembo inferiore cominciano a staccarsi “isole di Luce” che non è mai verde ma ha sempre una colorazione rossa.
Il Mock Mirage sulla Luna è più spettacolare di quello del Sole perchè, avendo mari e crateri, si possono osservare come la rifrazione agisce su di essi deformandoli, sdoppiandoli, triplicandoli… Ecco alcuni esempi dati da un confronto con la stessa Luna, ripresa alta sull’orizzonte:
Qu osserviamo il Cratere Tyco come si comporta mentre attraversa il condotto termico:
VIDEO:
Tulle le immagini della sequenza:
Moon Trails with Mock Mirage Moon 16 July 2022
What does this picture portray?
It is not a monster as it might seem 😛
These are sequential and stacked shots of the rising of the moon.
In practice it is a Moon trails with also the trace of a ship that passed in coincidence.
The peculiarity is that the strip obtained shows how the atmospheric refraction deflects the path of the moon. Paying attention, you can also notice the streaks of seas and craters that are diverted in their path, in fact, in the low range they follow a path that they then interrupt.
The Moon has risen on a layer of strong thermal inversion which is the same that originates the superior mirages and its image has undergone a strong refraction that has generated the suggestive Mock mirage or M-Mir, with also the curious shape defined “in -hat “. https://atoptics.co.uk/atoptics/sunmir.htm
All Sequence
Moon Trails with Mock Mirage Moon 16 July 2022
All Sequence
Mock Mirage Moon
GreenFlashes / MiragesLa Nuvola e la Venere di Botticelli
Era una di quelle giornata in cui il cielo attirava l’attenzione con varie formazioni particolari di cirri (Uncinus, Fibratus e Vertebratus), sparse soprattutto ad ovest. L’est invece era sgombro, anche se si intravedeva una lieve velatura.
Io mi trovavo nella mia casa nella campagna modicana, nella Sicilia sud-orientale e guardando proprio ad est, un cirro (Cirrus Intortus) vagava isolato sfilacciandosi e prendendo una forma che anche un non troppo fantasioso osservatore, avrebbe potuto riconoscere come una figura umana, bianca e sospesa nell’azzurro cielo. Figura che, tra l’altro, persistette in cielo per circa 30 minuti, consentendomi sia di montare un teleobiettivo sulla mia macchina fotografica che di effettuare anche alcune riprese a mano libera, cioè senza cavalletto. Già al primo scatto, osservando la nuvola da vicino, trovai una forte somiglianza con la Venere di S. Botticelli (la “Nascita di Venere”). Ne riconoscevo la lunga chioma, la conchiglia ai piedi e la postura riservata, composta e pudica.
Io sono anche particolarmente prona alla “pareidolia”, che è l’esigenza, quasi la necessità, di riconoscere su oggetti, pietre, nuvole, immagini antropomorfe, animali, cuori o altri oggetti, differenti da quello osservato.
Poiché i cirri sono nubi che si sviluppano ad altezze molto elevate, non mi ha sorpreso vedere la stessa formazione ripresa anche da altri posti in Sicilia Sud Orientale.
Un amico, Mario Occhipinti, ha sovrapposto al mio scatto la Venere originale del Botticelli, così da avere un confronto immediato delle due figure.
Persino la Natura ha voluto esprimere il proprio amore per Botticelli e il genio artistico italiano.
https://www.agi.it/scienza/news/2021-05-16/nuvola-cirro-venere-12564230/
https://tg24.sky.it/cronaca/2021/05/17/astrofotografa-venere-botticelli
https://lurlo.news/la-venere-di-botticelli-nel-cielo-siciliano/
https://initalia.virgilio.it/sicilia-nuvola-venere-botticelli-47887
Meteo, la “Venere” di Botticelli tra le nuvole: la suggestiva forma di un cirro sopra Ragusa [VIDEO]
Meteo, la “Venere” di Botticelli tra le nuvole: la suggestiva forma di un cirro sopra Ragusa [VIDEO]
La Nuvola e la Venere di Botticelli
Clouds / Side effectsColors of the Moon
Questa immagine è stata pubblicata dalla NASA, l’11 novembre 2020 e il 15 maggio 2022, come immagine astronomica del giorno.
On 11 November 2020, this image was published by NASA: APOD
On 15 May 2022, this image was republished by NASA: APOD
The atmosphere gives different colors to our satellite (scattering) based on its height with respect to the horizon, based on the presence of humidity or suspended dust. The shape of the Moon also changes: at the bottom of the horizon, refraction compresses the lunar disk at the poles and makes it look like an ellipse. And this is one of the reasons why I have chosen to present my Full Moons through a spiral arrangement that ends with a lunar eclipse.
Ho raccolto tutte le mie Lune Piene riprese negli ultimi 10 anni.
Le ho catalogate per colorazione per poi riorganizzarle in una palette per gradazione e sfumatura di colore.
In questa fase mi ha sorpreso ritrovarmi delle Lune di colorazioni che sul momento non avevo colto. Non ricordavo di aver fotografato, ad esempio, una Luna marrone ( le lune n° 29 -30) o che la Luna rosa fosse di un rosa incandescente (la Luna n° 2).
Solo mettendo la Luna “marrone” accanto a quella gialla mi son accorta di quanto fosse marrone e di quanto quella gialla fosse gialla.
Incredibile come all’occhio umano basti così poco per essere ingannato.
Gianni Sarcone, esperto di illusioni ottiche, riferisce che questo effetto è denominato “contrasto simultaneo di chiarezza”.
Ma come è possibile che la Luna abbia tutte queste colorazioni?
Non è la Luna a cambiare colore ma sono gli strati della nostra atmosfera a donarle colorazioni differenti in base alle composizione (polveri vulcaniche, strati di nubi sottili, inquinamento…) . Soprattutto, quindi, è la bassa atmosfera che genera colorazioni più svariate.
E’ nella bassa atmosfera infatti, che si depositano polveri sulle quali, in base alla loro dimensione, agisce lo scattering diffondendo alcune colorazioni dello spettro e facendone penetrare altri.
Fattore importante è anche l’obliquità dei raggi che attraversano l’atmosfera quando gli astri sono bassi.
La Luna, il Sole e gli altri astri, bassi sull’orizzonte, subiscono in maniera più evidente il fenomeno di diffusione denominato “Scattering” che trasforma la luce bianca in varie gradazioni che vanno dal rosso al giallo.
I didn’t notice all the colors that our atmosphere gives to our satellite before starting this work: I did not remember having photographed, for example, a brown Moon or that the purple Moon was such an incandescent purple. Only by putting the “brown” Moon next to the yellow one did I realize how brown the brown was and how yellow the yellow was.
This effect in the field of “optical illusions” is called “simultaneous contrast of clarity”. Even the purple Moon, if left with the background of its sky, did not appear so purple but placed next to the pink ones and in the vortex of duller colors it seems as if it had turned on.
Nella mia immagine una componente di modifica del colore potrebbe comunque essere data dall’uso di varie strumentazioni che ho adoperato per ritrarla in tutti questi anni.
Anche le impostazioni differenti di scatto e post-produzione non determinano un confronto fedele.
Comunque sia, la gradazione di colorazione varia di poco, di qualche sfumatura essendo che, nessuna di queste lune, ha subito forzature nell’elaborazione del colore e non è stato usato mai alcun filtro.
Also the shooting settings have always been different.
For this work I did not rework the images, I just pulled out the Moons from the original pictures.
Di seguito riporto l’immagine con le lune numerate e, in base alle richieste di approfondimento che ricevo sulle singole lune, aggiorno questa pagina corredandola con l’immagine originale richiesta e relative informazioni.
Moon n° 2
When the Moon appears pink?
The answer lies in the Full Moon of 31 July 2021, which arose with a particularity that can explain when and why the Moon with this unusual color occurs:
Why Pink Moon? Colors Of The Moon in a Moonrise 23 July 2021
La Luna rosa nella composizione a spirale è quella del 12 Marzo 2017
The pink Moon in the spiral composition is that of March 12, 2017
Anche il 12 Marzo 2017, il tramonto del Sole è coinciso con il sorgere della Luna:
il Sole è tramontato alle 18:06 a 267°O e la Luna è sorta alle 18:06 a 85°E.
Un passaggio di guardia molto stretto che ha mostrato gli astri presenti in cielo nello stesso istante alla stessa altezza sull’orizzonte. Una condizione davvero singolare.
Per testimoniare questo evento ho scelto una località specifica aperta sull’orizzonte marino da est ad Ovest: l’isola delle Correnti (Sr) 36°38’54.6”N 15°04’48.8”E.
This is the Moon of March 12, 2017 which had the particularity of rising, in my latitude, at the same moment in which the Sun was setting. The Sun set at 6:06 PM at 267 ° W and the Moon rose at 6:06 PM at 85 ° E. A very narrow alternance that, considering the refraction that delays sunset and anticipates dawn for a few seconds, they both found themselves close to the horizon … A truly unique condition.
To catch this event, I chose a specific location open on the marine horizon from East to West: Isola delle Correnti (Sr) 36°38’54.6 “N 15°04’48.8” E.
Il motivo per cui assume questa colorazione potrebbe anche essere associato al fenomeno di retrodiffusione: la Cinta di Venere
The reason why it takes on this color could also be associated with the backscattering phenomenon: the Belt of Venus
Ecco altre immagini di altre autori che hanno ritratto la Luna con questa particolare colorazione:
21693-supermoon-full-moon-2013-stargazers-photos.html
https://www.space.com/21693-supermoon-full-moon-2013-stargazers-photos.html
La Luna n° 48
ECLISSI di Luna: L’ombra della Terra sulla Luna non fa apparire la Luna completamente buia ma la illumina comunque di questo rossore per via dei raggi del Sole che attraversano gli strati di atmosfera proiettandoli sulla Luna.
And the Sun?
Sun and Moon In Infinity
Questa immagine è la mia personale sintesi della mia fascinazione verso il concetto di infinito ispirato dalla spirale.
La composizione è composta da fotografie (naturali, non ritoccate), scattate lungo l’arco di 10 anni, unite a formare due spirali: una spirale composta da 48 pleniluni e un’altra spirale composta da 48 Soli, unite da una Luna in eclissi (2018) e da un Sole in eclissi (2015), a creare un movimento infinito.
La scelta della composizione a forma di doppia spirale è legata al fatto che la spirale si collega ai concetti di emanazione, di estensione, di sviluppo. In particolare all’idea di stessa di continuità ciclica ma progressiva e di creazione, espresse dal senso di rotazione.
Volevo rendere manifesto e prolungare all’infinito il movimento apparentemente circolare dei due astri, trovando nella matematica un punto di accordo innegabile tra posizioni spirituali spesso diverse e che da sempre, ma mai come oggi necessitano una urgente ricomposizione. La spirale è una figura geometrica che si ritrova in tutte le culture: una linea che si avvolge su se stessa.
Già nelle grotte utilizzate nel Paleolitico il significato della spirale è compiutamente espresso e si trova associata a immagini di falci di Luna o di animali dalle corna a forma di falce di Luna, sempre ricollegati alla rappresentazione dei ritmi ciclici della vita, affine ai significati di simboli di energia e di fecondità, legati all’acqua e proprio alla Luna.
In molte culture essa rappresentava il viaggio dopo la morte, il movimento ciclico ascendente e discendente collegato alle fasi lunari, come si può ritrovare in molti manufatti neolitici, simbolo quindi di computo del tempo e di rigenerazione, di movimento e di energia.
Ho scelto di usare la spirale piana, tra le tante forme che può assumere la spirale, perché mi permetteva di partire dal centro per svilupparsi verso l’esterno, perché volevo esprimere l’evoluzione, lo sviluppo la sintropia, ma anche il ricongiungersi con l’altra spirale, che dall’esterno ritorna al centro, a toccare, come due indici sollevati che si sfiorano, anche l’Involuzione, l’inviluppo, l’entropia. Mi piaceva, quindi, che le due spirali apparissero come un labirinto intellegibile e naturale, ma pur sempre un labirinto, a rappresentazione rispettivamente dell’infinito nel perpetuo movimento del divenire e l’infinito eterno ritorno di un viaggio iniziatico, interdetto a coloro che non sono qualificati, un mandala disvelato che accompagnasse l’osservatore in un cammino verso un centro nascosto solo a chi non volesse davvero osservare. Osserviamo sempre troppo poco, quando guardiamo. Per questo, volevo che l’infinito di queste due spirali richiamassero non solo la ciclicità della vita nel macro (la forma di alcune galassie, tra cui la Via Lattea e una spirale), ma anche nel micro e nel mondo naturale costantemente sotto i nostri occhi, spesso troppo distratti, al punto da non riconoscere (o aver dimenticato) i cicli a spirale della crescita di una conchiglia, le corna di un montone, le zanne di un elefante, l’infiorescenza di un girasole, il volteggiare di un rapace sulla preda, i vortici degli uragani.
Ecco perché, per me, questa immagine porta con sé un messaggio di rispetto, attenzione e amore per ogni forma di vita. Alla base di ogni convivenza civile e serena, deve esserci la presa di coscienza che il nostro prossimo non è solo il nostro simile, ma tutte le forme che la vita assume, nel suo perpetuarsi, nel suo vivere, morire e rinascere, per poi morire e rinascere, in un eterno cammino, il cui percorso non è un cerchio con al centro l’uomo ma una spirale di vita. In continua evoluzione.
OTHER FREQUENT ASKED QUESTIONS
Di che colore è la Luna?
Osservando la Luna Piena, sempre dal nostro pianeta, alta sull’orizzonte, e vedendola molto chiara, si ha come l’impressione che rifletta buona parte della luce del Sole. La Luna Piena, invece, ha un albedo molto debole che riflette circa il 7% della Luce del Sole e il suo colore predominante non è il bianco ma molto simile all’ardesia: grigio.
Il motivo per cui ci appare così luminosa è perché non abbiamo altri paragoni di luminosità se non le stelle o il buio del cielo.
Come mai alcune Lune appaiono di forma ovale?
La Luna, così come il Sole, avvicinandosi all’orizzonte (da circa 0,4° sopra l’orizzonte) comincia a deformarsi e più precisamente, subisce uno schiacciamento sui lembi superiori ed inferiori (come mostrato al minuto minuto 54 del filmato che segue)
La rifrazione è responsabile di questa deformazione che agisce in tutti gli strati dell’atmosfera fino allo strato adiacente al suolo.
They were not taken from the same position but in different places in Italy where I have lived over the years. On the other hand, the Moon, is shot at various heights with respect to the horizon. The most flattened are those Moons that have just arisen, made oval by refraction.
Is there some sort of time-order to the images
The Moons have been ordered following an order of gradation shades of color and not by temporal order.
Is there a meaning to the spiral pattern?
When I cut out and brought back all the Moons to fix them, I immediately thought of a spiral shape paying attention more to aesthetic and harmony.
I live in a part of Sicily where there’s plenty of traces of Neolithic populations. The spiral is depicted very often. I am fascinated by the ascending and descending cyclical movement shown by the spiral, comparable to the phases of the moon. The symbol of the spiral was associated with the crescent Moon, as can be seen in many Neolithic artifacts.
During the composition phase, an astrophysicist friend, Salvo Pluchino of mine, also pointed out that the spiral shape recalled the spiraling trajectory that the Moon made in the last 4 billion years, passing from a distance from the Earth of about 30,000km to the current on average of 380,000 km.
Ringrazio Fisica-Mente Aula Studio per aver preso in analisi l’immagine
Where can I buy a print?
I have received several requests for prints of these images and to please everyone I have inserted them on this site: Fine Art America
For those who have special printing needs, you can contact this photographic studio: Nonsolografica (Ragusa-Sicily)
You will only pay for the cost of printing and shipping.
What I ask is that, before proceeding with the purchase, a donation of a minimum of 100 euros be made to an association for the protection of the environment or animals: WWF, LAV, L214 …
Once you have made the donation and sent the receipt to my email address [email protected], you can proceed with the order through the address: [email protected]
RASSEGNA STAMPA
PRESS
ITALY
48 sfumature di… Luna! La Foto del Giorno della Nasa è stata scattata da una ragusana
Foto del Giorno della Nasa: lo scatto è della siciliana Marcella Giulia Pace
https://www.radiomontecarlo.net
https://eccellenzemeridionali.it
FRANCIA
https://zimonews.com/%F0%9F%94%A5-les-couleurs-de-la-lune-credits-marcella-giulia-pace-%F0%9F%94%A5/
SPAGNA
https://www.muyinteresante.com.
GRECIA
Φωτογράφισε την πανσέληνο επί 10 χρόνια – Το αποτέλεσμα μοναδικό
UCRAINA
VIETNAM
COREA
TURCHIA
PERSIA
UNGHERIA
BULGARIA
EGITTO
BRASILE
INDIA
NY
Photographer Spends 10 Years Capturing 48 Stunning Colors of the Moon
http://bharatkalyan97.blogspot.com
GIAPPONE
Colors of the Moon
Side effectsWhy Pink Moon? Colors Of The Moon in a Moonrise 23 July 2021
(Please, find the English version below)
In molti mi hanno chiesto: “Perché, nella mia “collezione di Lune” è presente una Luna rosa?
La risposta sta nella Luna Piena del 23 Luglio 2021, sorta con una particolarità che può spiegare quando e perché si verifichi la Luna con questa insolita colorazione.
La Luna Piena del 23 luglio, sorse alle 8:11 pm, alla mia latitudine, mentre il Sole tramontò alle 8:14 pm.
Alla mia latitudine, la rifrazione anticipa il tramonto e ritarda l’alba di circa 2-3 minuti. Sole e Luna si sono trovati nel cielo allo stesso orario e alla stessa altezza dall’orizzonte.
Stavo aspettando proprio questa Luna Piena perché sapevo che la Luna così bassa sull’orizzonte, al tramonto del Sole, mi avrebbe permesso di fotografarla in molte più sfumature di colori rispetto alle altre Lune Piene.
Infatti quel giorno la Luna, oltre ad attraversare gli strati inferiori dell’atmosfera, che normalmente determinano colori diversi a partire dal rosso al giallo, attraversò diverse condizioni di luce (tramonto, crepuscolo…) e il suo colore iniziale tese al rosa acceso bellissimo della foto.
La Luna sorse alle 20:11 con il cielo ancora azzurro, la foschia non mostrava la Luna all’orizzonte marino, quindi dovetti aspettare circa 6 minuti, prima di vederla, per cui la composizione finale mostra in basso la fascia di cielo ancora azzurra che circonda la Luna e che si presentò di colore rosa alle 20:20
Perchè non osserviamo questa luna rosa?
– Questo colore rosa, contrastato dall’azzurro del cielo, è forse il più raro da vedere proprio perché è rara la circostanza in cui la Luna Piena attraversa questo specifico strato dell’atmosfera, con queste particolari condizioni di luce.
-Nel momento in cui la Luna sta sorgendo, siamo attratti ad osservare il tramonto del Sole.
-La sua luminosità non è sufficiente per essere evidente nel cielo e per attirare l’attenzione di spettatori.
Le strisce lunari sono state riprese a circa 2-3 minuti di intervallo e mostrano la variazione di colore sia della Luna che del cielo, fino alle 21:05.
Nella foto didattica ho inserito l’ora e i minuti di scatto e l’altezza dall’orizzonte e tante miniature della Luna in corrispondenza alle singole strisce.
Nella parte corrispondente alla parte superiore della foto, è la striscia di Luna con il colore che il satellite assume quando è alto nel cielo.
Per la buona riuscita di questo esperimento, ho scelto di dare alla fotocamera impostazioni che mi avrebbero consentito di accompagnare a lungo il percorso della Luna senza la necessità di modificare le impostazioni di scatto, con lo stesso bilanciamento del bianco, assicurando la fedeltà di colore rispetto alla mutazione di colore visibile nella composizione finale.
Camera: Nikon D7100; 1/20 sec; f/6; ISO 100
Dalle 20:20 alle 20:40 la Luna cambiò colore con tante sfumature. Siamo, infatti, nella fascia oraria in cui il Sole vira dal tramonto al crepuscolo. Le gradazioni di colore di queste sfumature rimasero a lungo tra l’arancio e il giallo fino a raggiungere il bianco/grigio, colore tipico della Luna quando è alta in cielo.
Ricordiamo perché la Luna cambia colorazione per un osservatore terrestre:
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English version
Many people ask me: “Why is there a pink Moon in my collection of Moons?”
The Full Moon of July 23 rose at 8:11 PM, in my latitude (Sicily), while the Sun set at 8:14 PM.
At my latitude, refraction anticipates sunset and delays sunrise by about 2-3 minutes. Sun and Moon were in the sky at the same time and at the same height from the horizon.
I was waiting for this Full Moon because I knew that the Moon so low on the horizon, at sunset, would allow me to photograph it in many more shades of colors than the other Full Moons.
In fact that day the Moon, in addition to passing through the lower layers of the atmosphere, which normally determine different colors starting from red to yellow, went through different light conditions (sunset, twilight …) and its initial color tended to bright pink beautiful photo.
The Moon rose at 8:11 PM with the sky still blue, the mist did not show the Moon on the marine horizon, so I had to wait about 6 minutes, before seeing it, so the final composition shows the sky band still blue at the bottom surrounding the Moon and which turned pink at 9:20 PM.
-At that moment we turn our backs to watch the sun go down.
-Her brightness is not enough to be evident in the sky and to attract the attention of onlookers.
The lunar stripes were filmed at about 2-3 minutes interval and show the color variation of both the Moon and the sky, until 9:05 PM.
In the didactic photo I inserted the hour and minutes of shooting and the height from the horizon and many miniatures of the Moon in correspondence to the individual strips. In the part corresponding to the upper part of the photo, is the strip of the Moon with the color that the satellite assumes when it is high in the sky.
For the success of this experiment, I chose to set the camera to accompany the Moon’s path for a long time, without the need to change the shooting settings, with the same white balance, ensuring color fidelity in relation to the visible color change in the final composition.
From 8:20 to 8:40 PM the Moon changed color with many shades. That’s the time slot in which the Sun turns from sunset to dusk. The color gradations of these shades remained for a long time between orange and yellow until they reached the white / gray, typical color of the Moon when it is high in the sky.
The Moon that rises 15 minutes after sunset, is more contrasted and therefore more purple as shown in this video:
https://apod.nasa.gov/apod/ap170713.html
Why Pink Moon? Colors Of The Moon in a Moonrise 23 July 2021
AstroPhotos / Side effects / Sunset&Sunrise ColorsNovaya Zemlya Effect at Sunset
Tutte le albe avvengono in anticipo e tutti i tramonti si verificano in ritardo rispetto all’orario che riportano gli almanacchi.
Questo perché gli almanacchi non tengono conto del calcolo della rifrazione.
Come tutti gli astri, vicino all’orizzonte, prendendo in analisi il tramonto, attraversano stratificazioni di aria molto dense. La Luce attraversando strati di composizione differente e temperature differenti, viene come rallentata della rifrazione.
Ho trattato questo, sul link che segue:
La rifrazione quindi varia nei vari periodi dell’anno e dei giorni perché dipende da fattori come la temperatura, l’umidità, la pressione oltre che all’altezza dell’osservatore.
Si può solo fare una stima, in base alla latitudine da dove il tramonto viene ripreso, facendo una media dei dati di temperatura, umidità e pressione rilevati in quella località.
Alla mia latitudine il tramonto è stato stimato che ritardi di circa 2 minuti.
Il Novaya Zemlya si verifica in condizioni di Inversione Termica nella bassa atmosfera (Aria fredda più bassa che incontra l’aria calda in uno strato più alto) che delle volte può accentuare la rifazione. In questo caso si può assistere ad un tramonto con l’immagine del Sole trattenuta a lungo sopra l’orizzonte marino.
E’ il caso del Novaya Zemlya
Il fenomeno prende il nome da un arcipelago nell’oceano artico a nord della Russia dove, nel 1597 l’equipaggio della nave olandese di Willem Barents, ha assistito per la prima volta al fenomeno. Su questa isola, tutto l’equipaggio era approdato da mesi poiché la loro nave era rimasta impigliata nei ghiacci. Toccava passare i mesi invernali su quell’isola e attendere il ritorno del sole previsto per l’8 febbraio.
Il realtà il 24 gennaio il Sole fu avvistato prima del previsto.
Una forte inversione termica aveva creato una rifrazione così pronunciata da anticipare l’alba di ben 15 giorni.
L’esploratore norvegese Fridtjof Nansen ,descrive nel suo libro “Darthest North” il fenomeno NZ osservato da lui durante una spedizione al Polo Nord. Nansen descrive anche l’aspetto del disco solare durante il miraggio NZ:
“The mirage was at first like a flattened-out glowing red streak of fire on the horizon; later there were two streaks, one above the other, with a dark space between; and from the main-top I could see four, or even five, such horizontal lines directly over one another, and all of equal length; as if one could only imagine a square dull-red sun with horizontal dark streaks across it. An astronomical observation we took in the afternoon showed that the sun must in reality have been 2° 22′ below the horizon at noon; we cannot expect to see its disk above the ice before Tuesday at the earliest; it depends on the refraction, which is very strong in this cold air.”
Come dimostra la mia foto,scattata in Sicilia (Ita) si può verificare ed osservare il fenomeno da qualsiasi luogo. Nel mio caso, il Sole fotografato nell’ultima immagine, era già tramontato da circa 3 minuti.
L’immagine è una composizione che contiene:
-3 immagini ingrandite: dal Sole che, vicino all’orizzonte, subisce un appiattimento a quando, immerso nel condotto, subisce non solo una compressione ma anche un ribaltamento dell’immagine e perdita di luminosità. Si riconosce l’immagine del Sole ridotto a strati che è tipica del fenomeno.
-Nella parte centrale invece, c’è la sequenza del Sole che attraversa il condotto.
Data: 7 Maggio 2021
Location: Gatto Corvino – Marina di Ragusa (Rg) Sicily – Ita (https://goo.gl/maps/YYRmq86uXak ) 36°48’47.5”N 14°33’55.9″E
Altezza: 178mt slm.
Dati meteo: Temp: 18.50 C°; Umidità: 84%; Pressione: 1.014 mbar. ( i dati li ho ricavati dalla stazione meteo del porto turistico di Ragusa)
Camera: Nikon D7100 e Sigma 600mm
Video confronto tra un normale tramonto e con Novaya Zemlya
Ho osservato un tramonto molto prolungato e per quantificare il tempo di ritardo del tramonto ho confrontato il filmato con l’effetto di Novaya Zemlya (2022/1/1) con un altro tramonto ripreso il giorno prima (2021/12/31) dallo stesso luogo . Il tramonto del 31 dicembre ha caratterizzato un Mock Mirage ma ha rispettato i normali orari del tramonto alla mia latitudine.
Per il confronto, ho abbinato il momento in cui, in entrambi i tramonti, l’ultima striscia di sole è sprofondata nell’orizzonte.
Novaya Zemlya Effect at Sunset
MiragesThéâtre optique
Per realizzare questa immagine ho usato un fish-eye e delle sagome di cartone ricavate da un lavoro del 1887 di di Edweard Muybridge (1830-1904), intitolato “A man walking”
To create this image, I used a fish-eye and cardboard shapes inspired by an 1887 work by Edweard Muybridge (1830-1904), entitled “A man walking”
Muybridge, a fine ‘800, utilizzò la crono-fotografia, per studiare il movimento dell’uomo e degli animali. Questa tecnica consisteva in un sistema di scatti in sequenza, effettuati da più macchine fotografiche, di un elemento in movimento lungo un percorso.
Muybridge, at the end of the 19th century, used chrono-photography to study the movement of humans and of animals. This technique consisted of a system of sequential shots, taken by several cameras, of an element moving along a path.
Sistemai una pedana rotante a disco, incastrandola sull’astro-inseguitore per farla ruotare intorno alla macchina fotografica, il cui obiettivo era allineato con l’asse terrestre. Il raggio del disco corrispondeva ad una distanza misurata con attenzione per consentire alle sagome di posarsi sul bordo dell’inquadratura circolare del fish-eye.
I placed a rotating disk platform, fitting it on the star-tracker to make it rotate around the camera, whose lens was aligned with the Earth’s axis. The radius of the disk corresponded to a distance measured carefully to allow the shapes to rest on the edge of the circular frame of the fish-eye.
Il lavoro finale consta così di 2 differenti lavori, apparentemente contrapposti ma coordinati:
- uno statico, cioè una foto con il movimento apparente delle stelle dato dallo star-trail
- uno dinamico, cioè un video time-lapse, in cui il movimento viene creato sia dalla rotazione terrestre (e quindi da quella apparente delle stelle) che dalle sagome, traendo ispirazione dai lavori al praxinoscopio di Charles-Émile Reynaud
The final work, thus, consists of 2 different works, apparently opposing but coordinated:
– a static one, that is a photo with the apparent movement of the stars given by the star-trail
– a dynamic one, that is a time-lapse video, in which the movement is created both by the earth’s rotation (and therefore by the apparent rotation of the stars) and by the shapes, drawing inspiration from Charles-Émile Reynaud’s praxinoscope works.
Théâtre optique
AstroPhotos / Side effectsIl Miraggio della Fata Morgana
Da tempo, ormai, cerco di osservare, riprendere e documentare il Miraggio della Fata Morgana presentandomi, a sorpresa e senza preavviso, a casa sua: Reggio Calabria.
In tempi come questi (2020) è però difficile muoversi e così, a sorpresa e senza preavviso, è venuta la Fata Morgana a farmi visita e proprio a casa mia: Ragusa.
Io, a differenza di lei, l’ho accolta:
Di avvistamenti del fenomeno Fata Morgana dalla costa Ragusana pare che nessuno abbia mai scritto, quindi si tratta di una manifestazione al momento senza precedenti (se qualcuno avesse altre notizie, mi contatti) su un tratto di orizzonte che è principalmente solo marino e dove, quindi, il già raro “incantesimo“ della Fata Morgana si fa ancora più desiderare, poiché si manifesta al passaggio di navi, su nuvole all’orizzonte o probabilmente sulle isole Calipsee disposte a sud.
Il 25 Aprile del 2022, ho effettivamente assistito al miraggio della Fata Morgana sull’arcipelago maltese.
Tommaso Campailla nel suo canto 8 (stanza 49) dell’Adamo, scriveva del fenomeno, anche se non so se alluda precisamente ad una diretta osservazione avvenuta dalle coste della Sicilia sud orientale, ma fa riferimento, come riporta nell’indice, al capitolo “Fata Morgana o Iride Marina del Faro di Messina”.
Avevo già parlato del fenomeno fata Morgana perché spesso confuso con altre tipologie di miraggi o illusioni che si possono osservare in mare.
A seguire è un’immagine composta dai 2 tipi di osservazioni confuse di frequente con il Fata Morgana:
Qui invece ne scriverò per ciò che è, non per ciò che non è.
Il Miraggio Fata Morgana: è molto più complesso di una immagine sospesa o ribaltata, l’oggetto “reale” diventa irriconoscibile.
In questo caso, l’oggetto reale è una nave in transito posta al di là dell’orizzonte.
L’immagine somiglia molto ad una raffigurazione di F.A. Forel nel suo testo del 1912 “The Fata Morgana”
Ringrazio:
Dr. Andy T. Young che ha preso in analisi tutta la mia documentazione dandomi molte indicazioni che mi hanno aiutata a stilare quanto si leggerà. Il suo sito è una raccolta dettagliata di studi circa i miraggi e il Green Flash
Dr. Rosario Sinatra ed D.ssa Elisabetta Paradiso del “Calypso South Project” e la Protezione Civile del Porto Turistico di Marina di Ragusa che mi hanno fornito i dati meteo relativi a Marina di Ragusa.
Dr. Claudio Ortega della protezione civile di Licata per avermi fornito i dati meteo di Licata.
Ringrazio l’amico Dario Giannobile per avermi aiutato ad elaborare lo scatto finale.
Cosa sono i miraggi?
La bassa troposfera ospita un’area denominata SLA (Strato limite atmosferico), dove la temperatura dell’aria incontra quella del suolo. La sua altezza varia in base all’orografia del suolo.
La luce attraversando questo strato di variazione di temperatura e densità, viene rifratta e piega i suoi raggi verso la parte più densa e più fredda. La deviazione della luce verso il basso o verso l’alto, determina delle visioni per un osservatore che guarda in quella direzione. Pertanto si distinguono almeno 2 tipologie di miraggi:
Inferiori e superiori.
Se gli strati di aria più prossimi al suolo sono molto più caldi rispetto agli strati superiori, allora si verificano dei miraggi inferiori e le immagini sono ribaltate specularmente verso il basso. Ne abbiamo tutti esperienza quando osserviamo le auto rispecchiarsi sull’asfalto rovente.
Il miraggio inferiore è molto frequente perchè si verifica in normali condizioni atmosferiche dello strato limite (aria calda sotto uno strato di aria fredda), anzi si può dire che questi miraggi sono molto più frequenti di una osservazione di una costa in assenza di alcun tipo di miraggio.
Se gli strati di aria più prossimi al suolo sono molto più freddi rispetto agli strati superiori, siamo in una condizione, più rara, di inversione termica. Si verificano così i miraggi superiori e le immagini sono ribaltate specularmente verso l’alto.
Osservazioni di miraggi superiori sono molto più rari:
Il Miraggio della Fata Morgana è una complessa tipologia di miraggio Superiore, l’immagine reale viene quindi rispecchiata verso l’alto ma, a differenza dei classici Miraggi Superiori, rende l’immagine reale irriconoscibile e mostra altre figure in base alla fantasia di chi sta osservando.
Il miraggio Fata Morgana, superate leggende, cerca di liberarsi del marchio di cattivo presagio o magico-apotropaico e cerca di assumere una spiegazione scientifica. Per questa ragione, nel tempo, chi ha voluto trattare il fenomeno, ha tentato di chiamarlo con altri nomi o con la dicitura “fenomeno volgarmente detto Fata Morgana”, quasi a specificare che si tratti di un qualcosa che sia ben lontano da credenze popolari ma che abbia una spiegazione ben precisa della sua esistenza e di interesse prettamente scientifico. Ciò forse ha favorito l’Imprimatur a delle pubblicazioni che son giunte fino a noi in tempi in cui sacro e profano avevano una rigida distinzione.
Abbiamo quindi una Fata Morgana che anche nel nome si trasforma:
Iride fregiata (P. Domenico Giardina)
Iride di Messina
Fatamorgana
Iride Mamertina
Iride Marina (Tommaso Campailla)
Spectaculum Diurnum (G.Allegranza)
Teatro Cristallino (P. Domenico Giardina)
Teatro Catrottico (P. Domenico Giardina)
La mia osservazione
In data 24 Aprile 2021 ho avvistato per la prima volta dalla costa Ragusana verso l’orizzonte marino, un raro miraggio superiore.
Mi trovato ad una quota di 178 mt s.lm. e il mio campo visivo, sull’orizzonte marino, era di circa 94°, aperto dall’isola di Gozo (dell’Arcipelago maltese) fino alla punta estrema della costa di Licata.
-La punta di Marina di Palma (AG) si trovava a 297°
-La punta estrema dell’isola di Gozo (dell’arcipelago maltese) si trovava a 203°
L’osservazione del miraggio è avvenuto sulla linea dell’orizzonte in corrispondenza al Faro di Punta Secca posto a 246° dal mio punto di osservazione.
Alla mia altezza il mio orizzonte marino distava circa: 47km
La mia posizione: Gatto Corvino – Marina di Ragusa (Rg) Sicily – Ita 36°48’45.1”N 14°33’59.8″E
Erano le 19:00 e mancavano 45 minuti al tramonto, il Sole si trovava a +7,9° alt e 280,6° Azimut.
Il Sole sarebbe tramontato alle 7:45 p.m. a 287,1°
Prima che apparisse il Miraggio della Fata Morgana, sull’orizzonte si è formata una striscia scura e fluttuante, si trattava del miraggio superiore della superficie marina.
La temperatura del mare era di circa 15 gradi e quella dell’aria intorno ai 18. Questa condizione di inversione termica favorisce i miraggi superiori se non son presenti forti correnti sulla superficie del mare e l’aria è ferma.
Si era formato quindi un condotto tra l’orizzonte reale e l’orizzonte ribaltato e dalla mia altezza potevo osservare ciò che stava all’interno, se mi fossi trovata più bassa o più alta forse non avrei assistito al fenomeno.
Serviva un oggetto all’interno del condotto così da osservarne il miraggio. Quel tratto interessato dal miraggio, era posta a 246° poteva essere lungo 3° o 4° gradi, non riprendeva alcuna costa o isola e quindi l’unico miraggio superiore osservabile era proprio quello dell’orizzonte.
Una nave cargo ha risposto alla mia esigenza.
All’interno del condotto, è entrata la nave che ha cominciato come a respirare: prima si assottigliava e poi si faceva più spessa…
fin quando non si è formata la sua stessa figura sopra di essa ma ribaltata: il Miraggio Superiore
Seguito poi da un triplo miraggio superiore:
Poco distante dalla nave e sempre dentro il condotto si presenta un miraggio su altra nave sicuramente posta oltre l’orizzonte. Questo miraggio era confuso al punto che solo ho potuto riconoscere che si trattava di una nave perché seguiva il passo della nave cargo presa prima in esame.
Questo miraggio era il Fata Morgana ed ha avuto una breve durata rispetto a tutto il resto che l’orizzonte stava insolitamente mostrando. E’durato pochi minuti e poi è svanito sia il miraggio della nave al di là dell’orizzonte e sia la nave stessa.
Essendo l’ora prossima al tramonto non ho mancato di riprenderlo (in realtà mi trovavo lì per riprendere il tramonto e godermi le fasi che lo precedono).
Il tramonto avrebbe potuto raccontare qualcosa in più sulle condizioni dell’atmosfera.
Effettivamente si è presentato un tramonto particolare, si nota nel video che il disco solare si è protratto per un tempo maggiore sulla linea dell’orizzonte e l’ultimo sottile lembo del Sole persisteva a lungo.
Dice A.T.Young che questo genere di tramonto è attribuibile a quello di tipo B descritto da Williard Fisher’s:
“The descending sun flattens below as it approaches the horizon, which is not easy to see under it, being comparatively dark.
The corners of the disk as it passes below the horizon are rounded, instead of projecting like the rim of a fish globe, until about midsunset;
then the remaining half-disk begins to show a rim, so that it looks for a time not unlike the `tin hat’ or trench helmet of the American Expeditionary Force.
This flattens down in the middle faster than it shortens horizontally,
becomes a line of light, and disappears in dots and dashes among the
waves, if the horizon is near. The disappearance is slow, not like
the vanishing of the spot at the end as in type A.”
A. T. Young scrive:
“Your video shows his “tin hat” form well at about 5:30.
The “line of light” develops around 6:20.
The true sea horizon becomes visible about 6:30.
As the bright line of light becomes thinner and fades, the duct is well marked about 6:56, where the true sea horizon is visible a
few minutes of arc below the top of the duct. The duct remains filled
by a miraged image of the distant sea.
If we count the beginning of the sunset as the 3:10 point where the lower
limb flattens, and the end as about 7:10 where the thin line fades away,
the duration of the sunset is about 4 minutes — which is certainly a
lot longer than the usual 2 minutes and about 40 seconds that is usual
at our latitudes. That’s certainly “slow”.”
Concludo con un disegno realizzato dal mio nipotino, Michele Tota, nel quale evidenzia, con un “gioco di parole”, la differenza tra i 3 miraggi.
Altre testimonianze fotografiche del Miraggio Fata Morgana in Italia:
- Stretto di Messina
- Isola di Linosa
- Monte Legnone e Pizzo Scalino (riprese da Alessandro Ceffa)
Luoghi in cui è stato avvistato il miraggio della Fata Morgana ma non sono presenti documentazioni fotografiche:
- Mazzara del Vallo
- Favignana
- Lago dei Tramonti (Redona – Pordenone)
- Lago di Averno (NA)
- Lago di Castel Gandolfo (RM) (osservato dal Minasi)
- Da Molfetta sul monte Gargano (osservato dal Giovene) chiamata la Lavandaja
Il Miraggio della Fata Morgana
MiragesColors Of The Sun
Single Sun:
The spiral shape allowed me to unify the two works (sun spiral and moon spiral) by composing a new symbolic image: a lemniscate.
PRESS:
49 Photos of the Sun Arranged to Showcase Its Impressive Array of Warm Hues
Colors Of The Sun
Side effects / Sunset&Sunrise ColorsForma e dimensione del disco solare
La luce del Sole viaggia come indisturbata nello spazio che lo separa dalla Terra fin quando non incontra la sua atmosfera.
Attraversare gli strati di atmosfera con differente densità, vuol dire per la luce, avere anche a che fare con gas, cristalli di ghiaccio, polveri, e acqua, elementi che ne modificano intensità, velocità e tragitto.
Dalla Terra, osserviamo oggetti celesti luminosi che non sono esattamente là dove dovrebbero vedersi e come dovrebbero vedersi.
Questa divergenza con la realtà la si riscontra soprattutto quando, volendo come esempio prendere in considerazione la nostra stella, il Sole è vicino all’orizzonte o alto in cielo.
Ho così effettuato un esperimento riprendendo con la macchina fotografica il Sole nei due momenti della giornata per confrontarli.
Il Sole alto in cielo
Supponiamo di essere al mezzogiorno locale e si sta osservando il Sole con le dovute precauzioni.
L’intensità della luce di un Sole posto alto in cielo è abbagliante per l’occhio umano, oltre che accecante, pertanto bisogna dotarsi di un filtro apposito (filtro astrosolar) sia per proteggere gli occhi che lo strumento di ripresa.
Con il Sole al meridiano quindi, la luce dovrà attraversare gli strati della nostra atmosfera in maniera quasi perpendicolare per giungere fino all’occhio dell’osservatore e questi strati avranno densità minore rispetto a quando invece, la luce, con il Sole prossimo al tramonto, attraversando in diagonale la nostra atmosfera, incontrando strati più densi, sarà sottoposta ad una traiettoria più lunga e “tortuosa”.
Seppur sempre presente, la rifrazione interviene in maniera impercettibile sugli astri posti allo zenit. Osservando infatti uno Star trail realizzato sulle stelle circumpolari, nonostante la correzione della deformazione dell’obiettivo, otterremo una traccia che, piuttosto che essere circolare, ha una forma ellissoidale proprio perché le stelle che si avvicinano all’orizzonte, subiscono un rallentamento e la loro traiettoria viene come frenata dalla rifrazione.
Il Sole al suo culmine, quindi, raggiunge un’altezza tale in cui la rifrazione diventa trascurabile.
In effetti, ruotando, su PS, il ritaglio di Sole fotografato al culmine si nota come il diametro angolare verticale e quello orizzontale (diametro angolare medio 32’) siano identici mantenendo quindi la forma di un cerchio perfetto.
Alla mia latitudine il Sole, ripreso al passaggio al meridiano durante il solstizio d’estate, raggiunge i 77° che è la sua massima elevazione e potrebbe essere il Sole meno rifratto dell’anno, sempre che ci siano condizioni ottimali di trasparenza e visibilità.
Il Sole prossimo all’orizzonte
Sotto i 10 gradi e al tramonto, la temperatura dell’aria subisce continui cambiamenti sia tra i vari strati che nei vari strati per via dell’indebolimento dell’intensità della Luce del Sole e quindi anche del calore.
L’estinzione atmosferica e quindi la diminuzione di luminosità, diventa massima al sorgere e al tramonto degli astri.
A conferma di ciò, non ho avuto più necessità del fìltro astrosolare per riprendere il Sole prossimo all’orizzonte.
Impostando nella mia fotocamera 100 ISO e f/8, gestisco solo i tempi per inseguire il disco solare e il graduale indebolimento della sua luce.
La polarizzazione, l’assorbimento e diffusione (Scattering), intervengono creando questo sbalzo così importante di luminosità attenuando il bagliore del Sole, donando una colorazione che va dal giallo, al rosso, al violetto.
Delle volte l’estinzione è di portata tale che la forma del Sole è ben visibile ad occhio nudo e, se presenti, mostra anche le macchie solari.
Il Sole, avvicinandosi all’orizzonte (da circa 0,4° sopra l’orizzonte) comincia a deformarsi e più precisamente, subisce uno schiacciamento sui lembi superiori ed inferiori (come mostrato al minuto minuto 54 del filmato che segue)
Appiattendosi, assume una forma ellissoidale dai bordi frastagliati (sembra che l’ellisse sia una forma apprezzata nell’universo, più del cerchio).
La rifrazione è responsabile di questa deformazione che, come abbiamo detto, agisce in tutti gli strati dell’atmosfera fino allo strato adiacente al suolo.
Affiancando o sovrapponendo il Sole al tramonto con il disco Solare ripreso, nello stesso periodo dell’anno, durante il passaggio al meridiano otteniamo un confronto visivo di quanto la rifrazione possa incidere.
La rifrazione atmosferica che allo zenit è pari a 0°, raggiunge un valore di circa 34’ all’orizzonte e per questo il Sole viene appiattito di circa 5’ (1/6 del diametro apparente) e il suo diametro angolare verticale è di circa 27’ contro i 32’ (diametro angolare medio).
L’altezza in cui è posto l’osservatore è molto rielevante, infatti più ci si innalza e più lo schiacciamento diventa pronunciato.
Che il lembo inferiore risulti sempre più schiacciato di quello superiore è comprensibile se si prende in considerazione, la rifrazione atmosferica dettata dalla temperatura, umidità e pressione che varia in maniera repentina a ridosso del suolo o del mare e quindi i 32’ di diametro angolare verticale, del Sole subiscono una differente rifrazione.
Come si vede nel confronto tra il Sole ripreso a 70° (dal minuto 0:54 in poi), la rifrazione sembra non intervenire affatto nel diametro orizzontale del Sole che rimante intaccato da tutta questa turbolenza.
Possiamo quindi affermare che la rifrazione non sposta l’azimut di un astro ma solo l’altezza.
Essa tende a spostare gli oggetti celesti osservati, verso il meridiano locale aumentando il suo angolo di elevazione e lasciando invariato l’angolo di azimut.
Quindi, in base alle condizioni meteorologiche della bassa troposfera e tra l’aria e la terra o il mare, dati dai fattori di pressione, umidità e temperatura, la rifrazione può essere più o meno accentuata generando un tramonto come uno spettacolo differente ogni giorno.
Queste variazioni sono la causa dei miraggi ed infondo, la deformazione del Sole, è un miraggio così come la sua presenza sulla linea dell’orizzonte in quanto, mentre lo osserviamo che affonda nel mare, lui è già sorto dall’altra parte dell’orizzonte.
La rifrazione quindi, in maniera imprevedibile, anticipa l’alba e ritarda il tramonto in maniera differente nelle diverse latitudini considerando come alba e tramonto l’esatto momento in cui il centro del disco solare tocca la linea dell’orizzonte.
Alle latitudini italiane, godiamo del privilegio di osservare, il Sole lambire l’orizzonte, nella sua interezza mentre in realtà lui è già sotto l’orizzonte.
Ma se consideriamo i poli, loro avranno sull’orizzonte, per circa 4 giorni, un “Sole fantasma”.
La nostra percezione visiva, ci porta anche a credere che così come la Luna, il Sole, quando è vicino all’orizzonte ci appare più grande. Ciò avviene perché sottoponiamo l’immagine del Sole a confronto con case, palazzi, alberi o come ad esempio, il faro di Punta Secca (Rg) presente nella foto.
Inoltre, vicino all’orizzonte percepiamo il tragitto apparente del Sole perché si muove rispetto ad oggetti terrestri fermi.
Anche per la Luna:
Forma e dimensione del disco solare
Side effectsPareidolia
A Ginosa (Puglia-Italia), c’è un ulivo millenario il cui tronco ha la forma di un volto di un uomo anziano e saggio, scolpito dalla natura nel tempo. La gente del posto lo ha chiamato “l’ulivo pensante”. Un ulivo che pensa da oltre mille anni.
In tutti questi anni l’olivo avrà visto molte cose cambiare intorno a sé, sia in terra che in cielo.
Si ritiene che la coltura dell’olivo risalga intorno al VII sec. a.C. e un ruolo determinante hanno svolto i primi flussi migratori greci, con una forte espansione nel corso della dominazione romana della superficie olivetata.
Sicuramente, quando l’olivo fu piantato, la posizione della stella polare di allora era spostata di alcuni gradi rispetto ad oggi e anche l’equinozio avrà avuto uno spostamento considerevole lungo la linea dell’eclittica.
Per questo motivo, ho realizzato 2 versioni di questo lavoro fotografico:
- L’ulivo e il cielo con la traccia delle stelle.
Si tratta di 3 ore di ripresa complessive, 320 scatti eseguiti dalle 6:56 pm alle 9:01 pm 20 sec.
- L’ulivo e il cielo con le stelle fisse, così come si presentava alle ore 20:13 pm nel momento in cui è apparso in cielo un bolide.
Su questo scatto ho sovrapposto un alone che svela le stelle presenti in quella posizione ma in movimento. Si tratta quindi della traccia (somma di 320 scatti in 3 ore) delle stelle circumpolari più prossime alla Polare. Ho scelto così di riportare tutti i tempi presenti in uno scatto: gli oltre mille anni dell’ulivo, le 3 ore di rotazione della Terra attorno al proprio asse, i pochi secondi che ha impiegato un bolide ad attraversare il cielo e l’attimo di posa di uno dei tanti ben meno longevi uomini, che si è soffermato ad indovinare i pensieri di questo ulivo… pensante.
In Ginosa (Puglia-Italy), there is a millenary olive tree whose trunk has the shape of the face of an elderly and wise man, sculpted by nature over time. Locals have called it “the thinking olive tree.” An olive tree that has been thinking for over a thousand years.In all these years this olive tree must have seen many things change around it, both on earth and in the sky.
The cultivation of the olive tree in Puglia dates back to around the 7th century BC and the first Greek migratory flows before and the Roman domination after, played a decisive role in the olive growing area.
Surely, when the olive tree was planted, the position of the North Star at that time was a few degrees shifted as compared to today’s relative position and the equinox also has had a considerable shift along the ecliptic line.
For this reason, I made 2 versions of this photographic work:
– The olive tree and the sky with the Star Trail.
This is a total of a 3 hours shooting set, 320 shots (20 sec) taken from 6:56 pm to 9:01 pm
– The olive tree and the sky with fixed stars, as it appeared at 8:13 am when a fireball appeared in the sky.
On this shot I superimposed a halo that reveals the trace of the circumpolar stars closest to Polaris. So I chose to condens in one shot all the times: the over a thousand years of the olive tree, the 3 hours of rotation of the Earth around its axis, the few seconds it took a fireball to cross the sky and the moment of pose of one of the many less long-lived men, who stopped to guess the thoughts of this… thinking olive tree.
Pareidolia is the tendency to interpret the appearance of an observed object as something else, known to the observer. Pareidolia is to recognize a swan (a Cygnus) on the vertical of a millennial olive tree that thinks about what Pareidolia is.
Pareidolia: EPOD December 2019
Pareidolia
AstroPhotos / Side effectsUn Sole grande quanto un faro?
Sorprende sempre vedere un Sole grande quanto un elemento terrestre come un edifico, una persona, un albero.
It is always surprising to see a Sun as large as a terrestrial element such as a building, a person, a tree.
Siamo abituati ad osservare oggetti sulla terra che “cambiano dimensione” in base alla distanza dall’osservatore. Se inquadro un edificio e faccio 50 passi indietro, entreranno nell’inquadratura più componenti dell’edificio. Se inquadro la Luna e faccio anche 1000 passi indietro, avrò nell’inquadratura la Luna nella stessa dimensione.
Per un osservatore sulla Terra, gli astri, non variano la loro apparente dimensione angolare.
Ogni astro ha, approssimativamente, uguale distanza dall’osservatore terrestre in qualsiasi parte della Terra ci si trova. Inquadrando, a pochi metri dal faro, con un teleobiettivo di 600 mm, il Sole in allineamento con la lanterna del faro, nell’inquadratura vedrò l’intero disco solare con una piccola porzione della lanterna. Se invece mi distanzio del faro di 3 km così come nella foto, vedrò il Sole che occupa lo stesso spazio all’interno dell’inquadratura ma insieme al faro ripreso dalla base fino alla lanterna. Se mi distanzio ancora, finchè la curvatura terrestre mi permette la visibilità del faro, riuscirò a far coincidere sia il faro che altri particolari del paesaggio intorno, dentro il disco solare.
We are used to observing objects on Earth that “change size” based on the distance from the observer. If I frame a building and take 50 steps back, more building components will enter the frame. If I frame the Moon and take even 1000 steps back, I will have the Moon in the same dimension in the frame.
For an observer on Earth, the stars do not vary their apparent angular size.
Each celestial body has, approximately, equal distance from the terrestrial observer in any part of the Earth you are. By framing, a few meters from the lighthouse, with a 600 mm telephoto lens, the Sun in alignment with the lantern of the lighthouse, in the frame I will see the entire solar disk with a small portion of the lantern. If, on the other hand, I distance myself from the lighthouse by 3 km as in the photo, I will see the Sun occupying the same space within the frame but together with the lighthouse taken from the base to the lantern. If I distance myself further, as long as the earth’s curvature allows me to see the lighthouse, I will be able to make both the lighthouse and other details of the surrounding landscape coincide, inside the solar disk.
In queste immagini osserviamo le proporzioni Sole/faro con foto scattate a distanze differenti dal faro:
Sembra una illusione, una magia ma è anche il motivo per cui ci sorprende l’alba della Luna piena. Il disco lunare si innalza sopra elementi terrestri, che se posti distanti dall’osservatore, fanno apparire la Luna gigante e più vicina poichè messa a confronto con oggetti terrestri. Eppure, quando la Luna o il Sole sono bassi all’orizzonte, riducono in maniera impercettibile, la loro apparente dimensione per effetto della rifrazione.
Su questo link ho messo a confronto il Sole al Culmine e sulla linea dell’orizzonte:
It seems an illusion, a magic but it is also the reason why the dawn of the full moon surprises us. The lunar disk rises above terrestrial elements, which if placed far from the observer, make the Moon appear giant and closer as compared with terrestrial objects. Yet, when the Moon or the Sun are low on the horizon, they imperceptibly reduce their apparent size due to refraction.
Nell’immagine sottostante, in basso e in primo piano, si notano dei bagnanti messi in fila sulla battigia. In realtà, così come il Sole che sembra essere proprio dietro il faro, nell’inquadratura non percepiamo la distanza di profondità che separa una persona dall’altra pertanto ci appaiono come sistemate in fila uno accanto all’altro. Anche le stelle danno l’illusione di essere talmente vicine tra loro che le raggruppiamo in costellazioni nonostante tra di esse ci sia notevole distanza.
Below, in the foreground, you can see bathers lined up on the shoreline. In reality, just like the Sun that seems to be right behind the lighthouse, in the frame we do not perceive the distance of depth that separates one person from the other, therefore they appear to us as arranged in a row next to each other. Even the stars give the illusion of being so close to each other that we group them in constellations despite the fact that there is considerable distance between them.
Un Sole grande quanto un faro?
Horizon and VisibilityaMOONite
Una curiosa forma di Ammonite è quella presentata in questa immagine in cui sono sovrapposte 7. Immagini di Luna riprese nell’arco di circa 6 ore.
L’effetto è dato dalla rotazione apparente, della Luna avente come perno il centro della superficie lunare esposta verso la Terra.
This “Ammonite” shaped image of the Moon is the result of 7 different overlapping images of the Moon taken for about 6 hours.
The effect is due to the apparent lunar rotation with the center of the lunar surface, exposed to Earth, as its pivot.
Apparente perché in realtà è l’osservatore sulla superfice terrestre ( alla mia latitudine) a ruotare assieme alla Terra e ad osservare quindi, durante la notte, ruotare la faccia visibile della Luna.
It is an apparent rotation, because it is actually the observer on the earth’s surface, at his latitude, to rotate together with the Earth and therefore observes the rotation of the visible face of the Moon, during the night.
A partire dalle 20:15 del 10 febbraio 2020, tenendo la macchina fotografica, su un 3 piedi parallela all’orizzonte, ho catturato la Luna ogni ora fino alle 2:15 dell’11 febbraio.
7 scatti che raccontano il differente orientamento della Luna mentre attraversa il cielo.
I shot the Moon every hour, from 20:15 on February 10, 2020 to 2:15 on February 11, 2020, with the camera mounted on a tripod to be parallel to the horizon.
These 7 shots show the different orientation of the Moon as it crosses the sky.
Nell’arco di 12 ore è possibile anche assistere, per un attento e scrupoloso osservatore, ad una tipologia di librazione definita “librazione diurna“.
Within 12 hours it is also possible to see, for a careful and scrupulous observer, a type of libration called “Diurnal Libration”.
Cosa è la librazione?
La luna è un satellite sincrono poiché il periodo di rotazione della Luna attorno al suo asse è uguale a quello di rivoluzione attorno alla Terra ed è per questo che, dalla Terra vediamo sempre la stessa faccia ma essendo che, per la I legge di Keplero, la Luna descrive un’orbita ellittica intorno alla Terra, ci sarà un momento in cui sarà più vicina (Perigeo) ed uno in cui sarà più lontana (Apogeo). E come enunciato dalla II legge di Keplero, quando è più vicina ruota più velocemente e quando è più lontana ruota più lentamente.
Questo fa sì che, mentre il movimento di rotazione della Luna mantiene una “conservazione del momento angolare” il movimento di rivoluzione della Luna attorno alla Terra non è costante.
Questa variabilità oltre a considerare che l’orbita della Luna è inclinata al piano eclittico e all’equatore terrestre di circa 5 gradi, crea dei movimenti (in longitudine e latitudine selenografica) detti Librazioni ci permettono di sbirciare un po’ più della Luna (il 59% della sua superficie rispetto al 50%) durante un mese Anomalistico (ovvero il tempo che la Luna impegna per passare da un Perigeo all’altro, circa 27,5 giorni).
The Moon is a synchronous satellite since the period of rotation around its axis is equal to that of the revolution around the Earth, which is why we always see the same face from the Earth. Now, according to Kepler’s I Law, there will be a time when the Moon, during its elliptical orbit around the Earth, will be closer (Perigee) and one when it will be further away from Earth (Apogee). And, as stated in Kepler’s II Law, when the Moon is closer, it will rotate faster and when it is farther away, it will rotate more slowly.
So, since the speed of revolution of the Moon around the Earth is not constant (this variability is called “Libration”), this will allow the observer to see a little more of one half of the lunar surface during an Anomalistic Month (i.e. the time that the Moon takes to pass from one Perigee to the other, that is about 27.5 days).
Seppur in maniera marginale, la posizione di un osservatore sulla Terra influenza la possibilità di osservare qualcosina in più (1°) della Luna nell’arco di 12 ore: al sorgere della Luna, si distingue un po ‘più della porzione est (o superiore) della luna; e quando è alta in cielo mostra un pò più della porzione ovest .
Now, while the Libration in latitude and longitude, normally takes about 27.5 Earth days (the days between 2 Perigee), a careful observer can identify a particular type of libration, called “Diurnal Libration”, also displayed within 12 hours. During 12 hours, the Diurnal Libration shows, in an almost imperceptible way, a further thinner portion of the Moon (about 1 °).
Qui è possibile tentare di cogliere, sia il passaggio di fase che, la librazione diurna tra la prima e l’ultima Luna (a distanza di 11 ore).
At the following link you can find the single images of the Moon that created the “Ammonite”, so that you can try to observe both the advancing phase and the Diurnal Libration.”
In questo video ho “raddrizzato” le due lune per farle combaciare e quindi rendere più osservabile il confronto.
aMOONite
Side effectsSi possono vedere tutte le fasi lunari di giorno? Sì
“Maestra, la la Luna si trova in cielo solo di notte e non si vede di giorno in tutte le fasi.”
In tanti anni di insegnamento nella scuola primaria mi è capitato che gli alunni mi facessero questa osservazione.
Effettivamente molti libri rappresentano la Luna come un elemento celeste che appartiene esclusivamente alla notte.
Invece la Luna tutti i giorni, per un lasso di tempo, fa compagnia al Sole durante la sua permanenza giornaliera in cielo.
Per dimostrarlo e documentarlo attraverso le foto, ho ripreso la Luna in tutte le sue fasi ponendomi la regola di catturarla solo quando in cielo sarebbe stato presente il Sole sopra l’orizzonte.
Le Lune quindi nell’immagine che propongo, presentano tutte uno sfondo con varie tonalità di cielo diurno.
Le fasi in cui la Luna è presente in cielo ma la sua visibilità è al limite dell’occhio umano, sono le fasi che anticipano o precedono il Novilunio.
La falce di Luna è molto sottile e bisogna conoscere la posizione esatta della Luna per riuscire a scorgerla.
In questa sequenza son riuscita riprendere una sottile falce di luna crescente con l’1.2% di illuminazione
La fase di Luna Nuova è la fase che accompagna il Sole nel suo tragitto diurno.
E’ quindi presente in cielo ma non visibile. E’ vero, non è visibile, tranne in una occasione: possiamo avere testimonianza visiva della presenza della Luna nuova in cielo durante le eclissi di Sole.
Ho quindi inserito uno scatto, ripreso sempre dall’Italia, dell’eclissi parziale di Sole avvenuta nel marzo 2015. La foto è stata scattata con il solo ausilio del filtro naturale: le nubi. Il disco lunare si manifesta ben visibile sovrapposto quello solare.
Segue il video realizzato durante l’eclissi parziale, con gli alunni della Scuola Primaria di Cortina d’Ampezzo usando anche la tecnica del Pin Hole:
La Luna piena essendo in opposizione al Sole, sorge al tramonto del Sole e cala all’alba del giorno dopo.
In pratica, il Plenilunio sarebbe la fase in cui i due astri non si incontrano mai in cielo
Ma non tutte le Lune piene sorgono poco dopo che il Sole è tramontato e viceversa:
Ho atteso la Luna piena di questo mese poiché sorgeva qualche minuto prima che il Sole tramontasse.
Anche all’alba del il giorno seguente ho tentato la ripresa ma essendo nuvoloso ho inserito nella mia sequenza, una Luna catturata qualche anno fa che tramontava dopo che il sole era sorto.
Ho voluto inserire due fasi della Luna al Crepuscolo. Anche se avrei potuto riprenderle con il Sole sopra l’orizzonte, ho voluto sperimentare una ripresa della falce con il cielo interessato dalla luce diffusa del Sole in cielo ancora sotto l’orizzonte. Le falci del 26/1 e del 21/1 sono state riprese rispettivamente, 15 minuti dopo il tramonto e 15 minuti prima dell’alba.
Per rendere anche più fedele questo tipo di lavoro mi sono imposta di riprendere quante più fasi possibili, con le stesse impostazioni della macchina fotografica.
Tutte le foto hanno avuto lo stesso tipo di elaborazione
Ho utilizzato queste regole per ottenere un confronto più affidabile delle colorazioni del cielo e delle gradazioni di azzurro-blu.
Tutte le foto quindi seguono queste impostazioni:
canon sx 60hs, f8, 1/200 sec, ISO 100, 247mm
Fanno eccezione:
la luna del 21/2 : 1/15 sec
la luna del 26/1: 1/50 sec.
la luna del 27/1: 1/160 sec.
la luna del 9/3: 1/15 sec
la luna del 11/2: 1/125 sec.
la luna dell’eclissi di Sole.
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– the Moon during the solar eclipse.
Si possono vedere tutte le fasi lunari di giorno? Sì
AstroPhotosAll Moon’s Phases: The Synodic Month in August 2019
Il mese di aprile sarà caratterizzato da una particolarità che accade ogni 29 mesi circa: si verificheranno 2 noviluni, l’1 aprile e il 30 aprile.
Il mese di Aprile accoglierà quindi un intero mese lunare con due lune nuove.
Il mese lunare, cioè il mese sinodico, ha una durata di circa 29,53 giorni e quindi è più breve di un mese solare che infatti dura 30 o 31 giorni (tranne che per febbraio negli anni non bisestili).
Può così accadere che, quando un novilunio si verifica il primo del mese, ne cadrà un secondo alla fine dello stesso mese.
A causa del fuso orario, non si verificherà in tutto il mondo nello stesso mese.
Questa particolarità è accaduta l’ultima volta nell’agosto del 2019 e, agevolata dalle condizioni meteorologiche favorevoli, son riuscita a fotografare tutte le fasi e a raccoglierle in questo pannello, che mostra quindi un intero mese sinodico contenuto all’interno del mese di agosto.
Il mese di agosto 2019 ha contenuto in sé tutte le fasi lunari al completo,un mese sinodico quindi contenuto in un mese di calendario.
Altra particolarità è che nello stesso mese si son presentati due nuviluni, un fenomeno che accade ogni 29 mesi. Questa seconda “New Moon” in un mese, viene definita Black Moon.
Ho scelto di tentare, in questo mese, di raccogliere tutta la lunazione completa confidando nella calda e secca estate Siciliana..
Così è stato. Sono riuscita a riprendere tutte le fasi giorno per giorno da Ragusa (Sicily).
Nell’immagine in alto presento tutte le Lune raccolte e con esse riporto la didascalia con l’esatta età di ogni Luna nel momento dello scatto.
Ho volutamente lasciato intorno alle “Thin Moon” un alone con il colore del cielo che racconta la loro breve permanenza in cielo poco prima dell’alba o poco dopo il tramonto.
Anche le lune hanno colori differenti e ciò è dovuto all’altezza del nostro satellite nel momento dello scatto. La luna del 22 agosto, ad esempio, è molto rossa perché era appena sorta e quindi sotto effetto di Scattering e rifrazione.
La Luna nuova, l’ho voluta invece rappresentare usando la parte di Luna cinerea che ho ripreso durante una delle ultime fasi di Luna Calante.
Anche il Novilunio del 30 Agosto è stato rilevante poichè si è trattato di una Super New moon: la Luna Nuova era al Perigeo e quindi ad una minima distanza dalla Terra ( 357.314 Km).
La prossima volta che si verificheranno due noviluni in un mese, da noi, sarà nel mese di dicembre del 2024.
Nell’immagine sottostante ho voluto accoppiare le fasi opposte della Luna rispetto al Plenilunio.
All Photos:
Thin Moon and colors of the sky
La sottile falce di Luna che si è presentata la mattina del 29 agosto, presentava la forma a Barchetta o “Luna Coricata”, con entrambe le cuspidi rivolte verso l’alto e la falce illuminata parallela all’orizzonte
Cinerea Moon
La Luna Cinerea sorge sul monte Pelmo (Belluno – Italy) 2015
COMPARISON “MONN LIGHT”
The shift of the lunar twilight
Il Terminatore della Luna è quella linea che separa la zona in ombra da quella illuminata dalla luce del Sole.
Intorno al terminatore, quindi nel crepuscolo lunare, è possibile distinguere mari e crateri in maniera dettagliata e tridimensionale grazie all’effetto luci/ombre che svelano tutti i corrugamenti del suolo lunare visibili dalla Terra.
Il Terminatore si sposta con una velocità di circa 16Km/h lungo la linea dell’equatore lunare equivalente a circa 8 secondi di arco l’ora.
Ecco come il terminatore scopre il Sinus Iridum nell’arco di 3 ore solari.
Software: Mooncal.org
Oltre all’aiuto del Software per risalire all’età della Luna, ringrazio Giuseppe De Donà che mi ha successivamente fornito un programmino da lui realizzato per calcolare in maniera esatta l’età della Luna.
https://moon.nasa.gov/resources/154/moon-phase-and-libration-2018/
All Moon’s Phases: The Synodic Month in August 2019
AstroPhotos“Soligrafia” sul Monte Pelmo
Questa la posizione / My position
Guardare ogni giorno il punto in cui il Sole tramonta o sorge ci fa sperimentare che il Sole non tramonta sempre a occidente o sorge sempre a oriente e se potessimo raccogliere tutti i soli nel momento in cui toccano l’orizzonte marino nell’arco di un anno, vedremmo questi soli muoversi lungo la linea dell’orizzonte, rispetto all’ovest, a nord quando ci avviciniamo al solstizio d’estate e a sud quando ci avviciniamo al solstizio d’estate d’inverno.
Questa linea è chiamata “Amplitudine occasa”
Prendere appuntamento con il sole che sorge o tramonta sulla linea dell’orizzonte marino è molto semplice, basta consultare un almanacco e presentarsi davanti all’orizzonte all’ora stabilita ma quando l’orizzonte visibile è il profilo di una montagna allora la cosa cambia.
Per più di un mese il Pelmo è stato il mio orizzonte dove ogni giorno vedevo tramontare il sole.
Ero nel periodo del solstizio d’inverno e avevo notato che il sole stava tramontando sul lato sinistro della montagna.
Da qui l’idea di sfruttare il movimento quotidiano del Sole e filmare, con un teleobiettivo dotato di filtro astrosolare, il Sole quando, al tramonto, avrebbe mostrato il profilo delle rocce.
Dal 12 gennaio 2018, ogni giorno, ho atteso che il Sole si mettesse alle spalle del Monte Pelmo.
A differenza della ripresa del disco solare al tramonto su un orizzonte marino, ho avuto necessità quindi dell’utilizzo di un filtro solare per poter effettuare gli scatti, essendo il Sole ancora molto alto quando tocca la montagna.
Ho scattato nel momento stesso in cui il Sole ha toccato il bordo della roccia.
Fotografare il tramonto tutti i giorni mi avrebbe permesso di ricostruire come un puzzle il profilo dell’intera montagna.
Ogni giorno il Sole, proprio come un pittore romantico, ha svelato nuovi pezzi del profilo della montagna.
Così ho seguito il tramonto per poco più di un mese, non avevo bisogno di un appuntamento con un orario programmato dagli almanacchi, dovevo sottomettermi alle vette e ai pinnacoli dolomitici per poter attendere l’istante esatto in cui il Sole avrebbe attraversato loro.
L’immagine finale è quindi la sagoma del Monte Pelmo disegnata dal disco solare al tramonto. Si tratta della somma di 15 diversi Tramonti (dal 12 gennaio al 21 febbraio 2018).
Gli spazi dove non c’è il Sole sono dovuti alla presenza delle nuvole.
Nei giorni 11, 16, 20 e 22 febbraio ho potuto inserire più immagini del Tramonto perché l’inclinazione della roccia era parallela al percorso del Sole. In particolare il 15 febbraio il Sole, come un alpinista, ha seguito tutta la ripida dorsale della montagna. La mia posizione di scatto è sempre stata la stessa durante tutto il periodo.
La mia posizione di scatto era sempre la stessa durante tutto il periodo.
Non vi è quindi ulteriore calcolo per effettuare l’ora esatta del tramonto in quanto non è presente alcuna rifrazione.
T
Making an appointment with the sun rising or setting on the marine horizon line is very simple, just consult an almanac and present yourself in front of the horizon at the established time but when the visible horizon is the profile of a mountain then the thing changes.
Looking every day at the point where the Sun sets or rises makes us experience that the Sun does not always set in the west or always rises in the east and if we could collect all the sun the moment they touch the marine horizon over a year, we would see these suns move along the line of the horizon, relative to the west, north as we approach the summer solstice, and south as we approach the summer solstice winter. This line is called “Occasive Amplitude”
I lived a period of my life in the Venetian Dolomites and I found accommodation with a south/west view of one of the most evocative mountains of the Dolomites: the Pelmo.
Pelmo was my horizon where I would see the sun set every day.
I was at the time of the winter solstice and I had noticed that the sun was setting on the left side of the mountain.
Hence the idea of exploiting the daily movement of the Sun and filming, with a telephoto lens equipped with an astrosolar filter, the Sun when, as it was setting, it would show the profile of the rocks.
Photographing the sunset every day would have allowed me to reconstruct the profile of the whole mountain like a puzzle. So I followed the sunset for just over a month, I didn’t need an appointment with a time programmed by almanacs, I had to submit to the Dolomite heights and pinnacles to be able to wait for the exact moment in which the Sun would cross them.
The final image is therefore the silhouette of Mount Pelmo designed by the solar disk at sunset.
The final image is the sum of 15 different Sunsets (from 12 January to 21 February).
The spaces where there’s no Sun are due to the presence of clouds. On 11, 16, 20 and 22 February I was able to insert more pictures of the Sunset because the rock