La forma della Terra sperimentata con una PIATTA-FORMA

Dare spazio e parlare di teorie terrapiattiste sembra dover mettere in discussione nuovamente la teoria consolidata della forma del nostro pianeta.

Parlare della terra piatta nel 2023 è ridicolo e lo diventa quasi anche chi ne continua a dimostrare la sfericità.

Tuttavia, ritengo che più che la teoria sia da prendere in analisi l’assurdità di negare qualcosa che l’uomo ha già avuto modo di verificare più volte e che, quando vuole, può continuare a trovare conferma semplicemente osservando…

Perché negare quindi l’evidenza?

L’unico movente che fa urlare a gran voce con convinzione che una cosa comprovata sia in realtà falsa è il semplice fatto che potrebbe fare più notizia se la si rimette in dubbio piuttosto che unirsi al resto del mondo che la prende come affermazione talmente vera che non vale più la pena mettere in discussione…

Ma perché negare l’evidenza?

Se si mette in discussione la forma della Terra, si attira l’attenzione su di sé più di quanto si potrebbe fare affermando che la Terra è una sfera, un geode di rotazione…

In “sintesi sintetica”: a chiunque piace essere uno dei pochi piuttosto che uno dei tanti

Credo che si nasconda questo dietro il desiderio di dire che non siamo mai stati sulla Luna, che la Terra sia piatta e continuando a farsi portavoce di questa teoria e familiarizzando con dimostrazioni tipiche, la persona arriva a convincersi che quel che millantava per convenienza di visibilità sia la “reale realtà”.

Fatta questa premessa per lungo tempo ho tralasciato, per non dare troppa importanza,  le varie segnalazioni di uso improprio del mio sito e delle mie foto durante le conferenze nazionali dei terrapiattisti italiani finché non ho scelto di accogliere una proposta di un lavoro prettamente didattico che vuole essere un invito all’osservazione, che evidenzia la percezione della curvatura terrestre e che dimostra effetti di rifrazione in base alla quota di osservazione.

Un esperimento semplice che chiunque può ripetere portandosi con sé anche un semplice bionocolo.

 

e così…

ho realizzato un lavoro fotografico, commissionato dall’astrofisico Paolo Colona dell’Accademia delle Stelle, per corredare la sua stesura di 10 motivazioni per cui la terra non è piatta (si narrerà nel 4056 che nel 2023 ne avessimo ancora bisogno).

e…forse fu per gioco o forse per amor…dell’ironia, il soggetto che ho scelto per questo lavoro è una PIATTA-FORMA.

Si tratta della Piattaforma Vega, posta tra la Sicilia e le isole maltesi, a largo delle coste ragusane.

 

 

 

POSIZIONE PIATTAFORMA VEGA

Longitudine (WGS 84) 14,625491
Latitudine (WGS84) 36,540638

https://goo.gl/maps/QJenf9V2UFFhnapb8

Altezza Piattaforma Vega: 69 mt

Distanza dalla costa: circa 12 miglia o 22 Km a largo di Pozzallo

 

La scelta è ricaduta, oltre che per il nome, anche per una caratteristica: è fissa in un punto sul mare posto ad una distanza tale che dalla costa di Marina di Ragusa e più precisamente, a partire dal livello del mare, io potevo fotografarla perché visibile sull’orizzonte e quindi, partendo dalla spiaggia e inerpicandomi per le dolci salite che risalgono gli altipiani iblei, avrei potuto fotografare la Piattaforma a varie altezze di punti di osservazione.

 

 

 

0,5 mt slm

Posizione

Il punto più basso da dove ho fotografato è su una spiaggia del lungomare di Marina di Ragusa.

Dal livello del mare, sono visibili solo le gru della piattaforma Vega, la restante parte della Piattaforma è nascosto sotto la curvatura terrestre, sotto il nostro orizzonte visibile posto ad una distanza di poco più di 3 km.

E’ vero, la piattaforma non è a 3 km di distanza ma se consideriamo la sua altezza dal livello del mare, circa 69 mt, ecco che allora, non vediamo la piattaforma dalla base ma solamente le estremità.

 

1,5 mt slm

Posizione

A questa altezza notiamo l’effetto della rifrazione che ha dato origine ad un miraggio inferiore e parte delle gru appaiono ribaltata sulla linea dell’orizzonte.

 

 

 

3 mt. slm

Posizione

Essendoci alzati di livello, osserviamo anche la Piattaforma ed essendo che ci siamo posti sopra la linea di scambio di temperatura che ha generato la rifrazione, il Miraggio inferiore non è posto più sulle gru ma appare sul corpo della Piattaforma.

 

 

6 mt. slm

Posizione

Sempre più parti della Piattaforma sono visibili ed anche la linea del miraggio si è spostata più in basso

 

30 mt. slm

Posizione

Ci siamo sollevati al punto che risulta visibile la piattaforma quasi dalla base. Abbiamo anche superato la linea del miraggio che quindi non è più posta sopra l’orizzonte.

 

55 mt. slm

Posizione

 

 

100 mt slm

Posizione

Ecco che la linea dell’orizzonte non è più posta alla base dell’immagine della Piattaforma ma è dietro di lei. Ciò vuol dire che stiamo osservando la Piattaforma a Partire dalla sua base.

 

 

180 mt. slm

Posizione

 

 

300 mt slm

Posizione

 

La linea dell’orizzonte sta quasi superando anche l’estremità della gru che risulta ancora con lo sfondo del cielo, la stessa estremità che vedevamo quando era stata fotografata a 0,5 mt slm.

 

515 mt. slm

Posizione

Il punto più distante è posto ad una quota di circa 500 mt di altitudine. Ormai il cielo non fa più da sfondo alla piattaforma ma il suo sfondo è il mare.

Da questa quota, innalzandoci ancora vedremo una prospettiva diversa della Piattaforma ma pur sempre immersa nello sfondo del mare.

 

Tutto questo non sarebbe possibile se vivessimo in una terra piatta.

Ringrazio Paolo Colona per questa collaborazione e suggerisco i suoi approfondimento su questo lavoro nel sito di Accademia delle Stelle

 

Il video animato:

 

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