OMBRE DI LUCE esposizione 2022

Ombre di luce racconta la fredda e solo apparente familiarità tra il guardare, il vedere e l’osservare, tutti parenti accomunati dal senso della vista ma ben diversi tra loro. E tutti hanno in comune un unico “nemico”: la distrazione.

L’illusionista, ad esempio, si serve della distrazione cui è prono, spesso, il nostro senso della vista, per farci apparire realtà distorte e fallaci. E laddove “guardare” significa semplicemente posare lo sguardo su un oggetto, si può anche guardare senza vedere.

“Vedere” è un passo ulteriore rispetto al semplice guardare: è farsi un’idea sull’oggetto, intuire, percepire il contesto in cui si trova.

“Osservare” è andare ancora oltre: è porre attenzione, rendersi consapevoli, considerare, incuriosirsi oltre l’intuizione, è porsi domande, è non rispondersi automaticamente con il sistema di conoscenze che già si è acquisito ma anche arrivare a riconsiderarlo o ampliarlo o contestarlo o confrontarlo e riconfermarlo, ma dopo averlo anche rimesso in discussione.

 

Ed è qui che “Ombre di luce” vuole indurre il visitatore: ad andare oltre il guardare/vedere/osservare: vuole sospingere con inavvertita mano l’osservatore ad attivare la propria fantasia e immaginazione infantile, quella che gli anni da adulto hanno ricoperto con la cenere della prosa e il cinismo della vita quotidiana, la vera differenza tra un giovane e un vecchio (vecchio, non un anziano saggio), perché anche in un ampio campo di osservazione, com’è il cielo, prossimo o profondo, possiamo con felicità bambina abbandonarci alle nostre (spesso troppo sopite o annichilite dal tempo) capacità di immaginazione e scoprire com’è bello e necessario tornare a meravigliarci.

Osservare attraverso, un cannocchiale, un telescopio, un mirino di una macchina fotografica, uno spioncino di una porta, ci induce lo sguardo in una direzione che altrimenti si perderebbe nella scelta di un immenso spazio dove muovere i nostri occhi e con essi la nostra attenzione.

Porre attenzione, osservare, crearci dei corridoi di osservazione, ci aiuterà a contemplare una reale regale realtà inaspettata, che è sempre lì a portata d’occhio, una realtà che tiene ben aperto lo spiraglio del pensare che ciò che osserviamo è solo una piccola parte del nostro mondo, è solo, appunto, l'”ombra della luce”.

 

L’esposizione è composta da opere nate tutte dall’attenta osservazione della Natura e dei suoi fenomeni e si prefigge un obiettivo senza scopo, come avviene per la meditazione: tentare i visitatori osservatori verso il disvelare il cielo celato.

 

La scelta del titolo dell’esposizione, oltre a fornire un’indicazione sul tema della mostra, vuole essere un omaggio a un grande artista musicale che ha avuto un rapporto particolare con il cielo e le stelle, sempre presenti nei testi delle sue opere e che molto probabilmente avranno influenzato la visione contemplativa della Natura di Marcella Giulia Pace.

 

A mio padre Giorgio Pace

 

Il Carrubo

Le scie stellari nell’immagine sono tracciate dell’Orsa Maggiore, una costellazione circumpolare che, alla latitudine da cui è stata scattata la foto, non tramonta mai.

La striscia infatti segue una traiettoria semicircolare che tocca l’orizzonte.

In primo piano vi è un Albero di Carrubo il cui seme, anticamente, veniva utilizzato

come unità di misura: il carato (oggi il carato è la denominazione dell’unità di misura dell’oro)

In base all’altezza dell’Orsa Maggiore sopra l’orizzonte, è possibile risalire alla latitudine da cui si osserva.

La scia delle stelle mostra colori diversi per ogni stella, ogni stella ha un proprio

colore che dipende dalla sua temperatura superficiale: le stelle più calde brillano di

blu, mentre quelle più fredde possono avere un colore rosso-arancio, giallo.

Non ci sono stelle verdi e non perché non emettono luce verde ma perché i nostri

occhi la percepiscono come luce bianca.

 

Due volte l’anno

Da Marina di Ragusa si può osservare lo spettacolo del sole che tramonta dietro il faro due volte l’anno, quando il sole tramonta a 281°.

Il Sole, infatti, non tramonta sempre nello stesso punto ma si sposta, rispetto al punto Ovest (270°), descrivendo un arco chiamato Amplitudine Occasa.

L’amplitudine occasa è generata da tutti i punti in cui si verifica il tramonto durante l’anno.

Dalla latitudine di Ragusa, l’arco che definisce i punti dove tramonta il Sole va da

240° (solstizio d’inverno) a 300° (solstizio d’estate).

Questo viaggio immaginario descritto dal sole dura 6 mesi e poi ritorna.

Per questo è possibile osservare il Sole che tramonta nello stesso punto due volte

l’anno.

Intorno al 10 aprile e verso i primi di settembre, il Sole tramonta a 281° e quindi,

intorno a questi due giorni, potete provare ad osservare questo spettacolo del Sole

che tramonta nei pressi del Faro osservando da Punta di Mola.

È sempre sorprendente vedere un Sole grande quanto un elemento terrestre come

un edificio, una persona, un albero.

Siamo abituati ad osservare oggetti sulla Terra che “cambiano dimensione” in base alla distanza dall’osservatore.

Ogni corpo celeste ha, approssimativamente, uguale distanza dall’osservatore terrestre in qualsiasi parte della Terra tu sia. Inquadrando, a pochi metri dal faro, con un teleobiettivo da 600 mm, il Sole in allineamento con la lanterna del faro, nell’inquadratura vedrò l’intero disco solare con una piccola porzione della lanterna.

Se invece mi allontano dal faro di 3 km come nella foto, vedrò il Sole occupare lo stesso spazio all’interno dell’inquadratura ma insieme al faro ripreso dalla base alla lanterna. Se mi allontano ulteriormente, fintanto che la curvatura terrestre mi permette di vedere il faro, potrò far coincidere, all’interno del disco solare, sia il faro che altri dettagli del paesaggio circostante.

Un Sole grande quanto un faro?

 

 

Lunitudine

 

Oceano di Silenzio

 

 

…vite parallele, vibrante intesa…”

 

   come era contagioso e nuovo il cielo  

 

…un oceano di silenzio

Battiato

 

Il sorriso nel cielo

 

APOD NASA 21 March 2022

Vuoi vedere un sorriso arcobaleno? Guarda vicino allo zenit (verso l’alto)

quando il sole è basso nel cielo e potresti trovarlo.

Questo esempio di un alone di ghiaccio noto come arco circumzenitale è stato catturato su una palma del lungomare di Marina di Ragusa il 24 febbraio 2022.

Gli archi dai colori vivaci sono spesso chiamati arcobaleni sorridenti a causa della loro curvatura e dei loro colori capovolti.

Per gli archi circumzenitali lo zenit è al centro e il rosso è all’esterno, rispetto agli arcobaleni i cui archi si piegano verso l’orizzonte dopo un acquazzone.

Tuttavia, i comuni arcobaleni sono formati da goccioline d’acqua che rifrangono la luce solare per produrre uno spettro di colori.

Gli archi circumzenitali sono il prodotto della rifrazione e riflessione in cristalli di ghiaccio esagonali piatti, come i cristalli di ghiaccio che creano cani solari, formati sulle nuvole alte e sottili come i cirri.

 

Circumzenithal Arc

 

L’occhio di Pantalica

Eccoci all’interno della “Grotta della Capra” presso la grande Necropoli di Pantalica (Siracusa – Sicilia – Italia).

Pantalica è un’area archeologica e naturalistica dell’entroterra siciliano sui monti

Iblei.

Si tratta di una stretta gola scavata nella roccia calcarea dal fiume Calcinara e dai

Siculi (Siculi), un’antica tribù che abitava la Sicilia orientale durante l’età del ferro, i quali scavarono tante piccole grotte nelle ripide pareti per seppellire i loro morti.

utilizzare la tecnica della “Calcinazione”, consistente nel riscaldare la tenera roccia

calcarea per facilitarne la lavorazione e l’escavazione. Per scendere dalle pareti, alla base della forra, venivano utilizzate funi (“Liame”), realizzate con un intreccio di ampelodesma. Tutte queste cavità murarie, circa 5.000, devono essere apparse, nel corso dei secoli, come un alveare. Per questo i siciliani erano chiamati “il popolo delle api”.

Pochi secoli dopo, in epoca bizantina, queste piccole tombe rupestri furono ampliate, interconnesse e adibite ad abitazione. Pantalica da necropoli divenne così acropoli, con piccoli borghi che comprendevano piccole chiese rupestri paleocristiane. Fino all’inizio del secolo scorso queste grotte erano recentemente utilizzate dai contadini per l’allevamento del bestiame. La grotta da cui ho scattato questa foto è infatti chiamata la grotta delle Capre, in quanto sembra che queste siano state le sue ultime abitanti.

Oggi Pantalica è una riserva naturale e patrimonio mondiale dell’umanità per la sua importanza storica.

Nell’apertura della grotta, che punta verso nord, le stelle circumpolari danzano in

cerchio davanti al mio obiettivo, creando questa forma di occhio, che per me

rappresenta lo sguardo presente del passato, che guarda al futuro.

 

Saetta e Sagittario

La freccia (it. “saetta” – lat. “sagĭtta”) scagliata da “Sagittario” nel cielo sopra le

nuvole temporalesche, scagliando frecce (it. “saette” – lat. “sagittae”) sulla Terra.

 

The arrow (it. “saetta” – lat. “sagĭtta”) hurled by “Sagittarius” in the sky above the

storm clouds, hurling arrows (it. “saette” – lat. “sagittae”) to Earth.

 

È successo il 12 settembre 2021 sopra un tratto di Mar Mediterraneo tra la Magna

Grecia siciliana e Malta.

 

 

Il Grande Carro barocco

Il carro siciliano

 

Nella prima parte dell’autunno, è possibile osservare, dopo il crepuscolo serale,

l’Orsa Maggiore adagiarsi, in tutta la sua estensione, sull’orizzonte e quindi dominare

paesaggi terrestri. Ho trovato una posizione da dove è possibile osservare l’Orsa

Maggiore che racchiude al suo interno il Duomo di Ragusa Ibla.

A Ragusa Ibla visse l’astronomo Gian Battista Hodierna (1597-1660) che da questa città osservò e catalogò corpi celesti come comete e molti altri oggetti celesti.

Il luogo da cui fece le sue osservazioni è proprio nell’area segnata dal grande carro, dove sorgeva una torre sulla chiesa di San Nicola poi distrutta dal terremoto del 1693. Oggi al suo posto sorge quindi la cattedrale di San Giorgio, un’opera simbolo del barocco siciliano, è patrimonio dell’umanità.

 

 

Trova LA LUNA / THE MOON

 

La tecnica di ripresa dello Star Trail ritrae il cielo ad Ovest sopra il magico labirinto del Castello di Donnafugata.

Il labirinto, di pietra, trapezoidale, fu costruito, dal giocoso barone Corrado Arezzo

De Spuches (un noto politico, filantropo e amante dell’arte). Il parco è disseminato

di scherzi ed enigmi che hanno sicuramente divertito ed impressionato i suoi visitatori dell’epoca. E lo stesso avviene ancora oggi, dato che questo parco ha

ripreso a vivere, con tutti i suoi misteri e messaggi esoterici, grazie al curatore

Arch. Giuseppe Nuccio Iacono.

Con lo stesso spirito burlone del barone Corrado Arezzo, ho voluto creare anche io

un enigma, in questa foto: osservando con attenzione questa immagine si può

trovare LA LUNA.

Alcuni indizi:

– LA LUNA si trova in cielo

– su Giove si trova facilmente

– quando troverai la soluzione sarai certo/a di averla trovata, non avrai alcun dubbio.

– la foto è stata scattata il 28 luglio 2019

– quando troverai LA LUNA scoprirai anche che è inglese.

Se trovi la soluzione puoi riferirmela inviandomi una email:

[email protected]

 

 

 

Infinity

 

APOD NASA 11/11/2019

Questa è la mia personale sintesi della mia fascinazione verso il concetto di infinito ispirato dalla spirale.

La composizione è realizzata da fotografie scattate lungo l’arco di 10 anni, unite a formare due spirali: una spirale composta da 48 pleniluni e un’altra spirale composta da 48 Soli, unite da una Luna in eclissi (2018) e da un Sole in eclissi (2015), a creare un movimento infinito.

La scelta della composizione a forma di doppia spirale è legata al fatto che la spirale si collega ai concetti di emanazione, di estensione, di sviluppo.

In particolare, all’idea di stessa di continuità ciclica ma progressiva e di creazione, espresse dal senso di rotazione.

Volevo rendere prolungare all’infinito il movimento apparentemente circolare dei due astri, trovando nella matematica un punto di accordo innegabile tra posizioni spirituali spesso diverse e che da sempre, ma mai come oggi necessitano una urgente ricomposizione.

La spirale è una figura geometrica che si ritrova in tutte le culture: una linea che si avvolge su se stessa.

Già nelle grotte utilizzate nel Paleolitico il significato della spirale è compiutamente espresso e si trova associata a immagini di falci di Luna o di animali dalle corna a forma di falce di Luna, sempre ricollegati alla rappresentazione dei ritmi ciclici della vita, affine ai significati di simboli di energia e di fecondità, legati all’acqua e proprio alla Luna.

In molte culture essa rappresentava il viaggio dopo la morte, il movimento ciclico ascendente e discendente collegato alle fasi lunari, come si può ritrovare in molti manufatti neolitici, simbolo quindi di computo del tempo e di rigenerazione, di movimento e di energia.

Ho scelto di usare la spirale piana, tra le tante forme che può assumere la spirale, perché mi permetteva di partire dal centro per svilupparsi verso l’esterno, perché volevo esprimere l’evoluzione, lo sviluppo la sintropia, ma anche il ricongiungersi con l’altra spirale, che dall’esterno ritorna al centro, a toccare, come due indici sollevati che si sfiorano, anche l’Involuzione, l’inviluppo, l’entropia.

Mi piaceva, quindi, che le due spirali apparissero come un labirinto intellegibile e naturale, ma pur sempre un labirinto, a rappresentazione rispettivamente dell’infinito nel perpetuo movimento del divenire e l’infinito eterno ritorno di un viaggio iniziatico, interdetto a coloro che non sono qualificati, un mandala disvelato che accompagnasse l’osservatore in un cammino verso un centro nascosto solo a chi non volesse davvero osservare.

Osserviamo sempre troppo poco, quando guardiamo.

Per questo, volevo che l’infinito di queste due spirali richiamassero non solo la ciclicità della vita nel macro (la forma di alcune galassie, tra cui la Via Lattea e una spirale), ma anche nel micro e nel mondo naturale costantemente sotto i nostri occhi, spesso troppo distratti, al punto da non riconoscere (o aver dimenticato) i cicli a spirale della crescita di una conchiglia, le corna di un montone, le zanne di un elefante, l’infiorescenza di un girasole, il volteggiare di un rapace sulla preda, i vortici degli uragani.

Ecco perché, per me, questa immagine porta con sé un messaggio di rispetto, attenzione e amore per ogni forma di vita. Alla base di ogni convivenza civile e serena, deve esserci la presa di coscienza che il nostro prossimo non è solo il nostro simile, ma tutte le forme che la vita assume, nel suo perpetuarsi, nel suo vivere, morire e rinascere, per poi morire e rinascere, in un eterno cammino, il cui percorso non è un cerchio con al centro l’uomo ma una spirale di vita. In continua evoluzione.

Colors of the Moon

 

 

Frattale

Formazione in sequenza di un alone lunare sulle agavi.

Sun Halo

 

 

The MOONa Lisa

 

APOD 16 Ottobre 2021 

In questa presentazione visiva creativa compaiono solo i colori naturali della Luna osservata nel cielo del pianeta Terra.

Disposti come pixel in un’immagine incorniciata, i dischi lunari sono stati fotografati in momenti diversi. Le loro tonalità variabili sono in definitiva dovute alla luce solare riflessa influenzata dalle mutevoli condizioni atmosferiche della Terra e dalla geometria di allineamento di Luna, Terra e Sole.

I dischi lunari più scuri sono i colori della luce della Terra sulla parte della Luna non illuminata dal Sole. Una descrizione della luce della Terra sulla Luna, o luce cinerea, in termini di luce solare riflessa dagli oceani terrestri che illuminano la superficie scura della Luna, è stata scritta più di 500 anni fa da Leonardo da Vinci.

Ma se stai più lontano dall’immagine facendo 7 passi indietro, potresti anche vedere una delle opere d’arte più famose di Leonardo.

 

Luna Cinerea & Mount Pelmo 20/2/15

 

Stars Treeils

 

APOD NASA 8 Luglio 2022

Con le radici su un pianeta in rotazione, un vecchio albero è centrato in questa sequenza di 137 esposizioni di 20 secondi ciascuna, fotografate puntando verso nord.

Il prolungamento dell’asse di rotazione della Terra nello spazio è posizionato e verso l’alto a sinistra, al centro degli archi concentrici della traccia stellare.

C’è anche la Via Lattea. Il piano della nostra galassia si estende attraverso l’ampio campo visivo da nord a est (da sinistra a destra) creando una banda luminosa più ampia di luce stellare diffusa.

 

 

 

 

Soligrafia

Questa è la sagoma del Monte Pelmo (BL) disegnata dal disco solare al tramonto.

Dal 12 gennaio 2018, tutti i giorni, davanti la mia abitazione, ho aspettato che il Sole tramontasse dietro il Monte Pelmo.

Usando un filtro astrosolare, ho ripreso il momento esatto in cui il Sole ha toccato il bordo della roccia.

Ogni giorno il Sole, proprio come un pittore romantico, ha svelato nuovi pezzi del

profilo della montagna.

Come un puzzle ho composto la sagoma e l’immagine finale somma di 15 diversi

tramonti (dal 12 gennaio al 21 febbraio).

Gli spazi dove non c’è il Sole sono dovuti alla presenza delle nuvole.

Nei giorni 11, 16, 20 e 22 febbraio ho potuto inserire più immagini del Tramonto

perché l’inclinazione della roccia era parallela al percorso del Sole.

In particolare, il 15 febbraio il Sole, come un alpinista, ha seguito tutta la ripida

dorsale della montagna.

La mia posizione di scatto è stata sempre la stessa durante tutto il periodo.

 

“Soligrafia” sul Monte Pelmo

 

 

Fata Morgana e Calypso

Metamorfosi del miraggio Fata Morgana sull’arcipelago maltese, o isole calipsee visto dagli altipiani Iblei.

L’immagine in basso mostra l’isola maltese di Gozo in condizioni di normale visibilità.

Le immagini superiori mostrano una sequenza del leggendario e raro miraggio della Fata Morgana, con i colli di Gozo (Malta) che si trasformano in sontuose torri-castelli, così come la Fata soleva trasformare la realtà per ingannare la vista dei naviganti.

 

Il Miraggio della Fata Morgana

 

L’arcipelago maltese visto dagli Iblei

 

 

 

Iridescenza lunare

APOD NASA del 4 dicembre 2021

 

La luce della Luna Piena è stata offuscata da nuvole di passaggio e diffratta da piccole goccioline d’acqua ma di dimensioni simili, vicino ai bordi delle nuvole alte e sottili. L’iridescenza risultante risplende di colori pastellati.

Quella notte, la Luna Piena è stata vista anche vicino all’ammasso stellare delle Pleiadi che appare in basso a sinistra del banco di nuvole iridescenti.

Le stelle delle Sette Sorelle avrebbero presto condiviso il cielo con un disco lunare più scuro e arrossato.

Iridescent Clouds

 

 

 

Raggio Verde a quota 1.890 m

Dal “Rifugio Sapienza” e ho atteso il Sole tramontare su un fianco del Vulcano

frastagliato dalla roccia lavica.

Il Sole, attraversando lo strato più denso dell’atmosfera, ha subito una forte rifrazione fino a deformarsi e frastagliarsi come lo erano rocce laviche in primo piano.

La luce del Sole si attenua e compaiono macchie solari che si muovono anch’esse di moto ondoso investite dalla rifrazione.

Il lembo superiore del Sole emette “isole di luce verde” come lo scienziato “A.Fraser” definì il raggio verde.

La foto, entrata nella rosa dei candidati del concorso “Fotografia astronomica

dell’anno 2022” , è attualmente esposta al  Royal Observatory di Greenwich

 

Tramonto sul cratere sommitale

 

“Cosa avrei visto del mondo senza questa luce.”

(F. Battiato).

 

 

 

La fucina di Efesto

APOD NASA 4 settembre 2018

 

Cos’è successo alla Luna? Niente, ma è successo qualcosa all’immagine della Luna.

Il calore di una fontana di lava vulcanica in primo piano ha riscaldato e reso turbolenta l’aria vicina, provocando una rifrazione della luce di passaggio diversa dal solito.

Il risultato è un pennacchio di lava che sembra sciogliere la Luna.

La foto in primo piano è stata scattata mentre la luna piena dello storione stava tramontando dietro l’Etna durante un parossismo.

L’immagine è in realtà un composto di due immagini, una scattata subito dopo l’altra, con la stessa fotocamera e lo stesso obiettivo.

La prima immagine è stata una rapida esposizione per catturare i dettagli della Luna al tramonto, mentre la seconda esposizione, presa dopo che la Luna è tramontata pochi minuti dopo, è stata più lunga per catturare i dettagli dei deboli getti di lava. Dalla nostra Terra, possiamo solo vedere il Sole, la Luna, i pianeti e le stelle così come appaiono attraverso la distorsione dell’atmosfera terrestre.

Questa distorsione non solo può cambiare le immagini di sfere familiari in forme insolite, ma può, a volte inaspettatamente, ritardare il tramonto del Sole e il tramonto della luna di diversi minuti.

 

 

 

Coppie di lune

 

APOD NASA 26 SETTEMBRE 2020

Osservando la Luna ogni notte si nota che la sua parte visibile, illuminata dal Sole, cambierà gradualmente. Le fasi procedono dalla Luna Nuova alla Luna Piena e di nuovo alla Luna Nuova, un ciclo lunare o mese sinodico che si completa in circa 29,5 giorni.

Questo lavoro fotografico mostra “lune piene” ottenute accoppiando fasi lunari di un intero mese sinodico avvenuto nell’agosto 2019.

Ogni singola immagine è accoppiata con un’altra immagine separata da circa 15 giorni, o circa mezzo mese sinodico. Di conseguenza, le parti opposte illuminate dal Sole completano il disco lunare.

 

All Moon’s Phases: The Synodic Month in August 2019

 

 

Equinozio di Primavera

 

Ciuffi di Cirrus Floccus, al tramonto, hanno sfumature pastello di rosso, giallo e

arancio. Queste nuvole presentano una “coda” alla base chiamata Virga.

La Virga è pioggia che si consuma ad alta quota e non raggiunge il suolo.

La foto con le margherite gialle in primo piano suggerisce la sensazione della

primavera nelle nostre campagne.

 

 

 

GRAZIE PER AVER VISITATO LA MIA ESPOSIZIONE